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Venture Debt: che cos’è, come funziona, quanto costa alla startup

Alle startup il debito non fa bene, ma l’equity diluisce le quote. Così negli Stati Uniti è nato il Venture Debt, uno strumento che in genere va a rimorchio di un round di finanziamento. Ecco quanto si può ottenere e perché i tassi sono spesso a due cifre

Pubblicato il 29 Ago 2023

venture debt

Debito e startup, “questo matrimonio non s’ha da fare”. Ma se si chiama Venture Debt…

Il debito non è un buon compagno di viaggio di una startup, in particolare nelle prime fasi e comunque fino a quando non ha sviluppato delle recurring revenue e raggiunto un certo quale equilibrio di gestione.

I motivi sono rinvenibili alla pagina uno di un qualunque manuale di finanza aziendale (qualora scritto bene): in situazioni di forte variabilità dei risultati economici e in presenza di costi fissi di carattere operativo (leggasi personale), non è opportuno aggiungere costi fissi di natura finanziaria (alias interessi sul debito). Lo strumento per gestire questa situazione si chiama equity (capitale di rischio, anche se suona male alle nostre latitudini).

Il problema dell’equity è che “costa” in termini di “dilution”, ossia percentuali di capitale.

Che cos’è il Venture Debt

Negli Stati Uniti è pertanto diffuso lo strumento del Venture Debt. Si tratta di debito che in genere va a rimorchio di un round di funding (faccio un round da 5 milioni e ci aggiungo un paio di milioni di venture debt) ovvero in presenza di dinamiche di gestione non particolarmente stressate. Chi fornisce il venture debt? Alcune banche, ma sempre più operatori specializzati.

Il Venture Debt ha un “piccolo” difetto, assumendo che venga concesso. Costa molto perché è un finanziamento con logiche simili al “mezzanine”. Finanziando aziende non ancora pienamente strutturate ed essendo in genere subordinato, il suo costo è più a due cifre che ad una.

Vi propongo alcuni dati molto interessanti e recenti (secondo trimestre 2023) sul mercato statunitense raccolti da un operatore specializzato (Spinta Capital). Interessante è vedere il confronto con la situazione in essere diciotto mesi fa – ossia prima dell’esplosione del “VC Pullback” – e come i termini siano diventati molto più restrittivi.

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Di seguito vi faccio una sintesi utile anche a capire come funziona lo strumento.

  • Venture Debt: quanto si può ottenere

In media l’importo ottenibile è tra il 30% e il 70% delle annual recurring revenue. Per late stage companies (con fatturato superiore a 15 milioni) si può arrivare anche a 1-1.5x. In alternativa si richiede una “cash runway” di 1-2 anni (tipico di venture debt a rimorchio di un round di finanziamento).

  • Il costo

Il tasso medio di interesse varia tra il 7-11% (in alcuni casi si può spingere al 15%).

  •  L’associazione con un warrant

Il Venture Debt quasi sempre richiede la concessione di warrant, ossia opzioni per acquistare quote di capitale dell’azienda finanziata. In media si tratta dello 0.5-2% ma può spingersi anche al 10-15% in situazioni molto “aggressive”.

Ovviamente più è alto il rischio percepito della startup, più le condizioni diventano stringenti (maggiori tassi di interesse e percentuali di warrant) e più è probabile che il finanziamento non venga concesso (no deal). Dalla tabella è evidente come la contrazione del mercato abbia di fatto reso l’accesso al venture debt molto più restrittivo.

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Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

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