Tuidi è una startup nata l’anno scorso al Sud dall’idea di due giovani under 30 che da Putignano, in provincia di Bari, si propongono di aiutare i piccoli e grandi player del settore alimentare di tutta Italia a ottimizzare le scorte di cibo. Vediamo come.
Tuidi: nascita e business model
Alla base della sua costituzione, nel 2021, c’è un bisogno avvertito da molti consumatori, soprattutto in piena crisi pandemica: la mancanza di sufficienti riserve di determinati prodotti nei supermercati. Un problema che scaturisce dalla necessità di ottimizzazione della gestione del settore food retail.
L’idea è venuta a due giovani under 30 conosciutisi all’Università di Bologna: Vincenzo Morelli, data scientist pugliese, e Giulio Martinacci, toscano con una laurea in management alla Bocconi. Durante il lockdown, si sono resi conto dell’esigenza e hanno iniziato a pensare a come individuare una soluzione utilizzando l’intelligenza artificiale. Obiettivo: creare per i supermercati una migliore gestione delle scorte, evitando lo scaffale vuoto.
La startup, che quindi opera attraverso un modello B2B, mira a ottimizzare i processi aziendali gestendo i dati in possesso e creando un modello in grado di aumentare i profitti e ottimizzare le giacenze di magazzino evitando sprechi alimentari.
I due founder hanno quindi lasciato i rispettivi contratti a tempo indeterminato per seguire la loro idea e costruire il quartier generale di Tuidi a Putignano, in provincia di Bari.
Come l’intelligenza artificiale sta aiutando il retail
La lotta allo spreco è uno degli obiettivi sostenibili di sviluppo più importanti tra quelli identificati dall’ONU e in particolare quello del cibo è il problema principale. Secondo la FAO, circa 1/3 del cibo prodotto per il consumo umano viene perduto o sprecato ogni anno e il 14% viene perso tra le fasi della filiera comprese tra il raccolto e la vendita al dettaglio. Un danno economico del valore di 400 miliardi di dollari in un pianeta che conta oltre 820 milioni di persone che soffrono la fame.
Il dato allarmante è che in Italia, secondo i dati un rapporto di Waste Watcher International, il trend dello spreco di cibo nel 2022 è aumentato del 15% rispetto al primo anno di pandemia.
Ottimizzare il flusso delle scorte alimentari nei supermercati rappresenterebbe quindi un importante passo nella lotto allo spreco, ma non solo. Proprio la pandemia, con le sue corse allo scorte di determinati prodotti di prima necessità, come lievito, pasta, zucchero, latte e detersivi, ha evidenziato le inefficienze del sistema creando scaffali vuoti e rotture di stock.
L’alta imprevedibilità dei consumi è un ostacolo non indifferente sia per il consumatore che per il venditore, il quale subisce una riduzione di fatturato legato alla perdita di vendite. Anche lo stesso brand del prodotto mancante subisce un danno economico e d’immagine a causa dell’insoddisfazione della clientela. Se a causa della ripetuta mancanza il consumatore abituale acquista uno stesso prodotto alternativo, a lungo andare potrebbe preferire la nuova marca provata o decidere di cambiare supermercato.
La soluzione di Tuidi, Delphi, e la supply chain aziendale
Tuidi vuole quindi risolvere questo problema etico ed economico, perciò ha da poco rilasciato la soluzione Delphi, un assistente virtuale che automatizza il processo di approvvigionamento dei prodotti alimentari incrociando milioni di dati.
Si tratta di dati relativi a variabili endogene ed esogene, come previsioni metereologiche, festività e dati dei competitor, costruendo modelli predittivi accurati per massimizzare le performance economiche dell’azienda.
I primi test sono stati effettuati in Puglia con due partner, un centro di distribuzione ed una catena di punti vendita al fine di creare una soluzione che potesse risolvere tutte le principali problematiche sia per PMI sia per la grande distribuzione organizzata.
“Servendoci di tecnologie cloud all’avanguardia ci interfacciamo rapidamente con qualunque azienda. Grazie ad algoritmi di machine learning valorizziamo migliaia di dati raccolti nel quotidiano trasformandoli in informazioni fondamentali, grazie alle quali suggerire le migliori attività per massimizzare i profitti aziendali” afferma Giulio Martinacci.
I punti vendita che utilizzano Tuidi hanno eliminato l’80% di mancate vendite, riducendo gli sprechi alimentari e riducendo fino al 90% il tempo speso in operazioni ripetitive, grazie ai processi di automatizzazione.
Puglia: un ecosistema nel Sud Italia
In linea con il trend del south working e dell’ecosistema di startup innovative in continua crescita, Vincenzo e Giulio hanno quindi deciso di investire in Puglia per portare innovazione e occupazione al Sud. “La Puglia è diventata una delle regioni italiane più fertili per la nascita e lo sviluppo di progetti d’impresa caratterizzati da una forte innovazione sociale e tecnologica, come dimostrano i tanti bandi, finanziamenti, incubatori, eventi e momenti dedicati ad incentivare la cultura imprenditoriale” affermano i due cofounder.
Tuidi ha già ricevuto il premio come uno dei migliori progetti innovativi e un finanziamento a fondo perduto di 110 mila euro in seguito alla vincita del bando TecnoNidi della Regione Puglia.
Investimenti e prossimi passi
Tuidi ha da poco chiuso un aumento capitale di 220 mila euro con un Angel Investor d’eccezione, con esperienza nel settore food e alimentare: si tratta dell’imprenditore Antonio Perini, già fondatore di Cortilia.
Nel mirino l’espansione sui prodotti di largo consumo come nel settore farmaceutico, cosmesi e igiene della persona, ma anche la crescita del team. Al momento Tuidi è composta da 9 figure professionali che lavorano in smart working ma l’obiettivo, grazie all’aumento di capitale, è di raddoppiare le risorse entro 12 mesi.
“Uno dei nostri traguardi è quello di portare occupazione in Puglia, quindi, invertire la rotta dei tanti giovani e professionisti del Sud Italia che emigrano per lavorare al Nord Italia o all’estero ed al contempo attrarre e valorizzare i talenti dalle altre regioni e dal resto del mondo attraverso l’innovazione” spiega Vincenzo Morelli.