A Wall Street c’è un nuovo unicorno insurtech ed è cinese. Il 7 maggio ha infatti debuttato Waterdrop, scaleup fondata nel 2016 e che ha fra i suoi investitori anche Tencent: finora ha ottenuto 631 milioni di dollari di finanziamenti. Nel giorno del collocamento ha raccolto 360 milioni (30milioni di azioni vendute a 12 dollari l’una), raggiungendo una valutazione di 4,7 miliardi
Waterdrop è tra le poche aziende fintech cinesi ad aver finalizzato l’entrata sui mercati americani, nonostante la crescente regolamentazione di un settore già delicato come quello delle polizze mediche.
Vediamo allora come funziona Waterdrop, le tipologie di servizi offerti e le sfide che dovrà affrontare nel prossimo futuro.
Waterdrop, crowdfunding e polizze sanitarie
Waterdrop si compone attualmente di due unità operative fondamentali: la piattaforma di crowdfunding e il programma Waterdrop Insurance Mall, attraverso il quale vende polizze assicurative in campo medico.
Per quanto riguarda la prima, l’insurtech aiuta gli utenti con problemi di salute a organizzare e gestire campagne di raccolta fondi, sfruttando anche la popolarità dei suoi canali di comunicazione. Questa modalità è ancora poco esplorata dal settore insurtech europeo, ma decisamente promettente: a luglio 2020 le campagne organizzate da Waterdrop avevano raccolto un totale di 4,6 miliardi di dollari tramite più di un miliardo donazioni effettuate da 320 milioni di utenti.
Le campagne di raccolta fondi vengono organizzate e diffuse tramite i social network, primo tra tutti il colosso cinese WeChat.
Waterdrop Insurance Mall è invece la sezione dedicata alla sottoscrizione di polizze sanitarie. Nella prima metà del 2020 questa contava 120 milioni di clienti e un premio complessivo di 865 milioni di dollari, in continua crescita. La compagnia punta a offrire prodotti assicurativi economici e accessibili a tutti: le polizze a lungo termine partono da 4 yuan (0,58 dollari) al mese.
In passato Waterdrop vantava anche una terza unità operativa tramite la quale gestiva un programma di aiuto reciproco (mutual aid): gli utenti interessati versavano una qualsiasi cifra su un fondo comune, e la compagnia provvedeva poi a pagare fino a 43 mila dollari nel caso in cui i contribuenti fossero andati incontri a problemi di salute. Il programma aveva più di 70 milioni di utenti e nel 2019 aveva rimborsato spese per 2 miliardi di yuan, che equivalgono a più di 300 milioni di dollari.
Il fondo di mutual aid è stato chiuso lo scorso marzo, a causa della crescente complessità delle norme che regolano il settore.
Secondo Bloomberg, i prodotti offerti da Waterdrop si rivolgono principalmente ai residenti delle città cinesi meno in vista e ai giovani utenti esperti nella navigazione in internet. In Cina, le stime sostengono che entro i prossimi di anni il mercato delle assicurazioni digitalizzate potrebbe crescere di 2.5 trilioni di yuan (387 miliardi di dollari).
L’ingresso in Borsa tra investimenti, perdite e problemi normativi
Waterdrop è stata fondata nel 2016 da Shen Peng, che attualmente ricopre il ruolo di Ceo. In cinque anni di attività la compagnia ha raccolto investimenti per 631 milioni di dollari, divisi in nove diversi round. L’ultimo, di Serie E, ha visto il colosso Tencent – lo sviluppatore di WeChat – investire 150 milioni di dollari. In precedenza, ad agosto 2020, la compagnia aveva raccolto 230 milioni di dollari in un round di Serie D guidato da Swiss Re e Tencent.
La compagnia ha acquisito lo status di unicorno nell’aprile 2019, e a maggio 2021 si è quotata con successo sulla Borsa di New York raccogliendo 360 milioni di dollari.
Ancora oggi, però, Waterdrop non ha mai generato profitti e si è detta dubbiosa riguardo alla possibilità di ribaltare la situazione nel breve termine. Nel 2020, ad esempio, ha generato entrate per 464 milioni di dollari, ma ha comunque chiuso l’anno in negativo con perdite per 101 milioni.
Nel prossimo futuro, inoltre, l’insurtech dovrà affrontare una serie di ostacoli normativi: il settore delle polizze mediche – specialmente se offerte tramite metodi non convenzionali come il crowdfunding – è infatti particolarmente complesso e le regolamentazioni in vigore stanno diventando via via più serrate. Importanti cambiamenti potrebbero quindi minacciare il futuro di Waterdrop.
Articolo originariamente pubblicato il 12 Mag 2021