Social business

Benefit Corporation, anche in Italia B Corp, società benefit a impatto positivo su persone e ambiente

La Legge di Stabilità ha introdotto anche nel nostro Paese la forma giuridica che identifica le Benefit Corporation, aziende for profit che si prefiggono di risolvere problemi sociali e ambientali. Su circa 1500 benefit corporation nel mondo, nove sono italiane: la prima è Nativa, e c’è anche una startup

Pubblicato il 24 Dic 2015

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La Legge di Stabilità prevede l’istituzione in Italia delle B Corp, le società benefit, una forma giuridica che identifica le aziende for profit che si prefiggono volontariamente scopi di carattere sociale, sostenibilità e trasparenza e puntano a produrre un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente.

A oggi le B Corp certificate dall’ente non profit americano B Lab sono 1.498 e sono presenti in 42 Paesi del mondo. L’Italia ne ha già nove: oltre alla prima, Nativa, hanno ricevuto la certificazione Fratelli Carli, Equilibrium, Treedom, Habitech, Little Genius International, Mondora, Dermophisiologique, e anche la startup D-Orbit. A gennaio si dovrebbe aggiungere anche Banca Prossima.

Con questa norma, l’Italia diventa il primo Paese in Europa e il primo fuori dagli Stati Uniti – dove le benefit sono una forma giuridica in 32 stati – a creare una specifica forma legale che identifica questo tipo di aziende.

Le società benefit rappresentano una nuova opzione a disposizione delle imprese, sia di nuova costituzione che già operanti, per proteggere la propria missione di lungo termine. Il management delle B Corp ha lo scopo di massimizzare l’impatto positivo su tutti gli stakeholder, e non solo di massimizzare i dividendi per gli azionisti come le altre compagnie for profit.

L’obiettivo delle Benefit Corporation di creare impatto positivo per risolvere problemi sociali e ambientali resta anche nel caso di ingresso di nuovi investitori, cambi di proprietà e di management. Le principali forme giuridiche for profit, come le srl e spa, possono diventare da ora in poi diventare benefit (con sigle come sbrl, sbpa…), essere riconosciute come tali e ed essere misurate in modo trasparente nel loro operato.

Siamo molto orgogliosi di questo che consideriamo un risultato storico”, ha commentato il senatore Mauro Del Barba, primo firmatario della legge sulle società benefit, “perchè dimostra che parlamento e governo italiani sono pronti a indicare una strada per il resto d’Europa, e accelerare lungo un necessario percorso di innovazione economica che riguarda anche i modelli d’impresa. Abbiamo raggiunto questo risultato grazie al contributo di molteplici stakeholder, sia nel mondo politico, che imprenditoriale che giuridico, sia italiani che internazionali”.

Il movimento delle B Corp è nato nel 2007 per iniziativa di B Lab, un’organizzazione non-profit presente in tutti i continenti, per diffondere un diverso paradigma di business. In pochi anni è diventato un fenomeno economico noto. La visione è di innescare una competizione positiva tra tutte le aziende, perché siano misurate e valutate nel loro operato secondo uno stesso metro: il beneficio prodotto per la società e la biosfera e non soltanto gli utili per gli azionisti.

Le Benefit Corporation sono tenute a misurare il loro impatto su società e ambiente e pubblicare il risultato, attraverso l’adozione di standard riconosciuti a livello internazionale come il Benefit Impact Assessment (o BIA) sviluppato da B Lab e usato al momento da 40 mila aziende nel mondo, a partire dal 2007. Il BIA sarà disponibile in Italiano all’inizio del 2016.

“La legislazione sulle società benefit consente di raggiungere un allineamento statutario forte e chiaro per le attività di business che desiderano agire come una forza positiva”, dice Bart Houlahan, co-fondatore di B Lab. “Siamo entusiasti del fatto che questo modello si stia estendendo in tutto il mondo. Quella delle B Corp è un’idea il cui tempo è arrivato”.

Nativa, partner di B Lab per l’italia, ha avviato il processo poco più di un anno fa. “Siamo rimasti impressionati dal livello di coinvolgimento, la profondità di analisi e la velocità di tutti gli attori”, ha detto Paolo Di Cesare, co-fondatore di Nativa, direttamente coinvolto nella preparazione della legge e nel coordinamento con B Lab. “Cercheremo di costruire il meglio su questa base, che potrebbe diventare parte di nuovo sistema operativo più evoluto per l’economia del XXI secolo”, aggiunge Eric Ezechieli, parte del team che ha messo a punto la nuova legge e co-fondatore di Nativa. “Siamo sicuri che questa notizia accelererà processi legislativi analoghi e la crescita del movimento delle B Corp in Europa e nel mondo”. (m.d.l.)

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