Il report

Startup lombarde vs tedesche: partenza (quasi) alla pari, ma le nostre sopravvivono meno

Uno studio di Assolombarda e Polimi mette a confronto le neo imprese della Lombardia con quelle di altre regioni “motori d’Europa”. Rispetto alla Germania ce ne sono meno con una crescita medio-alta, hanno vita più breve e fanno più fatica a trovare acquirenti

Pubblicato il 10 Mag 2016

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Startup lombarde a confronto con altre regioni europee: bene la fase di “start”, ma più difficoltà a sopravvivere e a fare exit. Tracciando un paragone tra Lombardia e altre regioni considerate “motori d’Europa” (Baden-Württemberg, Bayern, Rhône-Alpes e Cataluña), le startup lombarde knowledge intensive, ovvero quelle che operano nei settori a maggiore intensità di conoscenza, sono per esempio in linea con i benchmark tedeschi, ma hanno una percentuale di sopravvivenza inferiore. Inoltre le italiane “sopravvissute” mostrano un gap di crescita importante rispetto alle regioni tedesche Baden-Württemberg e Bayern. È quanto emerge da “Booklet Startup – Natalità, sopravvivenza e crescita delle startup knowledge intensive: un confronto tra Lombardia e regioni d’Europa”: uno studio che Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e il Politecnico di Milano hanno elaborato e messo a disposizione del pubblico per la costruzione di proposte di policy.

Qui è scaricabile il report di Assolombarda sulle startup.

L’analisi si propone di misurare il “fenomeno startup” in Lombardia e confrontarlo con le esperienze di Baden-Württemberg, Bayern, Rhône-Alpes e Cataluña, regioni europee considerate come benchmark perché insieme alla Lombardia sono i “5 motori d’Europa” e rappresentano oltre il 20% delle startup create negli ultimi sette anni in Italia, Francia, Germania e Spagna. In particolare viene posto l’accento sul confronto tra Lombardia e le regioni tedesche, che sembra essere quello più sfidante.

Cosa sono le startup knowdlege intensive – Il focus è sulle startup knowledge intensive, le nuove imprese che operano nei settori a maggiore intensità di conoscenza. In particolare sono stati presi in considerazione il settore manifatturiero basato sulla scienza e i macchinari e strumenti specializzati; i servizi di software, consulenza, ingegneria, architettura e R&S; e il settore dell’arte, cultura e attività creative. L’analisi è concentrata sulle startup nate dal 2007 al 2013.

L’ecosistema delle startup in Lombardia – Scendendo nel dettaglio, emerge innanzitutto che le startup knowledge intensive lombarde rappresentano il 23% delle oltre 52 mila startup knowledge intensive create tra il 2007 e il 2013 a livello nazionale. Nel 2013 hanno generato 5,8 miliardi di fatturato, cioè il 33% del fatturato delle startup italiane. Sul fronte occupazionale, sempre nel 2013, le startup della Lombardia hanno prodotto oltre 30 mila nuovi posti di lavoro che, sommati al numero di soci (quasi 22 mila), hanno un’incidenza del 24% sul totale del personale delle startup italiane.

Il confronto con le regioni “motore d’Europa” – Emerge però che, se nella fase “start”, di nascita, le startup lombarde presentano dati positivi, in quella “up”, di sopravvivenza e crescita, rallentano rispetto alle “cugine” delle altre regioni europee. Per quanto riguarda la fase “start”, nel periodo preso in esame in Lombardia sono nate 12.121 startup knowledge intensive, meno delle 15.294 del Bayern, ma più delle 9.770 del Baden-Württemberg. Il tasso di natalità lombardo è in linea con quello delle regioni tedesche: nel 2013 in Lombardia sono nate 22,3 startup ogni 100.000 abitanti, contro le 25,6 del Bayern e le 19,5 del Baden- Württemberg. Tuttavia, la Lombardia mostra un calo della natalità tra il 2007 e il 2013, a fronte di un aumento nelle regioni tedesche, e una contrazione nell’ultimo anno esaminato che non si riscontra in nessuna altra regione benchmark.

Lombardia forte in macchinari e cultura – Particolarmente interessante è la composizione settoriale delle nuove nate. Rispetto al benchmark europeo emerge una forte specializzazione della Lombardia nella fabbricazione di macchinari e strumenti specializzati, ma anche nell’arte e cultura. Il manifatturiero è un settore di specializzazione anche per il Baden-Württemberg, in particolare nelle industrie basate sulla scienza, comparto in cui anche la Lombardia ha un buon posizionamento. Nell’arte e cultura, la Cataluña è la più specializzata, seguita dalla Lombardia. Infine il Rhône-Alpes è la regione con la percentuale più alta di startup appartenenti al settore dei servizi.

Lombardia e regioni tedesche – Passando alla fase “up”, nello studio emergono alcune ombre ma anche qualche luce. Nel complesso, rispetto a Baden-Württemberg e Bayern, in Lombardia si registrano tassi di sopravvivenza più bassi, una limitata capacità di attrazione di acquirenti industriali e un numero inferiore di imprese a crescita medio-alta. Le performance sono comunque diverse da settore a settore. Il quadro lombardo è decisamente più positivo negli ambiti in cui il sistema produttivo nel complesso è maggiormente specializzato, sebbene anche qui emergano alcune criticità. Nel settore dei macchinari e strumenti specializzati, i tassi di sopravvivenza e crescita della Lombardia non sono lontani da quelli delle regioni tedesche, anche se le startup lombarde sono meno attrattive come target di acquisizione. Allo stesso modo, nell’arte e cultura si registra un’elevata capacità della Lombardia di generare gazzelle a crescita medio-alta (è seconda solo al Baden Württemberg), ma al contempo emerge un basso tasso di sopravvivenza. Infine, anche il settore dell’industria basata sulla scienza registra delle performance positive in termini di sopravvivenza e crescita, a fronte tuttavia di un debole tasso di acquisizione.

Al contrario, la performance delle startup lombarde dei servizi knowledge intensive è meno brillante: i tassi di sopravvivenza e di crescita sono decisamente lontani da quelli registrati da Baden-Württemberg e Bayern. Unica nota positiva è il tasso di acquisizione, in linea con quello delle imprese tedesche.

Ma vediamo i dati in dettaglio. Le startup knowledge intensive lombarde sopravvissute a fine 2014 rappresentano il 78% di quelle create tra il 2007 e il 2013, mentre nelle regioni tedesche la percentuale supera l’88%. I risultati sono peggiori se si considerano le startup più mature (nate tra il 2007 e il 2008): il tasso di sopravvivenza in Lombardia scende al 66%, mentre nelle regioni tedesche si mantiene superiore all’80%. Anche nel tasso di acquisizione le startup lombarde presentano dei punti critici: solo il 3% sono state acquisite entro la fine del 2014, mentre le tedesche registrano il 4% di exit di successo. In generale, le startup più mature registrano casi di exit superiori alla media (5% in Lombardia, 7% in Baden-Württemberg). Infine, le performance di crescita sono medio-alte solo per il 13% delle startup lombarde, quando in Baden-Württemberg la quota supera il 20% e in Bayern il 18%. Anche in questo caso emergono differenze in base all’età delle startup: se in Lombardia quelle nate tra il 2007 e il 2008 hanno registrato solo qualche punto percentuale in più (19%) rispetto al 13% del totale del campione, in Baden-Württemberg e in Bayern le performance di crescita delle startup più mature sono decisamente migliori, fino a sfiorare il 40%.


Startup più forti se il sistema produttivo è forte – Ne consegue, sottolinea il rapporto di Assolombarda, un’importante considerazione: dove il sistema produttivo locale è più forte, sono più forti anche le startup. Questo suggerisce che la competitività delle startup dipende da fattori abilitanti del territorio definibili come “di business”: la presenza di aziende del settore già sviluppate, un sistema di filiere già avviato, un insieme robusto di fornitori e clienti. In questo senso in Lombardia il sistema manifatturiero del medium tech e anche dell’high tech è un fattore abilitante “di business”, che favorisce le startup knowledge intensive del manifatturiero. Ma esistono dei problemi strutturali da non dimenticare: la limitata dimensione delle aziende lombarde (e italiane) – si legge nel rapporto – ostacola l’integrazione delle startup nel sistema economico, anche attraverso il canale delle acquisizioni. Il rischio è quello di veder volare all’estero le startup “escluse” dal nostro sistema e, con loro, anche il prezioso know-how prodotto. Oltre ai fattori “di business”, esistono altri fattori, alcuni declinabili come “personali”: nei settori knowledge intensive le startup sono in generale fondate da giovani esperti di materie tecniche, anche se carenti nelle competenze manageriali. La presenza sul territorio di università in grado di formare le skill tecniche dei giovani è dunque una chiave per la creazione e il successo delle startup.

Più smart money e meno burocrazia – Altro elemento importante è la possibilità di accedere a “smart money”: capitali esterni ma anche, e soprattutto, capacità di scouting, competenze manageriali e presenza nei network internazionali. Ma in Lombardia (e in Italia) – sottolinea ancora il booklet – il sistema di venture capital fatica a diffondersi. Infine, vanno ricordati i fattori abilitanti di tipo “ambientale”, come norme efficaci e una burocrazia snella. A questo proposito, con il decreto Passera, sono stati molto semplificati i passaggi burocratici nella fase costitutiva, mentre l’iter si appesantisce nelle fasi successive di sviluppo dell’impresa. L’environment spesso fa la differenza: il livellamento intrasettoriale nei tassi di sopravvivenza delle startup tedesche (non riscontrabile nelle altre regioni) è probabilmente un segnale chiaro dell’efficace ambiente a supporto delle startup, a prescindere dal settore di attività. In conclusione, l’imprenditorialità lombarda appare florida se si valuta il tasso di natalità delle startup knowledge intensive (fase start), mentre è nell’effettiva crescita di queste iniziative imprenditoriali (fase up) che si concentrano le maggiori criticità. (L.M.)

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