Le startup favoriscono l’innovazione nel mercato cloud con soluzioni consumer per utenti finali e le aziende tradizionali, erogando nuovi servizi e cambiando profondamente il modo di gestire l’IT. La maggior parte delle startup sono sono nell’ambito SaaS e spaziano negli ambiti di business più disparati, rivoluzionando i processi aziendali, dalle risorse umane e all’amministrazione fino ai canali di interazione con i clienti.
Lo scenario internazionale
La ricerca internazionale si è basata sull’analisi di 248 startup che hanno ricevuto finanziamenti da investitori istituzionali negli ultimi due anni a livello sia internazionale che nazionale che operano nel mercato del Cloud e dell’ICT as a Service. L’analisi ha evidenziato due tipologie di startup che operano nel mercato del Cloud Computing: da un lato vi sono le startup Cloud-based e dall’altro i Cloud Provider.
Si definiscono startup Cloud-based quelle startup che, usufruendo di servizi Cloud, sono riuscite a creare nuovi business ICT driven. Il Cloud consente loro di razionalizzare gli investimenti IT e velocizzare le successive fasi di crescita, grazie alle caratteristiche di flessibilità insite in questo modello, oltre che ridurre gli oneri e le complessità legati all’IT, dando così maggior rilevanza al core business.
I Cloud Provider, sono invece aziende nate con lo scopo di offrire sul mercato soluzioni as a Service. Startup di questo genere, al contrario dei big provider, rivolgono la propria offerta a specifici target di clienti, in base ai quali è possibile raggruppare in startup B2b, che offrono alle aziende soluzioni hardware e software as a Service o che si rivolgono al mondo degli sviluppatori e/o dei produttori, per mettere loro a disposizione piattaforme che consentono lo sviluppo di nuove applicazioni basate sul Cloud Computing e in startup B2c, che mirano a offrire applicazioni o soluzioni rivolte al mondo consumer.
Parallelamente a tale classificazione, è possibile individuare i principali filoni in cui possono essere raggruppate le startup finanziate, suddivise, coerentemente con la classificazione dei modelli di servizio riconosciuta a livello internazionale: Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS) e Software as a Service (SaaS).
Con riferimento alla prima categoria, sono state individuate startup IaaS che rientrano nelle seguenti aree:
• startup che offrono servizi on-demand di hosting dedicato (server e cpu virtuali); SingleHop, ad esempio, è un provider che fornisce alle PMI risorse di hosting che possono essere utilizzate in modo scalabile e flessibile in base alle esigenze del business;
• startup che mirano a offrire servizi di archiviazione Coud-based di email e file (Sonian) e con funzionalità di crittografia dei dati, come Bitcasa. Altro esempio è la startup SolidFire, che ha realizzato il primo sistema di storage dedicato esclusivamente ai Cloud Service Provider;
• società che forniscono software infrastrutturali: alcuni esempi sono VMTurbo, startup che offre una soluzione di intelligent workload management per ambienti Cloud e virtualizzati in grado di regolare dinamicamente le risorse hardware, la startup Auvik Networks che ha sviluppato una soluzione Cloud in grado di configurare e gestire i dispositivi di rete aziendali;
• aziende che offrono servizi di sicurezza informativa, come antivirus in modalità Cloud (Zscaler) e soluzioni di backup (Intronis);
• startup operanti nell’ambito del consolidamento, virtualizzazione e automazione delle risorse. Per esempio, Fluid Operations è fornitore di una piattaforma Cloud di gestione automatizzata di ambienti virtuali, mentre Opscode ha sviluppato un framework opensource per automatizzare il processo di configurazione e gestione dei server virtuali, consentendo agli utenti di implementare rapidamente i propri server;
• startup che realizzano soluzioni di business continuity e disaster recovery in ottica Cloud (Quorum);
• realtà come CiRBA che ha sviluppato un software di Data Center Intelligence per il monitoraggio delle infrastrutture al fine di migliorare l’efficienza energetica dei Data Center.
In ambito PaaS, invece le principali Startup possono essere categorizzate nelle seguenti aree:
• startup che forniscono ambienti di sviluppo e deployment di applicazioni software, come Cloud9IDE con la piattaforma per la collaborazione tra gli sviluppatori web e mobile;
• fornitori di piattaforme di integrazione che consentono la comunicazione tra applicazioni legacy e Cloud. Un esempio interessante è Joyent, che offre una piattaforma software completamente integrata che consente di semplificare e ottimizzare il processo di creazione di un ambiente Cloud proponendo in un unico ambiente strumenti per la creazione di macchine virtuali, una piattaforma di sviluppo PaaS e tool per la gestione e l’analisi dei Data Center. Altri esempi di piattaforme di integrazione sono SnapLogic e MuleSoft;
La maggior parte delle startup sono state individuate nell’ambito SaaS, in cui rientra una casistica molto ampia. Esse possono essere classificate nelle seguenti aree:
• startup in ambito amministrazione, finanza e controllo, come Anaplan, che fornisce una soluzione Cloud-based per la modellazione di pianificazione per le vendite, operations e finanza;
• startup che offrono soluzioni SaaS di advanced analytics. Per esempio ClearCI fornisce una soluzione SaaS di competitive intelligence (CI) ai decision maker aziendali sui dati estratti da fonti online relativi ai competitors;
• società che forniscono applicazioni di Unified Communication & Collaboration e di posta elettronica, come ad esempio Blue Jeans Network e Zoom Video Communications, che forniscono un’applicazione SaaS di HD video meeting e TeamBox, startup che offre un applicazione SaaS per la collaborazione, la condivisione di file e la gestione delle attività, Message Bus che fornisce un SaaS di messaggistica;
• soluzioni di Enterprise File Sharing sono sviluppate da startup come Dropbox, CloudOn e CX;
• soluzioni a supporto dei processi caratteristici come ERP, CRM e gestione degli acquisti, tra cui RingDNA che fornisce dati CRM in tempo reale da dati provenienti dai social media;
• società che forniscono soluzioni di Cloud video & audio solution, tra cui per esempio Spoken Communication che offre una soluzione di enterprise Cloud per i contact center in grado di offrire servizi di speech recognition, caller identification, queue management, customer satisfaction surveys e WeVideo che ha sviluppato una soluzione SaaS per la creazione di video in maniera collaborativa.
Lo scenario in Italia
In Italia le startup analizzate che hanno ricevuto finanziamenti da investitori istituzionali più i principali Incubatori e Family Office negli ultimi due anni che operano in ambito Cloud sono 20.
Riportiamo di seguito alcuni dati relativi a queste startup:
• il 70% delle startup è Cloud-based, mentre il restante 30% offre servizi Cloud (Cloud Provider);
• il 40% opera in ambito esclusivamente B2c mentre il 60% comprende startup sia esclusivamente B2b che B2c/B2b;
• la maggior parte delle startup offre i propri servizi in ambito SaaS (85%), il restante 15% PaaS e IaaS;
• il 45% di esse ha ottenuto un finanziamento da parte di un Venture Capitalist, il 25% da parte di un Incubatore, il 15% da parte di un Partner industriale,
il 10% da un Business Angel o un Family Office;
• nel 65% dei casi la startup è stata fondata da un imprenditore con profilo manageriale, mentre nel restante 35% dei casi l’imprenditore ha un profilo tecnico;
• per il 55% dei casi l’età del fondatore è compresa tra i 30 e i 40 anni, nel 40% dei casi è inferiore a 30 anni, il restante 5% è superiore ai 40 anni;
• la regione più rappresentativa è la Lombardia con il 30% delle Startup, seguita da Lazio, Sicilia, Emilia-Romagna e Calabria; le restanti sono ugualmente distribuite tra le altre regioni d’Italia.