La NATO ha annunciato le prime 44 startup deeptech scelte per il suo primo programma di accelerazione, l’iniziativa Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA). Tra le startup selezionate, tutte provenienti da paesi membri della NATO, 30 sono europee e 3 italiane.
Vediamo quali sono e come rispondono alle sfide delle prime tre challenge del programma: Information Sharing and Security; Energy Resilience e Sensing and Surveillance
Come funziona il programma di accelerazione della NATO
Lanciato a giugno 2023, il programma DIANA (acronimo di Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic) della NATO ha l’obiettivo di salvaguardare il vantaggio tecnologico dei Paesi alleati attraverso un meccanismo civile-militare di cooperazione transatlantica nel campo dell’innovazione tecnologica, in particolare per quanto riguarda le aree chiave per difesa e alla sicurezza.
DIANA è sovvenzionato attraverso il NATO Innovation Fund (NIF), il primo fondo di venture capital multi-sovrano al mondo. Il fondo, che vede la partecipazione di tutti gli stati membri, ha un miliardo di euro in dotazione di cui 50 milioni all’anno saranno destinato alla gestione del programma DIANA.
A partire dal prossimo anno, le startup selezionate parteciperanno a un programma intensivo di sei mesi, al termine dei quali le più promettenti saranno invitate a rimanere per altri sei mesi.
I partecipanti al programma riceveranno inizialmente una sovvenzione di 100.000 euro, con la possibilità di un ulteriore contributo di 300.000 euro. Durante il percorso, le startup riceveranno inoltre mentorship, supporto commerciale, tecnico e aziendale e la possibilità di testare le loro soluzioni in centri di prova appositamente progettati dalla NATO.
DIANA, tutte le startup europee selezionate
Tra le 44 le startup deeptech selezionate dalla prima edizione del programma di accelerazione, sono 30 le europee. Non sorprende che il maggior numero (7) vengano dal Regno Unito, ma è una piacevole sorpresa trovare l’Italia al secondo posto, a parimerito con i Paesi Bassi con le sue 3 diverse startup.
Spagna, Norvegia e Lituania conquistano due posti all’interno del programma, mentre hanno un solo rappresentante la Francia e l’Estonia, considerato il paese più digitale d’Europa.
Regno Unito: Secqai, AVoptics, Anzen Technology Systems, Aquark Technologies, Grayscale AI, Goldilock Secure, IONATE.
Italia: Ephos, WPE Research & Development, LevelQuantum
Paesi Bassi: Lobster Robotics, Kitepower, Ore Energy.
Spagna: G2-Zero, Zelestium Technologies.
Norvegia: Water Linked, Skarv Technologies.
Lituania: Vistareader, Astrolight
Francia: Elwave
Estonia: Galtec
Islanda: IceWind
Danimarca: QuadSAT
Finlandia: GIM Robotics
Belgio: DotOcean
Repubblica Ceca: Dronetag
Polonia: Revobeam
Bulgaria: Neuromorphica
Turchia: Qubitrium
Grecia: SOTIRIA Technology
Qui maggiori dettagli in un articolo di Sifted
DIANA, cosa fanno le 3 startup italiane scelte dalla NATO
Nella prima tornata di startup deeptech selezionate ci sono ben 3 nomi italiani: ecco di cosa si occupano.
Ephos
Fondata nel 2022 da Andrea Rocchetto (CEO), Roberto Osellame (CTO), Francesco Ceccarelli e Giacomo Corrielli, Ephos basa la sua innovazione su anni di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università Sapienza di Roma per la produzione di chip fotonici ad alta fedeltà per lo sviluppo della tecnologia quantistica. La startup lavora per ridurre i tempi di produzione dei chip da mesi a giorni.
Ephos è un’azienda transatlantica, con sede negli Stati Uniti e produzione in Italia.
“La missione di Ephos è la stessa missione di DIANA: costruire l’infrastruttura essenziale per l’innovazione alleata nelle tecnologie quantistiche” commenta il CEO Rocchetto. “Realizzare la prossima generazione di tecnologie emergenti e disruptive, in modo rapido e sicuro, richiede il meglio del governo, dell’accademia e del settore privato. Ci sentiamo privilegiati di unirci al gruppo di innovatori che saranno pionieri nell’ecosistema tecnologico emergente della NATO.”
WPE Research & Development
Nata nel 2019 con sede a Padova, WPE Research & Development sviluppa dispositivi di generazione di energia eolica, tra cui una microturbina per le città.
La ricerca è il cuore della startup, che ha collaborato con importanti istituzioni come l’Università di Trento e il National Research Council (CNR).
La sua tecnologia introduce il concetto innovativo di capturability, ovvero la capacità di catturare l’energia eolica nel corso del tempo. Grazie alla combinazione unica di meccanica e intelligenza artificiale, la startup ha infatti sviluppato una turbina intelligente in grado di sfruttare la curva di produzione ottimale dell’energia eolica in tutti i possibili scenari ambientali, da città a luoghi isolati. Le turbine sono anche completamente ecosostenibili, prodotte con materiali riciclabili.
LevelQuantum
Fondata nel 2022 con sede a Milano, LevelQuantum lavora nel campo della cybersecurity appoggiandosi alla tecnologia quantistica: offre infatti protocolli di sicurezza informatica basati su comunicazioni ottiche quantistiche.
La startup è guidata dalla CEO Magdalena Stobińska, professoressa presso l’Istituto di Informatica dell’Università di Varsavia e capo del Quantum Technologies Research Group. Al suo fianco, il CTO
Adam Buraczewski e il giovane ingegnere quantistico Riccardo Arpe. Con decenni di esperienza nella ricerca, nell’industria e nell’insegnamento, il team di LevelQuantum ha sviluppato protocolli di sicurezza avanzati utilizzando la fisica quantistica. L’obiettivo è quello di abilitare una rete di comunicazione globale sicura, colmando le scappatoie ed eliminando le falle di sicurezza.
“Questa eccellente opportunità ci porterà nell’ecosistema NATO, dove impareremo a perseguire un business dual-use, a costruire fiducia e a collaborare con i nostri futuri early adopters nel settore militare” commenta la CEO Stobińska. “Siamo orgogliosi di contribuire con le nostre comunicazioni incondizionatamente sicure basate sui quanti al miglioramento della sicurezza informatica nei Paesi della NATO.”