La santa innovazione. Ovvero, come la tecnologia può andare al servizio delle persone con difficoltà e disabilità. È questo il tema della nuova puntata di EconomyUp, andata in onda il 10 marzo su Reteconomy Sky816.
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Si parte con un video dedicato all’incubatore di startup promosso da Papa Francesco, Scholar Labs. Poi, a raccontare come la tecnologia solidale possa diventare un’opportunità e un business per le nuove imprese ci sono vari ospiti. A cominciare da Maria Cristina Ferradini, della Fondazione Vodafone, e Stefano Mainetti, ceo di Polihub, che parlano di Think 4 Social, un’iniziativa che mette a disposizione un milione di euro per progetti di innovazione sociale.
A riflettere sul modo in cui istituzioni importanti come la Chiesa contribuiscano a fare innovazione in questo ambito c’è Sergio Pillon, direttore dell’unità operativa di Telemedicina del San Camillo-Forlanini di Roma e tra i primi divulgatori del digitale in Italia.
Due le storie della puntata. La prima è quella di Editouch, il tablet per studenti dislessici. L’idea è di Marco Iannacone, un ingegnere milanese, che lo ha realizzato per venire incontro alle esigenze del figlio dislessico. Poi, verificando l’efficacia del prodotto, ha creato una startup, Digitally Different, per distribuirlo. Iannacone racconta a EconomyUp quali evoluzioni ha avuto il progetto e come riesce a coinvolgere diversi sviluppatori nel creare soluzioni per persone con bisogni educativi speciali.
Un altro esempio di “buona tecnologia” è quello di Pedius, una startup che ha lanciato un sistema di comunicazione che permette alle persone sorde di fare normali telefonate utilizzando tecnologie di riconoscimento e sintesi vocale. In studio con Giovanni Iozzia c’è il fondatore Lorenzo Di Ciaccio.
Interviene sul tema dell’innovazione “buona” anche Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia, membro dell’intergruppo parlamentare per l’innovazione e autore della rubrica “Tecnologia solidale” su EconomyUp.it
Chiudono la puntata due nuovi ospiti Damiano Frosi e Marco Planzi, ricercatori della School of Management del Politecnico di Milano, che danno la loro personale e irriverente lettura dell’innovazione e della tecnologia.