Lavorare con la Pa è così complicato che esistono appositi corsi di formazione, alcuni gratuiti, altri erogati da privati a suon di centinaia e a volte migliaia di euro.
Un esempio di questa anomalia molto italiana? Il Mepa, Mercato elettronico della pubblica amministrazione gestito da Consip per il ministero dell’Economia, che da giugno ha emanato nuove regole volte alla semplificazione delle procedure, in particolare a favore di Pmi e startup. Un cambio di passo salutato con favore dai ‘piccoli’ e che certamente va nella direzione giusta.
Tuttavia il meccanismo di accesso a questo luogo virtuale dove si incontrano Pa e imprese resta complesso per una serie di problemi ammessi dalla stessa Consip ed evidenziati dagli esperti che ruotano intorno al settore. C’è l’annosa questione del divario digitale in Italia, per cui un artigiano o un piccolo commerciante, poco o per nulla esperti di Internet ma intenzionati a vendere i propri prodotti alla pubblica amministrazione, incontrano serie difficoltà a inserirsi nella piattaforma online del Mepa e seguire la procedura guidata. Un problema che i giovani startupper sicuramente non avranno. Ma tutti, anziani analogici e nativi digitali, dovranno scontrarsi con la normativa che sta a monte della regolamentazione del Mepa e con la burocrazia che richiede l’espletazione di una serie di pratiche. Questo dal lato impresa.
Dal lato Pa la questione sembra essere ancora più spinosa, perché con la spending review l’utilizzo del Mepa è diventato obbligatorio per tutte le Pa per i cosiddetti acquisti sotto soglia, cioè quelli di importo inferiore alla soglia comunitaria: 134mila euro per le Pa centrali e 207mila euro per tutte le altre. Questo significa che, da un giorno all’altro, una marea di enti pubblici, dal Comune alla Regione fino alla più sperduta comunità montana, si sono ritrovati costretti ad usare il Mepa. Ma non tutti evidentemente erano, o sono, pronti per l’impresa.
Da qui è nata l’esigenza di corsi dedicati e nel frattempo si è creato un mercato privato di enti di formazione, che fanno pagare dai 360 fino agli 800 euro a persona, e anche 3000 euro per corsi aziendali. Quando magari qualcuno si era illuso che, per poter vendere alla Pa, bastassero pochi clic.
La stessa Consip si è attrezzata per spiegare le procedure a enti e imprese, il tutto in forma gratuita. Pensando alle necessità delle Pmi, ha messo in piedi il Progetto Sportelli in Rete, in collaborazione con le organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale, che prevede l’attivazione di Sportelli o Punti informazione a supporto alle imprese presso le Associazioni presenti sul territorio italiano, dalle Camere di Commercio a Confartigianato a Confindustria, solo per fare qualche nome (qui la lista completa). L’associato si reca presso l’associazione di categoria alla quale è iscritto sul proprio territorio e chiede informazioni sull’utilizzo del Mepa alla persona precedentemente formata da Consip.
Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, Consip organizza periodicamente seminari ed eventi in aula sul territorio solitamente della durata di qualche ora. Si tratta comunque di una formazione minima, mirata a insegnare i passaggi fondamentali. Consip tiene a specificare che la frequentazione di questi corsi non è obbligatoria e che molte imprese ce la fanno da sole. Qualche problema in più, ammette, si crea con le amministrazioni pubbliche, alcune delle quali hanno ancora difficoltà a lavorare con strumenti elettronici. D’altra parte sottolineano che la produzione di materiale richiesta a chi accede al Mepa è analoga a quella standard che una qualsiasi azienda è tenuta a produrre in occasione di gare pubbliche: ovvero una serie di documenti obbligatori (si pensi, solo per fare qualche esempio, al Durc o al certificato antimafia).
Insomma, il Mepa, chiaramente, non è Ebay, dove si vende e si compra in pochi minuti . Non lo è non tanto, o non solo, per l’organizzazione della struttura Consip, che come abbiamo visto fa formazione (a costo zero, assicurano, perché viene svolta da dipendenti interni a cui viene pagata solo la trasferta), quanto soprattutto per la natura stessa della Pa italiana, con i noti problemi di brocrazia e leggi difficili da interpretare.
In questo gap creato dall’assenza di semplificazione si inseriscono i privati. Porzio & Partners, con sedi a Roma, Milano e Bolzano, è una società nata proprio per offrire a enti pubblici e imprese private formazione Mepa e consulenza Mepa, oltre ad altri servizi di consulenza in ambito appalti e Ict. Negli ultimi 12 mesi ha erogato oltre 100 corsi sia per gli enti pubblici sia per gli imprenditori, sia “a catalogo”, cioè tutti insieme in aula, sia in house, ovvero recandosi presso le aziende a formare il personale interno. I prezzi? “Si va dai 200 ai 400 euro a persona per i corsi a catalogo – spiega Francesco Porzio, ex dirigente Consip – ai 1200 euro per due giorni di docenza in house nelle Pmi, in cui affianchiamo passo passo il personale e aiutiamo a delineare la strategia commerciale, fino ai 2 o 3.000 euro per gli in house nelle aziende più importanti. La verità è che c’è moltissima richiesta”. Ma perché si pagano migliaia di euro quando Consip eroga formazione gratuita? “Corsi di questo genere ci vengono richiesti anche da chi partecipa a un qualsiasi bando di gara non Consip, perché è la formazione giuridica e strategica che manca. Noi non spieghiamo le regole tecniche, dove cliccare e come, ma le normative. E lì bisogna stare molto attenti – conclude – perché le false dichiarazioni possono comportare l’interdizione dalle gare pubbliche”.
In questo campo opera anche Ceida, scuola superiore di amministrazione pubblica e degli enti locali: è una società di Roma che, nell’ambito di una ricca offerta formativa, un paio di volte all’anno organizza moduli da 4 o 5 corsi per svelare alle Pa (ma anche alle imprese) i segreti del Mepa. Si va dal seminario in aula di un giorno su “Gli acquisti telematici e l’uso efficace del programma Consip”, al costo di 250 euro a persona, all’“Esercitazione pratica di uso dei sistemi telematici di acquisto nel Mepa”, 2 giorni e 490 euro, fino al “Corso generale di utilizzazione del sistema Consip”, che dura 4 giorni e costa 830 euro. “Noi mettiamo a disposizione docenti che analizzano i problemi insieme con gli alunni: sono ex dirigenti Consip, conoscono l’argomento, fanno fare esercitazioni pratiche da video, fanno fare simulazioni di acquisto. Del resto è una materia complessa” ammette Cristian Macchia, responsabile marketing e promozione di Ceida.
C’è poi Formel, società di formazione per amministratori della Pa con alcune sedi nel Nord Italia, tiene diversi corsi all’anno sulle procedure di accesso al Mepa, ma incentrati solo sulla formazione agli enti locali. Un corso standard può costare 360 euro a persona per una formazione in aula di 6 ore o più. E sono solo alcune delle molte realtà private formative sparse per l’Italia che si occupano di Mepa. Realtà pagate dagli imprenditori per riuscire a vendere alla Pa.