Curare la depressione con la luce: è la futuristica scommessa tecnologica di Syntropic Medical, una startup nel cui team ci sono tre italiani, che ha trovato nell’ecosistema austriaco il luogo giusto dove sviluppare la propria idea innovativa.
“Spesso i problemi di salute mentale non si riescono a risolvere con i farmaci, perché i malati rifiutano di assumerli oppure hanno difficoltà a farlo a causa degli effetti collaterali. Stiamo sviluppando una tecnologia innovativa che consentirà di curare in modo adeguato e continuativo chi non sta bene grazie alla luce” spiegano a EconomyUp Alessandro Venturino e Maria Teresa Ferretti, che, insieme a Francesca Giovanetti, sono gli italiani al lavoro su questa incredibile scoperta scientifica: un dispositivo di stimolazione cerebrale basato sulla luce, destinato al trattamento di disturbi neuropsichiatrici resistenti ai farmaci, come il disturbo depressivo maggiore.
Ci vorrà ancora del tempo perché la cura venga somministrata ai pazienti, ma intanto è arrivato un riconoscimento per Syntropic Medical: a luglio 2024 l’azienda ha annunciato di aver raccolto 1,1 milioni di euro di finanziamenti dall’Agenzia Austriaca per la Promozione della Ricerca (FFG). Un round che segue un finanziamento “a sette cifre” (la cui entità non è stata mai ufficialmente rivelata) ottenuto ad aprile 2024 attraverso xista science ventures, il venture capital dell’ISTA, Istituto di Scienza e Tecnologia Austria, e aws (la banca promozionale del governo federale austriaco).
La culla di questa realtà innovativa è appunto l’ISTA: un luogo di ricerca di eccellenza, alle porte di Vienna, dove vengono coltivati spin-off in grado di portare innovazione nei più svariati campi. Syntropic Medical è destinata a rivoluzionare il campo della farmaceutica e anche della psichiatria.
Ma vediamo meglio come è nata e quali soluzioni propone.
Come è formato il team di Syntropic
Syntropic Medical è un’azienda MedTech nata come spin-off dell’ISTA, fondata nel 2023 da Mark Caffrey, Jack O’Keeffe, il dottor Alessandro Venturino e la professoressa Sandra Siegert. Nel team anche le altre due italiane citate sopra. QUI la squadra al completo.
Come funziona il dispositivo di Syntropic
Syntropic offre un trattamento non invasivo e non farmacologico per i disturbi di salute mentale. Attraverso la stimolazione luminosa, viene attivato il rimodellamento neurale istruendo le cellule immunitarie del cervello a supportare la guarigione e il recupero.
Il dispositivo unico di stimolazione cerebrale di Syntropic si basa su un protocollo di stimolazione luminosa scoperto dal gruppo Siegert presso l’ISTA.
“Circa il 70% dei pazienti che assumono antidepressivi farmaceutici – spiega Mark Caffrey, CEO di Syntropic – non raggiungerà la remissione e fino al 25% smetterà di assumerli a causa della gravità degli effetti collaterali. Questi numeri non vanno bene. Pertanto, è essenziale che iniziamo a sviluppare metodi completamente nuovi per affrontare questi disturbi. Ecco perché le scoperte del Dr. Venturino e della Prof.ssa Siegert sono così entusiasmanti: aprono il potenziale per una modalità di trattamento completamente nuova, priva di effetti collaterali e facilmente accessibile per il paziente”.
Semplificando all’estremo, la persona affetta da disturbi depressivi gravi, che non tollera i farmaci o rifiuta di prenderli, potrebbe indossare questo dispositivo, probabilmente sotto forma di occhiali, che funziona grazie alla luce. In questo modo riuscirebbe a superare il problema in un modo alternativo, più sostenibile e più duraturo.
L’importanza della ricerca
A EconomyUp Alessandro Venturino, laureato all’Università di Pavia, e Maria Teresa Ferretti, incontrati nella sede dell’Ista (dove insegna un’altra italiana, Gaia Novarino), hanno spiegato le difficoltà di fare ricerca in Italia. “Abbiamo scelto l’Austria perché qui è possibile avere tutti gli strumenti per portare avanti le nostre sperimentazioni”. Non a caso, il governo austriaco investe in ricerca e sviluppo il 3,22% del PIL (prodotto interno lordo), una media superiore a quella dell’Unione europea. Non resta che auspicare che la soluzione proposta dai ricercatori italiani possa risultare efficace ed essere presto commercializzata. In Austria, come in Italia e nel resto del mondo.