Sono sempre più numerose le celebrities che investono in startup. Dagli Usa arriva una nuova ondata di cacciatori di neo-imprese che, nella loro ‘prima vita’, sono divi di Hollywood, popstar, protagonisti di serie televisive o comunque personaggi noti a livello internazionale, ma hanno deciso di crearsi un business parallelo per scommettere sulla nuovo imprenditoria. L’ultimo in ordine di tempo è Patrick Dempsey, uno dei più conosciuti è Aston Kutcher. Ecco una lista.
Il “medico” che investe in startup mediche – Il dottor Derek Shepherd, che in realtà è l’attore Patrick Dempsey, protagonista della serie tv Grey’s Anatomy, ha deciso di investire una cifra finora ignota in CrowdMed, startup che aiuta i pazienti con malattie non diagnosticate ad ottenere la diagnosi giusta in modo rapido e gratuito grazie al contributo della collettività. In pratica il malato pubblica online i sintomi e gli utenti possono dare suggerimenti o proporre casi analoghi. Fondata nel 2013 a San Francisco, ha contribuito a risolvere centinaia di casi. Dempsey ha detto di aver deciso di investire in questa startup perché sua madre era stata ammalata di cancro. E non ha escluso futuri investimenti in altre neonate attività imprenditoriali.
Lo Steve Jobs del cinema punta sull’innovazione – Aston Kutcher, attore di successo e recente interprete del film sul fondatore di Apple, ha da tempo un’intensa attività parallela come investitore in startup. Nel 2011 Kutcher ha costituito con due soci, Ron Burkle e Guy Oseary, un venture fund, A-Grade Investments, che ha investito in varie società hi-tech tra cui Spotify, Airbnb, Foursquare e Uber, solo per citare le più note. In alcuni casi la scommessa ha dato buon esito: per esempio ad aprile 2012 si è unito ad altri 33 “angels” per finanziare SocialCam, piattaforma per acquisire e condividere video su Android, cresciuta velocemente fino a 50 milioni di utenti e poi acquistata da AutoDesk per 60 milioni di dollari meno di 3 mesi più tardi. Altri investimenti devono ancora dare i loro frutti: tra questi quelli per Propeller, sviluppatore di software per mobile app, e per Invi, servizio di messaggeria multimediale per dispositivi mobili. È invece andata male con Fashism, comunità su web e mobile per amanti della moda, su cui, oltre a Kutcher, avevano investito la sua ex moglie Demi Moore e altri. La piattaforma ha deciso di chiudere dopo 4 anni di attività spiegando semplicemente che non riusciva più a guadagnare a sufficienza per tirare avanti. Oltre a puntare sugli altri, l’attore scommette su se stesso. È co-founder di Katalyst, media company attiva nella creazione di contenuti originali per media digitali, televisione e film. Grazie a questa impresa nel 2010 è stato nominato tra i 50 “most inspiring innovators” da “Ad Age”, autorevole rivista dedicata al mondo della pubblicità, e nello stesso anno si è guadagnato la citazione di Time Magazine tra le 100 persone più influenti del mondo.
La popstar che aveva nostalgia di MySpace – Il cantante e attore Justin Timberlake, dopo aver interpretato il fondatore di Napster, Sean Parker, nel film “The Social Network”, ha rilevato l’ex rivale di Facebook, MySpace, con l’obiettivo di rilanciarlo, ed è anche tra i finanziatori delle startup dedicate alla condivisione di immagini Dekko e Stipple. MySpace è tornato online a gennaio scorso, abbinando il suo ritorno sul web al lancio, sulla schermata iniziale, di “Suit & Tie”, il nuovo singolo di Timberlake. Abile mossa commerciale ma anche scelta legittima da parte della popstar che è stato il principale fautore della sua rinascita, anche perché, come ha più volte ripetuto, era stato un fan del social network durante la sua prima giovinezza. A giugno 2011 ha infatti acquistato la società insieme alla californiana Specific Media Group, di cui è uno degli azionisti (in pratica adesso il cantante e la società detengono insieme il 95% delle azioni). Per averla ha versato circa 35 milioni di dollari, meno di un decimo di quanto l’avesse pagata News Corp nel 2006.
Dal Titanic all’hi-tech – Leonardo Di Caprio ha investito in Mobli, piattaforma da mobile per la condivisione delle immagini di cui è anche assiduo utilizzatore. Le ultime foto condivise lo ritraggono sul set del film J. Edgar e sul red carpet per la nomination al Golden Globe. Lanciata a maggio 2011 a New York, la startup ha raccolto 4 milioni di finanziamenti da vari investitori tra cui il protagonista di Titanic. In pratica la piattaforma consente di pubblicare foto o video, taggarli per categorie e automaticamente l’app riproduce il materiale scaricato in determinate aree o nelle vicinanze: per esempio se un utente è allo stadio ma ha dei posti pessimi, può pubblicare una foto di dove è seduto e riuscire a ottenere un postazione migliore grazie a qualche vicino che sta usando la stessa applicazione.
La cantante-imprenditrice – Lady Gaga, insieme a Kanye West, è tra gli investitori di Turntable.fm, riuscito mix tra chatroom e dj set, considerata una delle startup più promettenti in ambito musicale. Inoltre la popstar e i suoi collaboratori sono particolarmente attenti all’uso delle nuove tecnologie in ambito comunicativo. Così la sua agenzia ha creato un social network personale di Lady Gaga chiamato LittleMonsters.com, in modo che i dati generati dalle conversazioni social sono mantenuti in-house. Questo contribuisce ad instaurare una relazione più diretta tra Gaga e i fan ma soprattutto a incentivare il business di vendita di musica, profumi, vestiti, biglietti per spettacoli e altro.
Il rapper che crede nel search – Il rapper Mc Hammer ha prima fondato il sito di video user-generated DanceJam e, dopo averlo venduto, ha di recente scommesso sul motore di ricerca WireDoo. Protagonista della musica rap in Usa negli anni Ottanta e Novanta, Mc Hammer è anche conosciuto per essere stato tra le prime celebrities a usare i social media, per esempio è stato un pioniere di Twitter.
Cartoline virtuali, anzi cartacee – Selena Gomez, star di Disney Channel, ha investito nella app per smartphone Postcard on the Run. L’attrice, cantante, stilista e ballerina statunitense che ha recitato da bambina nella serie tv Barney & Friends, ha cantato varie colonne sonore e dal 2009 è ambasciatrice dell’Unicef, ha scommesso nella startup il cui slogan è: “tecnologia consegnata alla vecchia maniera”. In pratica da smartphone si possono mandare cartoline vere agli amici in tutto il mondo.
La vedova che contribuisce al new journalism – Non è un’attrice né una cantante, ma è a suo modo una celebrity Laurene Powell, moglie del defunto Steve Jobs , e anche lei ha deciso di investire parte della sua ingente fortuna in startup. L’ha fatto puntando su un sito giornalistico, Ozy Media, insieme ad altri big della Silicon Valley. Creatura di Carlos Watson, ex giornalista della Msnbc, Ozy punta a diventare un “prodotto premium in grado di attirare le masse” offrendo attraverso un paywall “scrittura di qualità, narrazioni avvincenti e ottimo design”.