Grazie all’ultimo ingente round da 760 milioni di dollari la valutazione di WeWork, startup che fornisce servizi di coworking, è aumentata di circa 4 miliardi, catapultando l’azienda direttamente al terzo posto della classifica delle startup Usa più valutate. A farne le spese Palantir, specializzata nell’analisi dei dati aziendali, che scivola al quarto posto.
Ecco la top five aggiornata delle startup made in Usa con la valutazione più elevata:
1. UBER – 68 mld
Gli imprenditori Travis Kalanick (da poco dimessosi) e Garrett Camp hanno lanciato nel 2009, a San Francisco, un’app per smartphone per chiamare un’auto privata semplicemente premendo un tasto. La società ha avuto una rapida espansione internazionale ed oggi è presente in centinaia di città in tutto il mondo. Ha attirato vari imitatori, tra cui Lyft e Sidecar, ma è stata anche fortemente osteggiata da tassisti ed enti regolatori.
2. AIRBNB – 31 mld
Servizio nato nel 2007 e diventato caso esemplare del fenomeno della sharing economy (anche se studiosi e osservatori sono concordi nel sostenere che questo modello di business ha poco a che fare con la condivisione in senso stretto), è il numero uno al mondo negli affitti a breve termine di stanze, appartamenti, dimore storiche e molto altro offerti da privati ad altri privati. Attualmente la società guidata da Brian Chesky propone oltre un milione di sistemazioni disseminate in centinaia di paesi.
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3. WEWORK – 21 mld
E’ una startup che fornisce spazi di coworking, nata a New York, oggi presente in diverse nazioni nel mondo. Negli anni scorsi ha raccolto finanziamenti da Fidelity Investments, Benchmark Capital, T. Rowe Price, Harvard Management Co., Wellington Management, J.P. Morgan Chase, e Goldman Sachs. La valutazione della compagnia è cresciuta rapidamente dalla sua fondazione nel 2010, partendo dai 100 milioni di dollari del 2012 ai 5 miliardi del 2014, fino ad arrivare ai 10 miliardi di metà 2015: e a oggi, solamente due anni dopo, la valutazione è più che raddoppiata. Qui un viaggio all’interno degli uffici newyorchesi di WeWork.
4. PALANTIR – 20,5 mld
Vende software per analisi dei dati. La tecnologia è stata sperimentata agli inizi del Duemila all’interno di Paypal, piattaforma di pagamenti online, quando due ingegneri cominciarono a usare l’analisi dei link per scoprire le frodi. Nel 2004 i dirigenti di Paypal Joe Lonsdale e Peter Thiel co-fondarono Palantir insieme con Alexander Karp, l’attuale Ceo. L’azienda ha aiutato a scovare i punti deboli di personaggi come Bernie Madoff, il finanziere truffatore americano, o Osama bin Laden, incrociando e analizzando i dati relativi alle loro attività. Ha collaborato con CIA, NSA, FBI e Pentagono.
5. PINTEREST – 12,3 mld
Creato da Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra, Pinterest è un social network dedicato alla condivisione di fotografie, video ed immagini. Permette agli utenti di creare bacheche per gestire la raccolta di immagini in base a temi predefiniti o da loro generati. Il nome deriva infatti dall’unione delle parole inglesi pin (appendere) e interest (interesse).
Fonte: pitchbook.com