Alla fine Riccardo Donadon ce l’ha (quasi) fatta. In primavera cominceranno i lavori di H-Campus, la grande scuola di cui il fondatore di H-Farm parla da anni. A Ca’ Tron, provincia di Treviso, nscerà così quello che viene definito “il più importante polo dedicato all’innovazione a livello europeo”. Alla presentazione del progetto, a Milano, sermbrava, però, di essere a un incontro di alta finanza, abiti grigi d’ordinanza, cravatte sobrie e camicie bianche. Perché a mettere il carburante al progetto di H-Farm sono Cattolica Assicurazioni e Cassa Depositi e Prestiti, che investiranno 110 milioni di euro per l’avvio di H-Campus.
Cattolica Assicurazioni è da sempre vicina di casa di H-Farm, visto che buona parte dell’area confinante con quello che era un acceleratore di startup, sono di sua proprietà. E su questa area si svilupperà il campus, grazie all’intervento finanziario di Cassa Depositi e prestiti. Si tratta quindi in prima battuta di un’imponente operazione immobiliare, che prevede l’ampliamento della superficie già occupata da H-FARM (14mila metri quadri edificati e 12 ettari di parco), con l’aggiunta di 31 ettari di terreno, all’interno dei quali verranno realizzati i 26mila metri quadri di nuovi edifici, per un controvalore complessivo di 69 milioni di euro. H-FARM, che è quotata all’AIM dal novembre 2015, avrà la disponibilità dell’intero complesso in forza di un contratto di locazione trentennale che le permetterà di programmare le proprie attività con un orizzonte temporale adeguato ai piani di sviluppo.
L’accordo prevede la costituzione di un Fondo Immobiliare, gestito da Finint Investments SGR, e prenderà il via una volta ottenute le autorizzazioni amministrative relative all’edificabilità delle aree: sarà sottoscritto da Cattolica Assicurazioni, che deterrà una quota del 56%, con il supporto del fondo FIA2 “Smart housing, Smart working, Education & Innovation” gestito da CDP Investimenti Sgr che deterrà una quota del 40% e Cà Tron Real Estate (la società dei fondatori di H-FARM) con una quota del 4%. Il Fondo conterà a regime su un attivo immobiliare di 101 milioni di euro costituiti da 32 milioni di asset esistenti, acquisiti da Ca’ Tron Real Estate, 10 milioni di euro di asset già di proprietà di Cattolica, a cui si aggiungono 59 milioni di liquidità che consentiranno la realizzazione e lo sviluppo del nuovo progetto.
H-Campus sarà in grado di ospitare complessivamente oltre 3 mila persone, tra studenti, giovani startupper, docenti, imprenditori e manager. Proprio la condivisione di uno
stesso luogo favorirà il processo di contaminazione, lo scambio di idee, la creazione di opportunità, la nascita di stimoli e condivisione di esperienze e buone pratiche da cui trarre ispirazione ed esempio. Un unicum a livello europeo: H-Campus sarà non solo un punto di osservazione privilegiato sul futuro, sulle nuove tendenze del mondo del lavoro e dello sviluppo tecnologico, ma anche un serbatoio di talenti e competenze unico a cui attingere per lo sviluppo economico e culturale del Paese.
A livello normativo H-Campus è stato riconosciuto dalla Regione Veneto “progetto di interesse strategico” e in quanto tale beneficiario di una corsia autorizzativa accelerata ai sensi dell’art. 32 della L.R. 35/20, che è oggi nella sua fase finale di autorizzazione. Si tratta di uno dei primissimi esempi sul territorio nazionale.
Il progetto verrà realizzato secondo una logica di sostenibilità e rispetto dell’ambiente: solo il 10% dell’intera superficie occupata da H-Campus (su 50 ettari complessivi) verrà edificata. Lo spazio restante verrà adibito a parco, restituendo così alla comunità oltre 27 ettari di terreno boschivo. I nuovi edifici in cui troveranno posto aule, auditorium, ristoranti, sale riunioni, spazi destinati allo sport e residenze studentesche verranno realizzati con un intervento a cubatura zero, recuperando dal territorio i crediti edilizi necessari. A livello energetico utilizzerà fonti di energia rinnovabili grazie al quale l’insediamento non impatterà in alcun modo dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica.
Il progetto, sviluppato ancora una volta dallo studio ZAA (Zanon Architetti Associati), che ha seguito il centro di innovazione veneto fin dalla sua nascita, può vantare una firma d’eccezione per la realizzazione del suo cuore pulsante, la biblioteca: è quella di Richard Rogers, uno dei più grandi architetti al mondo, che proprio in questi giorni festeggia i 40 anni della sua opera più importante, il Centro Nazionale d’Arte e di Cultura Georges Pompidou, disegnata con Renzo Piano.