La storia

Waynaut, così la startup italiana per i viaggi ha conquistato Forbes

La nuova impresa che ha lanciato una tecnologia b2b per pianificare i viaggi ha ormai preso posto tra le travel startup internazionali ed è finita sul magazine economico americano, colpito dal modo in cui è nata: l’esperienza da pendolare di uno dei fondatori

Pubblicato il 29 Gen 2015

waynaut-150129232724

I co-fondatori di Waynaut

Viaggiare ai tempi di internet è sicuramente più semplice e meno costoso: basta soltanto conoscere siti e app giuste per trovare le occasioni low cost compatibili con le proprie esigenze.

La sharing economy sta dando un grande contributo ai viaggi fai-da-te e ogni giorno si moltiplicano i siti web che aiutano a organizzare vacanze e spostamenti, mettendo a disposizione risorse condivise e offerte a basso costo.

Oltre a quelli più famosi per cercare appartamenti e case vacanze, come Airbnb, Housetrip, OnlyApartments, solo per citarne alcuni, ci sono tantissimi altri siti più specialistici, come Kid Pass, nato per aiutare le famiglie che viaggiano con bambini a trovare i posti migliori nelle principali città italiane.

E ancora siti di sharing che permettono di affittare ogni tipo di attrezzatura e quelli per prenotare hotel grazie alle recensioni degli utenti. C’è persino un acceleratore dedicato alle travel startup, con sedi a Dubai, Londra, Usa, che mette a disposizione 50 mila dollari per le 10 società ammesse al programma. E anche gli investitori guardano con interesse al settore: Moovit ha chiuso un round di investimento di 50 milioni di dollari nell’ultimo mese.

La stampa internazionale si è occupata spesso delle migliori travel tech startup per prenotare viaggi e, negli ultimi giorni, Forbes ha parlato dell’italiana Waynaut. Una delle 30 startup che hanno partecipato alla missione di Italia Startup all’Unbound Digital di Londra, Waynaut è la tecnologia sulla quale altri siti o app possono costruire soluzioni avanzate per la pianificazione dei viaggi, integrando diverse informazioni su orari e prezzi.

“L’interesse di giornali del calibro di Forbes – commenta Simone Lini, amministratore delegato e fondatore – credo derivi dal fatto che il nostro approccio business to business ci pone in una posizione molto particolare e, a mio avviso, molto interessante. La novità sta nel fatto che con noi le agenzie di viaggio online non offriranno più soltanto la ricerca di un volo, ma potranno garantire un servizio completo che abbraccia tutti gli aspetti del viaggio, migliorando ricavi ed esperienza degli utenti”.

Così come Go Euro, Route Happy, Hotel Tonight e tanti altri, anche Waynaut vuole semplificare le ricerche dell’utente unendo in un’unica piattaforma le varie opzioni di viaggio.

I fondatori Simone Lini, Matteo Lo Manto, Fabian Niederkofler, Michele Festini e Thomas Rossi, che compaiono sul loro sito web con originali tute da astronauti, hanno grandi ambizioni e vorrebbero in futuro permettere agli internauti di organizzare un viaggio da uno sperduto paesino molisano a Nuova Delhi.

“Abbiamo una visione a lungo termine – dice Matteo Elli, chief operating officer, a Forbes – che prevede di aggregare ogni informazione sui trasporti, in modo tale che sia possibile trovare il miglior modo per andare da Central Park (New York) a Darling Harbour (Sydney) e prenotare l’intero viaggio con un click”. Niente più googlate alla ricerca dei mezzi di trasporto più veloci e convenienti, perché Waynaut mette insieme autobus, treni, carpooling e altri mezzi di trasporto.

Come spesso accade, anche in questo caso la storia inizia per un’esperienza personale di Simone Lini che ha viaggiato molto tra Europa, Usa e Australia. L’idea nasce, nel 2011, quando ancora studente di Economia aziendale all’università Bocconi, doveva spostarsi ogni giorno da Crema a Milano e gli avrebbe fatto comodo condividere il viaggio.

Decide di migliorare l’offerta di carpooling e pensa a una società chiamata Easygoing, con la quale vince un bando di Confindustria Pavia per partecipare ad una master-class organizzata dalla SDA Bocconi sull’imprenditoria. Incontra Matteo Lo Manto e Fabian Niederkofler che gli danno una mano sulla parte di design. Il mondo delle startup lo conosce da vicino quando, con una borsa di studio di Wired, partecipa al Mind The Bridge in Silicon Valley, e capisce che il carpooling era un business di poco successo.

Simone, Matteo e Fabian pensano, invece, a una piattaforma che unisca tutti i mezzi di trasporto. L’idea è innovativa, sanno come chiamarla (Youmove.me), ma hanno bisogno di ingegneri informatici per progettarla. Arriva l’altra esperienza internazionale: il Rocket Internet, il venture incubator più grande del mondo cercava stagisti per la sede di Sydney in Australia.

Nel giro di un giorno Simone si candida e viene ammesso. Con non poche difficoltà si occupa di operations e viene promosso due volte. A Sydney incontra per caso un suo concittadino di Brescia, Giorgio Patrini, che è ingegnere informatico e nasce così la prima bozza di Youmove.me. Simone rifiuta l’offerta di Rocket Internet di trasformare lo stage in lavoro fisso e torna in Italia.

Ai tre ragazzi si aggiunge Thomas Rossi, ingegnere dell’automazione appena tornato da un periodo di ricerca alla Amherst University, in Massachussets. La svolta arriva quando il progetto vince Working Capital, la competition organizzata da Telecom Italia per trasformare idee in startup.

Infine, alla squadra si aggiunge Michele Festini, ingegnere informatico, e insieme fondano Youmove.me srl, a maggio 2013. Dopo il primo e secondo round di investimento da Club Italia Investimenti 2, a giugno 2014, arriva nuova liquidità da P101, un nuovo fondo ventur capital di Milano, cambia il business model (passando dal business to consumer al business to business, indirizzando la tecnologia ad altri siti e app che si occupano di organizzare viaggi) e anche il nome diventa Waynaut.

Michele Elli, ex gestore del fondo di private equity, diventa chief operating officer della società. “Le agenzie viaggio online – dice Elli a Forbes – non sono molto cambiate dal 2000, l’utente seleziona gli aeroporti e i voli. Ma per rimanere competitive devono trovare un modo che abbia un impatto sul loro conto economico. Perché pagare un sacco di soldi per Google Ads per vendere ai clienti solo una parte del viaggio? Con la nostra tecnologia di trasporto multimodale si può monetizzare tutto il viaggio”.

Nel futuro di Waynaut ci potrebbero essere altri viaggi dato che il team crede che l’Italia sia un buon posto per avviare una società ma meno per scalare il business. “Le valutazioni sono più basse rispetto a Londra o San Francisco – dice Lini – ma lo stesso finanziamento ti assicura una durata maggiore. Tuttavia, a causa delle tasse elevate, delle leggi sul lavoro complesse e poco flessibili e la mancanza di fondi, dopo il round A, un progetto ambizioso ha maggiori probabilità di successo all’estero”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati