Le persone senza posto “potenzialmente impiegabili”, tra disoccupati e persone che vorrebbero lavorare in Italia sono arrivate a quota 6,3 milioni. Gli scoraggiati sono aumentati (1 milione 427 mila). Si contano 576 mila Neet (ragazzi tra i 15 e i 29 anni che né lavorano né studiano) in più rispetto al 2008: al momento ne sono 2 milioni e 435 mila. Sono solo alcuni dei dati più amari contenuti nel Rapporto Annuale Istat 2014 sulla situazione del Paese diffuso in settimana dall’Istituto nazionale di statistica.
Molti numeri sono poco confortanti. Eccone alcuni: tra gli under 35 gli occupati sono scesi di 1 milione 803 mila, le mamme che non lavorano più a due anni dalla nascita dei figli è passata dal 18,4% del 2005 al 22,3% del 2012. Tra le varie statistiche raccolte però ci sono anche segnali incoraggianti: il grado di concorrenzialità del mercato è salito, il numero di giorni per avviare un’impresa è sceso a quota sei e la propensione a innovare delle aziende italiane, anche di piccola e media dimensione, risulta tra le più elevate rispetto agli altri partner europei.