Ora è più facile per le startup vendere beni e servizi alla pubblica amministrazione: sono infatti operative dal 23 giugno le nuove regole, anticipate da EconomyUp già ad aprile, che riguardano il Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa), ovvero la piattaforma telematica nata nel 2001 e gestita da Consip per il ministero dell’Economia. Il Mepa è un luogo virtuale in cui le amministrazioni avanzano le loro richieste, le imprese che ritengono di essere in grado di soddisfarle fanno la proposta e poi l’ente pubblico sceglie in base alla migliore offerta, con un meccanismo da asta online. Gli acquisti, però, devono essere di importo inferiore alla soglia comunitaria: 134mila euro per le Pa centrali e 207mila euro per tutte le altre.
Ma in pratica cosa cambia per startup e piccole e medie imprese? Chi si può iscrivere al Mepa? E come?
L’accesso al Mepa è consentito anche a imprese e startup con meno di 25mila euro di fatturato all’anno.
Finora i limiti di fatturato annuo richiesti per iscriversi alla piattaforma telematica erano pari generalmente a 25mila euro, salvo categorie specifiche o salvo cifre diverse indicate nei bandi. Ora questo requisito è stato eliminato. Il suo venir meno facilita l’accesso e la partecipazione delle pmi e delle startup che, pur essendo attive sul mercato, difficilmente riescono a raggiungere quel requisito nei primi anni di vita. Già oggi, sul Mepa, sono 2.486 le imprese iscritte alla Camera di Commercio da meno di 36 mesi, l’11,6% del totale. Da Consip spiegano che per il momento non sono in grado di fornire un numero specifico relativo alle startup già attive sul Mepa, ma si può far riferimento appunto alle aziende con non più di tre anni di vita, nel cui computo possono rientrare anche le startup. La nuova norma rappresenterà un aiuto anche per piccoli imprenditori e artigiani che negli ultimi anni hanno visto ridurre notevolmente il fatturato a causa della crisi ma che vogliono continuare la loro collaborazione con la Pa.
Le procedure di accreditamento restano le stesse
In questo caso non ci sono stati sostanziali cambiamenti. Occorre registrarsi al sito https://www.acquistinretepa.it/opencms/opencms/. In questo modo l’azienda ha accesso a un mercato di elevato potenziale e la propria offerta può raggiungere una platea di utenti potenzialmente molto ampia, evitando pesanti costi di intermediazione grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche e della rete. In pratica Consip pubblica i bandi di abilitazione, uno per ogni categoria merceologica (le categorie sono in tutto 17). Per semplificare, è come se l’ente facesse presente al mercato di cosa hanno bisogno le Pa nei vari settori merceologici, dall’Ict alla cartoleria. L’impresa va a consultare i bandi, vede qual è il bando che corrisponde alla propria offerta, dopodiché procede all’abilitazione. I documenti presentati dall’azienda sono esaminati dalla Commissione di Valutazione. “A startup e pmi – spiega Francesco Porzio, ex dirigente Consip e amministratore di Porzio & Partners, che si occupa di formazione professionale anche in ambito Mepa – viene richiesto di produrre una serie di dichiarazioni, seguendo una procedura guidata. Occorre però stare molto attenti, perché le false dichiarazioni possono comportare l’interdizione dalle gare pubbliche. In sostanza non si tratta di una semplice registrazione con dati anagrafici, ma di dichiarazioni che richiedono anche competenze giuridiche sulle normative sugli appalti pubblici”.
È abolito l’obbligo di pubblicare un catalogo
Finora l’azienda, dopo aver ottenuto l’abilitazione, era tenuta a pubblicare sulla piattaforma online un catalogo in cui descriveva i propri prodotti e servizi, corredati di tutti i dettagli. Ma per una startup o un’impresa appena nata non è scontato avere pronto un proprio catalogo. Adesso è stato abolito questo obbligo: sarà dunque possibile accreditarsi sul Mepa anche senza pubblicare un catalogo, rispondendo a specifiche Richieste di Offerta (RdO). In questo modo, sostiene Consip, si aiutano le startup ad offrire alla Pa i propri progetti innovativi. D’altra parte l’ente tiene a specificare che l’obbligo di catalogo è legato al bando. Sui bandi relativi ai servizi è più facile eliminare il catalogo, perché è più difficile descrivere un servizio, mentre sui bandi di prodotti il catalogo serve per la descrizione dettagliata del prodotto. Da parte sua Porzio suggerisce tuttavia alle startup di “approfittare della possibilità di presentare il proprio catalogo. Ci sono 4 milioni di offerte nel catalogo Mepa, è un’opportunità in più, è un po’ come il volantino dei supermercati, che descrive i prodotti di maggiore consumo venduti alle condizioni migliori”.
Si possono abilitare anche Reti di impresa
Adesso c’è la possibilità di abilitazione al Mepa da parte delle reti di impresa e altri soggetti economici associati. Le Reti di impresa sono costituite da due o più imprese che decidono di portare avanti insieme dei contratti in base a un accordo tra imprenditori. Finora l’accesso al Mepa era consentito a imprese singole, consorzi e altri ma mancava la dicitura “reti di impresa”. La sua introduzione è importante per i piccoli, perché le reti di impresa sono uno strumento in loro possesso per unire le forze, ampliare l’offerta e puntare ad aumentare la redditività. Il fatto di essere accettati dal Mepa è una chance in più.
Per il futuro Consip vuole potenziare ulteriormente la piattaforma per favorire le startup
L’ad di Consip, Domenico Casalino, afferma che “tra le prossime sfide, vi è quella di veder convergere gli sforzi di diversi attori istituzionali che lavorano allo sviluppo e alla valorizzazione delle startup affinché si diffonda e si potenzi la piattaforma Mepa, grande volano per l’accesso al mercato. Sono fondamentali, in tal senso, le collaborazioni che Consip ha avviato da molti anni con tutte le Associazioni di categoria e le Confederazioni, al fine di sensibilizzare startup e PMI ad accedere al mercato elettronico della Pa”.
Le cifre
Nel 2013 sul Mepa sono stati effettuati complessivamente circa 340.000 acquisti, il 60% da ordini diretti, il 40% da richieste d’offerta. Ma questi ultimi, anche se sono numericamente inferiori, rappresentano gli acquisti più ingenti e quindi di più elevato valore economico. In pratca un acquisto su tre della Pa passa dal Mepa. I fornitori accreditati sul mercato elettronico della Pa sono attualmente quasi 25.000: sono quelli la cui offerta è visibile online. Le pubbliche amministrazioni che hanno effettuato acquisti almeno una volta sul Mepa sono circa 25.000. Le procedure per l’abilitazione al Mepa sono regolate dall’articolo 328 del regolamento di attuazione del codice degli appalti, Dpr n.207 del 2010.