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Switch2Product, Mainetti: startup, ecco che cosa troverete al Polihub

Il CEO dell’incubatore gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano illustra i requisiti per partecipare alla call in scadenza il 31 marzo. E ricorda i vantaggi ottenuti dalle neoimprese selezionate nelle passate edizioni: «Chi ha vinto ha ottenuto almeno un seed e la maggior parte dei progetti sono ancora attivi»

Pubblicato il 08 Mar 2016

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Stefano Mainetti, consigliere delegato di Polihub

Sette edizioni e l’ottava call aperta fino al 31 marzo. Un totale di 347 progetti presentati dalla prima edizione del 2010, 76 dei quali solo in quella 2015. Oltre 770 giovani, perché l’età media dei partecipanti alla call è di 28 anni, che in questi sei anni si sono messi in gioco. E vincitori del calibro di Empatica, che ha vinto la competizione nel 2011 proprio grazie alla call ha ricevuto finanziamenti per un valore di due milioni di euro per il suo wearable device e oggi ha sede a Milano, Boston e San Francisco; Fabtotum, startup vincitrice nel 2013, che per il suo progetto di stampante 3D ottiene il record europeo di finanziamento tramite crowdfunding (600mila euro); Poip, che grazie al cloud rende facile, veloce e sicura la comunicazione aziendale ed è piaciuta così tanto a Ibm che ha deciso di finanziarla e supportarla, insieme a poche altre al mondo.

Loro sono partiti da qui, dalla Switch2Product Polihub, finanziata dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia e sostenuta da Fondazione Cariplo e Microsoft Youth Park.

Tra i vincitori del 2015 Goliath, che con la sua macchina utensile mobile a controllo numerico si è aggiudicato il Premio Nazionale per l’Innovazione. “Se si ha una buona idea è un peccato non applicare. L’essenziale è avere qualche elemento oggettivo che il proprio progetto risponda ai bisogni di mercato”, spiega Stefano Mainetti, CEO PoliHub. “Sul resto si lavora insieme, forti dell’esperienza di questi anni nel selezionamento e raffinamento del progetto, di un percorso di tutoring, mentoring e accelerazione che ha dietro tutto il know how tecnologico e le attrezzature del Politecnico di Milano e del MIP, la sua Business School”.

Il percorso, una volta selezionati i progetti più interessanti, è ormai rodato: le idee con più potenziale avranno accesso a un programma di empowerment imprenditoriale, l’Innovation Camp.

Al termine dei due mesi i progetti più convincenti vinceranno un percorso di accelerazione di 4 mesi, a partire da luglio 2016, che comprende l’utilizzo di spazi a uso esclusivo, mentorship e tutorship specializzata e finalizzata allo sviluppo del singolo progetto, l’accesso a spazi comuni e facility di PoliHub e tutti i servizi del distretto: da quelli di comunicazione, ai servizi amministrativi fino al supporto nella ricerca di finanziamenti per l’innovazione.

E i risultati si vedono: “Il nostro track record è sotto gli occhi di tutti: i vincitori hanno statisticamente ottenuto almeno un seed e la maggior parte dei progetti sono ancora in attività”, continua Mainetti. “Se nei primi anni ricevevamo tanti business plan, oggi arrivano sempre più proposte concrete, prototipi, in particolare apparati IOT, sui quali si può già lavorare”, spiega il CEO Polihub. “Questo anche perché si parla sempre più di startup e si arriva alla call con le idee chiare, meno ingenuità e meno improvvisazione”. “Dopo aver applicato, il mio consiglio è quello di concentrarsi da subito sul mettere insieme un team credibile. Dopo l’idea, sapersi circondare delle persone giuste è l’elemento fondamentale per la riuscita”.

Switch2Product, PoliHub lancia l'ottava edizione

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