Si può diventare imprenditori lavorando su idee di altri? La provocazione la lancia uno dei maggiori venture capitalist italiani, il fondatore di Innogest Claudio Giuliano, durante “Startup on demand”, la nuova puntata di EconomyUpTv, andata in onda martedì 5 aprile su Sky 512 Reteconomy.
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L’investitore lancia un appello: “Cerchiamo talenti a cui affidare progetti imprenditoriali già ‘pronti’: servono voglia, capacità ed entusiasmo. Alle risorse per finanziare queste startup, pensiamo noi”. Qualche startupper potrebbe raccogliere una sfida del genere?
Lo abbiamo chiesto a Guk Kim, un giovane imprenditore italo-coreano che quest’anno compirà 28 anni e che finora ha già avviato tre iniziative imprenditoriali, tra cui Cibando, la piattaforma per cercare ristoranti venduta al gigante indiano Zomato a fine 2014. Dopo un anno alla guida di Zomato in Italia, Guk è diventato general manager per l’Italia di Citymapper, un’app nata a Londra per orientarsi al meglio in città con i mezzi di trasporto, pubblici e non.
E così come possono nascere startup dalle idee che gli investitori raccolgono in giro per il mondo, allo stesso modo ci sono progetti di impresa che possono prendere vita dai bisogni concreti delle aziende. InfiniteArea, l’incubatore “al contrario” di Montebelluna (Treviso), ne è la dimostrazione: questa struttura, nata nel 2015, le esigenze di innovazione delle imprese e si mette a cercare le persone e i team che possano realizzarle con più efficacia. Se poi i progetti funzionano, i team possono anche diventare vere e proprie startup oppure essere assunti dalle compagnie che hanno lanciato la richiesta. A raccontarci l’esperienza di InfiniteArea sono il presidente e fondatore Patrizio Bof e Fabio Biancotto, ICT Director di Air Dolomiti, la prima azienda che ha lanciato una call con InfiniteArea.
A chiudere la puntata lo spazio dedicato agli ospiti di Clubhouse Brera, il set della nuova stagione di EconomyUpTv. Questa settimana David Orban, il docente che coordina le attività della Singularity University a Milano, spiega come funziona il “chapter” italiano dell’università del cambiamento che ha sede in Silicon Valley.