Il comitato scientifico del consorzio Elis ritiene che l’Italia abbia ancora la possibilità di giocare un ruolo da protagonista nell’ICT del mercato globale e ricreare aziende quali sono state in passato Telettra, Italtel, Olivetti, etc. vista la disponibilità di competenze ICT qualificate e a costo competitivo e la continua nascita di PMI e Start Up italiane che hanno nel loro DNA la predisposizione ad affrontare le sfide globali.
La via del rilancio per l’ICT made in Italy che proponiamo si basa su alcuni principi:
1. La cooperazione tra imprese: non bastano gli sforzi individuali di una singola azienda, ma occorre lo sforzo congiunto dell’intero ecosistema ICT italiano. E’ possibile costruire un vantaggio competitivo per l’ICT made in Italy se si riesce a creare una relazione evoluta (di partnership) tra imprese della domanda e imprese dell’offerta, cooperando insieme nel fare innovazione.
2. L’impollinazione cross industry: le imprese sono spesso autoreferenziali e mancano di stimoli esterni al loro settore; la contaminazione con settori diversi è fonte di innovazione.
Ad es. la carta ricaricabile PostePay è la “trasposizione” nel settore bancario del concetto di ricaricabile della telefonia mobile.
3. Portare fuori dal perimetro di impresa l’innovazione radicale. Le grandi imprese – non solo italiane – hanno difficoltà a essere innovative inmodo continuativo. Spesso più un’impresa è grande e meno idee riesce a far emergere, abortendole sul nascere. Una strategia di innovazione che si sta affermando è quella dello spin in: portare fuori dal perimetro dell’impresa le attività di innovazione radicale con l’opzione di acquisire la start up in un momento successivo. Cisco e Oracle ad esempio utilizzano, oltre a una strategia Make (R&D interna), una strategia Buy acquisendo aziende innovative che loro stesse hanno contribuito a far nascere.
Una storia di particolare successo è quello di Mario Mazzola capo della R&D interna che ha avviato d’accordo con Cisco due successive aziende (a. storage networking, b. unified computing systems) entrambe acquisite poi dalla stessa Cisco. Telecom Italia ha appena avviato l’iniziativa Joint Open Labs (Taranto, Pisa – Fulvio Faraci) finalizzata a estrarre valore economico dalla ricerca universitaria.
4. Valorizzare la ricerca tecnologica universitaria ai fini dell’innovazione. Le università sono giacimenti di conoscenza poco utilizzati dalle imprese e al tempo stesse le università sono poco orientate a dare valore economico alla ricerca. Unire la ricerca nelle università alla produzione dell’industria valorizzerebbe le competenze di ognuno e lo sviluppo di innovazione.
5. Internazionalizzare l’offerta: in passato non si è avuto il coraggio di affrontare le sfide globali e le imprese italiane si sono spesso ” rifugiate ” nel mercato interno. In questo modo non si sono affrontati i veri nodi della competitività, il principale dei quali è il contenuto di innovazione dei prodotti.
6. Contaminazione con i giovani: occorre favorire l’esposizione dei senior al pensiero fresco e non condizionato delle nuove generazioni native digitali.
La proposta
Innovation Lab: laboratorio specializzato in “ultra rapid prototyping” formato da 50 giovani sviluppatori di età compresa tra i 19 e i 22 anni che dedicano metà tempo allo studio (ingegneria informatica) e metà tempo a realizzare prototipi per conto delle imprese che forniscono borse di studio.
Italia Lab: laboratorio di innovazione collaborativa ICT driven, formato da 100 innovatori provenienti dalle aziende (della domanda e dell’offerta ICT) e dalle Università, organizzati in gruppi interaziendali e condotti a sviluppare innovazione radicale attraverso un processo selettivo stage-gate (fail quick) con feedback di mercato. Il processo ha un tempo di attraversamento complessivo di 6 mesi (dalla scelta del tema individuato dalle imprese madrine alla costituzione di un team imprenditoriale credibile).
Obiettivo del lab è “estrarre valore economico dalla tecnologia”, così come è stato fatto da Nintendo o dalla Apple nel caso dei Mems (accelerometri e giroscopi microelettronici) sviluppati dalla ricerca di STMicroelectronics. A partire dalla tecnologia emergente (presentata dalle università e dalle imprese) Italia Lab ha il compito di sviluppare innovazione (con valore economico) per settori (industry) specifici (Automotive, Health, Food, Fashion, Turisimo, Transportation, Energy, Media, ecc.) individuati dalle imprese madrine.
Gianluigi Castelli, Executive Senior VP e CIO di Gruppo ENI;
Alfonso Fuggetta, CEO CEFRIEL – Politecnico di Milano;
Stefano Pileri, CEO Italtel