La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti ha spiazzato tutti. E non ha risparmiato nemmeno la Silicon Valley. A manifestare il proprio disagio pubblicamente è stato Dave McClure, fondatore di 500 Startups – uno dei principali acceleratori d’impresa al mondo – che durante l’ultimo Web Summit tenutosi a Lisbona non ha risparmiato critiche nei confronti dell’esito delle elezioni americane.
La Silicon Valley, la culla delle startup, la culla del concetto del ‘vogliamo cambiare il mondo’ si spaventa per il risultato del voto presidenziale? Come fai a cambiare il mondo se nemmeno lo hai capito? Come puoi pensare di alzare l’asticella dell’innovazione che, per inciso non è solo prodotti e soluzioni ma è soprattutto cultura e cambiamento della mentalità, se non hai la minima idea di come è il mondo che vuoi cambiare.
E se ti fai trovare sorpreso dall’elezione di Trump significa che il mondo che vuoi cambiare non l’hai capito per nulla. È triste quindi registrare questa reazione isterica da parte della Silicon Valley, o meglio da una parte della Silicon Valley perché c’è anche la parte di quelli che il mondo lo hanno capito e di certo non si sono fatti trovare impreparati dall’ascesa del presidente eletto Donald Trump. Tra loro, per citarne uno, Peter Thiel che già in tempi non sospetti ha puntato sul candidato outsider che contro ogni previsione, contro ogni pressione mediatica, contro ogni ostracismo intellettualoide ha conquistato lo scranno più potente dell’era moderna. E oggi Thiel si pone in modo costruttivo nei confronti della nuova Amministrazione statunitense.
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