E adesso giochiamo. È questo il titolo della puntata di EconomyUpTv andata in onda il 26 maggio su Reteconomy Sky512. Al centro dell’attenzione ci sono i videogame e la gamification, ovvero l’utilizzo di tecniche mutuate dai giochi in contesti non ludici, e la loro diffusione nelle aziende come strumento di marketing, comunicazione e gestione delle risorse umane.
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Come può un videogame essere usato da un’azienda? Ad esempio, per gestire la ricerca del personale. Il caso è quello di Employerland, una città virtuale (a cui hanno aderito multinazionali come Luxottica e Unilever) in cui un giovane in cerca di lavoro può creare un proprio avatar, bussare alle porte di grandi aziende e candidarsi per posizioni aperte. Ne parla in studio il fondatore Gabriele Lizzani, docente di employer branding all’Università La Sapienza di Roma.
Per capire meglio l’impatto che sta avendo la gamification sulle strategie aziendali, abbiamo sentito uno dei maggiori esperti in materia: Fabio Viola, che insegna al Master in gamification dell’Università di Tor Vergata a Roma, è stato game designer, marketing manager e in alcuni casi country manager di colossi come Electronic Arts Mobile, Vivendi Games, Lottomatica/GTech e ha lavorato su centinaia di titoli tra cui Tetris, Pac-Man e Fifa.
Allargando lo sguardo a tutto l’universo dei videogame, un’industria che vale nel mondo circa 100 miliardi di dollari, le luci sono puntate sull’interesse suscitato dalle startup che sviluppano videogiochi su investitori e società di venture capital. Come Bad Seed, una software house nata nel 2012 e composta da dieci under 35, che ha realizzato giochi per piattaforme mobile (che hanno ricevuto più di 1 milione di download) e ha ricevuto un investimento di 250 mila euro da United Ventures. In studio, Jacopo Musso, uno dei tre co-fondatori.
Chiude la puntata il nostro giro nell’ecosistema londinese, dove Annalisa Lospinuso ci racconta qualcosa in più sulla Tech City: sembra che alcuni startupper comincino a lasciarla.