Nasce dall’idea di quattro giovani studenti in procinto di laurearsi Cubbit, startup del deep tech fondata a Bologna nel 2016 da Alessandro Cillario, Marco Moschettini, Stefano Onofri e Lorenzo Posani.
Un’idea tecnologica sviluppata con pazienza e determinazione nel corso di poco più di tre anni – il tempo necessario a sviluppare lo stack tecnologico – e che, dopo aver raccolto un’ottima risposta sia in Italia che in Europa, è pronta per essere presentata sul mercato globale.
Cubbit, il cloud distribuito, sostenibile e più sicuro
La tecnologia di Cubbit si rivolge principalmente alle aziende – nonostante una prima campagna rivolta al mondo consumer abbia dato dei buoni risultati – e sono già 120 le realtà italiane che si sono affidate alla tecnologia sviluppata dalla startup. Tra queste, grandi aziende come Granarolo, ma anche realtà più piccole.
Cubbit abilita soluzioni di cloud storage geo-distribuito: un’evoluzione del cloud verso una maggiore sicurezza, sovranità dei dati e sostenibilità, come spiega Alessandro Cillario, Co-Ceo dell’azienda.
“Oggi il cloud è pensato in una logica centralizzata, per cui i dati vengono ospitati in data center fisici, e questo crea numerosi limiti. In primo luogo, i data center sono molto energivori e quindi hanno un grande impatto sia in termini di costi che sull’ambiente”, spiega.
“La nostra tecnologia permette di utilizzare tutta una serie di dispositivi che già sono presenti nelle aziende e che sono sottoutilizzati nella capacità. Costruendo una rete distribuita è possibile invece ottimizzare al 100% questi dispositivi e ridurre i costi”, aggiunge.
Oltre a ridurre i costi, la tecnologia sviluppata da Cubbit permette di ridurre anche le emissioni associate al cloud storage. Oltre a non possedere alcun data center da alimentare e raffreddare, l’azienda utilizza dispositivi a basso consumo energetico per archiviare i dati ed è in grado di ottimizzare la posizione geografica dei file distribuiti in modo che gli shard archiviati siano vicini al proprietario. La combinazione di questi fattori riduce il consumo energetico di 25 tonnellate di CO2 l’anno per ogni PB archiviato.
Un altro grande vantaggio è in termini di sicurezza, poiché Cubbit utilizza un approccio geo-distribuito e basato sul concetto di “zero-knowledge” per cui i dati vengono “spezzettati”, cifrati, e distribuiti su una rete peer-to-peer in cui i nodi sono costituiti dalle aziende partecipanti alla rete.
Questo fa sì che se anche se si verificasse un attacco hacker o disastro naturale su un nodo della rete, il dato compromesso sarebbe soltanto un frammento e sarebbe quindi possibile recuperare il dato intero.
Cubbit, la prima startup italiana accelerata da Techstars
Caratteristiche che hanno permesso all’azienda di ottenere riconoscimenti importanti, dopo una prima fase complessa, visto l’impegno necessario a sviluppare lo stack tecnologico e il contesto – quello dell’Italia del 2017 – in cui i quattro fondatori hanno iniziato la loro attività.
“I primi tre anni sono stati dedicati interamente ad attività di ricerca e sviluppo necessarie a costruire il core tecnologico. In quel momento abbiamo riscontrato alcune complessità legate anche alla poca conoscenza dei temi del cloud che vi era in Italia in quegli anni. Motivo per cui, nel 2018, voliamo a Tel Aviv e veniamo accelerati da Techstars”, spiega Cillario.
Con questi primi finanziamenti Cubbit riesce a inserirsi in uno degli ecosistemi dell’innovazione più importanti a livello globale. Nel 2019 l’azienda lancia una prima campagna di crowdfunding rivolta al mondo consumer che ottiene buoni risultati e può così validare la tecnologia.
Successivamente si aggiudica un grant da 2 milioni di euro nell’ambito del programma europeo di innovazione Horizon 2020 e nel 2021 chiude un altro round di investimenti che permette all’azienda di iniziare a guardare al mercato B2B.
Dalla campagna “Next Generation Cloud Pioneers” a Gaia-X
Si arriva così al 2021 quando l’azienda chiude un round importante e lancia la campagna “Next Generation Cloud Pioneers” rivolta proprio al mercato B2B, che in circa 18 mesi ha portato ad avere più di 120 clienti tra grandi aziende italiane a PMI.
“Quando abbiamo lanciato questa campagna temevamo che l’interesse a sperimentare una tecnologia di nuova generazione fosse limitato, ma devo dire che abbiamo invece riscontrato una grande attenzione dal mondo dei CIO, degli IT Manager e dei CTO nell’utilizzare tecnologie nuove come la nostra. Dal 2018 al 2022 ho visto un grande cambio di passo, c’è una comprensione maggiore del valore che queste tecnologie possono dare e un interesse attivo a svilupparle e portarle nelle proprie aziende”, commenta Cillario.
In quegli anni arriva anche l’invito a partecipare a Gaia-X, progetto europeo che mira a costruire un’infrastruttura europea di cloud e di dati – su cui andare ad erogare servizi certificati e affidabili – per favorire la crescita del mercato digitale europeo, attraverso un sistema di regole chiare in termini di sicurezza, interoperabilità e sovranità digitale.
Un progetto che è diventato operativo con la presentazione dei primi servizi certificati nei mesi scorsi e che ora può offrire a Cubbit altro margine di crescita a livello europeo.
Nuove feature e internazionalizzazione: gli obiettivi dei prossimi mesi
Cubbit è oggi una realtà che impiega circa 50 persone ed è ora concentrata sia sullo sviluppo di features aggiuntive che sulla crescita dell’azienda a livello globale.
“Nell’arco delle prossime settimane e mesi faremo una serie di annunci importanti sia dal punto di vista di alcune figure che si stanno unendo alla squadra – e che sono profili internazionali di primissimo livello nel nostro settore – che per quanto riguarda la costruzione di un advisory board di livello internazionale, perché il mercato a cui ci affacciamo è globale”, aggiunge Cillario.
Cubbit quindi punta all’internazionalizzazione, nonostante continui l’impegno sul fronte dello sviluppo del mercato italiano.
Una nuova linea di business si apre ora per l’azienda: il lancio di una ulteriore suite di prodotti enterprise — la cui diffusione sarà alimentata dall’apertura di nuovi canali di distribuzione e partnership.
“Quello che posso già anticipare è che la nostra tecnologia diventerà sempre più un enabler di soluzioni multi cloud – edge quindi di fatto quelle soluzioni che tutte le grandi aziende stanno iniziando a cercare e di cui ci sarà sempre più bisogno”.