Centosessantatre milioni di euro. A tanto ammonta il capitale raccolto dal Fondo dei Fondi di Venture Capital (FoF VC), che ha effettuato la chiusura della raccolta. Ad annunciarlo è stata una nota diffusa dal veicolo finanziario gestito dal Fondo Italiano d’Investimento SGR. Secondo quanto riporta la nota, l’ultimo soggetto ad aver investito nel Fondo dei Fondi è stata, in ordine cronologico, la Fondazione Cariparo, con un investimento pari a 3 milioni di euro. Secondo quanto riportano i documenti ufficiali del fondo, l’operatività è iniziata il 1 settembre 2014 con un target di raccolta di 150milioni di euro. Con il closing finale è stato dunque superato l’obiettivo iniziale di raccolta.
Il Fondo dei Fondi è uno strumento finanziario nato a settembre 2014 su iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti, con l’obiettivo di supportare la crescita dell’universo del venture capitali italiano. Il fondo infatti non investe direttamente in aziende, ma immette capitale in altri fondi che a loro volta lo investono, tramite la formula del capitale di rischio, in società ad alto potenziale di crescita.
Ad oggi il Fondo di Fondi di Venture Capital ha effettuato sottoscrizioni in 5 fondi di venture capital per un totale di 62 milioni di Euro, di cui quattro con focus nazionale e uno con focus europeo, i quali ad oggi hanno a loro volta investito in oltre 40 startup. Per l’esattezza, gli investimenti sono stati effettuati nei seguenti fondi:
- Sofinnova Capital Partners VIII – 10 milioni €;
- Innogest Capital II – 15 milioni €;
- Barcamper Ventures – 17 milioni €;
- Oltre II – 3 milioni €;
- Vertis Venture II IDT – 17 milioni €;
«La chiusura della raccolta da parte del FoF VC con l’intervento di una Fondazione Bancaria, al fianco di altri importanti investitori istituzionali –ha dichiarato Carlo Mammola, Amministratore Delegato di FII SGR – rappresenta per noi motivo di grande orgoglio, a testimonianza della validità riconosciuta al nostro progetto. Inoltre riteniamo che strumenti di investimento di questo tipo si adattino particolarmente bene alle esigenze di investimento nell’economia reale manifestate sia dalle stesse Fondazioni che dagli investitori di natura previdenziale, combinate con quelle di diversificazione del portafoglio».
Continua a leggere su Startupbusiness