Numeri piccoli, ma vitali, capaci di generare impresa, investimenti, profitti e occupazione. Il Rapporto Venture Capital Monitor, realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeMTM attivo presso la LIUC – Università Cattaneo e da AIFI, Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital, e presentato lunedì a Milano, tratteggia un quadro di grande vitalità del settore degli investimenti in nuove imprese e settori.
In base ai numeri contenuti nel report, infatti, nel 2014 si sono contate 71 operazioni di venture capital, l’8% in più rispetto al 2013: una serie di investimenti che hanno smosso, in concreto, circa 80 milioni, ossia più di dieci milioni più dei 68 registrati nel 2013. Gli investimenti censiti fanno capo a 33 investitori attivi, a cui si aggiunge la categoria dei business angel, ossia uomini di impresa esperti in un determinato settore (il cui impegno appare in leggera crescita, +6%, rispetto al 2013); in tutto la loro esposizione è servita a finanziare nel 79% dei casi (56) nuove startup e nel 21% le operazioni di seed (fase ancora precedente rispetto alla startup vera e propria) e gli investimenti medi sono stati di circa 0,3 milioni.
Per quel che riguarda la provenienza geografica delle operazione, tocca alla Lombardia la parte del leone, come regione che copre il 49% del mercato (era il 26% nel 2013), seguita da Lazio con l’11% e, a pari merito, Piemonte e Veneto con il 7% del totale delle operazioni realizzate in Italia.
Dal punto di vista settoriale, gran parte dell’interesse è coperto dall’ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) che monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital e che cresce, negli investimenti, del 56% (era il 50% nel 2013), in particolare con progetti relativi a applicazioni web e mobile. In aumento anche l’interesse verso il terziario avanzato con il 21% rispetto al 6% del 2013 e verso il settore della grande distribuzione che arriva al 6% rispetto al 2% dell’anno precedente
“Il 2014 – ha detto presentando il rapporto il presidente AIFI, Innocenzo Cipolletta – si è chiuso con una crescita dei nuovi investimenti in nuove imprese: si tratta, dunque, di un capitale che genera processi innovativi in grado di irrorare tutto il sistema imprenditoriale e che fa da fattore di crescita e, pur nelle difficoltà del mercato italiano, ha favorito negli anni lo sviluppo e l’evoluzione del nostro sistema produttivo e dell’occupazione”.
Un quadro i cui risultati potrebbero crescere ancora, spinti dal prossimo ruolo del Fondo italiano di investimenti (promosso dalla Cassa depositi e prestiti) che sembra intenzionata ad avviare un nuovo Fondo di fondi dedicato al venture capital. “L’arrivo del Fondo di fondi – ha commentato Enzo Cipolletta, presidente di Aifi – con un valore approssimativo di 150 milioni di euro, potrà mobilitare 450 milioni di altri investimenti. Ciò significa che da qui alla fine dell’anno l’Italia potrebbe crescere ancora nel venture capital e fare un reale salto di qualità”.