Nel 2021 sono 128 le realtà insurtech con sede principale in Italia o founder italiano, di cui il 66% è attiva nel Nord, mentre le restanti si dividono fra il Centro (16%), Sud (12%) ed estero (6%).
Il mondo insurtech italiano risulta dinamico e in fermento, anche nel confronto con un ecosistema finanziariamente maturo come quello svizzero, dal quale emerge come le startup italiane siano più attente alla sostenibilità e più pronte alla collaborazione con centri di ricerca, istituti finanziari e altri attori, mentre le svizzere mostrano una maggiore proiezione internazionale.
Sono alcuni risultati dell’indagine “L’Ecosistema Insurtech tra Svizzera e Italia” dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano.
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Insurtech, il quadro in Svizzera
L’Osservatorio ha raccolto informazioni sulle principali 17 compagnie assicurative “incumbent” svizzere (che coprono l’86% del mercato locale) per indagare sulle iniziative Insurtech in Svizzera.
L’82% ha avviato dei progetti nel 2021 per un totale di 36 iniziative, in media circa 2,7 per ogni compagnia attiva in progetti Insurtech. Nel 39% dei casi si è trattato di partnership, in particolare con startup (54% di questi), incumbent (8%) o altri attori (38%) in ambito domestico (54% di questi) o internazionale (46%). Il 12% ha sviluppato in-house mobile app o ha lanciato corporate startup. Quasi due terzi, il 64%, ha investito in startup (83% di questi) o in altri ambiti (17%).

Startup insurtech italiane e svizzere a confronto
“L’innovazione digitale in ambito assicurativo è un fenomeno di dimensioni ancora non particolarmente rilevanti, con poche startup rispetto a quanto registrato nel Fintech, ma dal grande potenziale, dimostrato dall’entità dei finanziamenti ricevuti a livello globale, in media 1,4 volte più elevati rispetto proprio alle Fintech” commenta Marco Giorgino, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech. “La Svizzera è un mercato che sta dando segnali importanti, da cui possiamo imparare in termini di proiezione internazionale e con un’offerta variegata e presente in diversi stadi della value chain. D’altro canto, le startup italiane si dimostrano più attente alla sostenibilità e aperte alla collaborazione con attori terzi. Intensificare gli scambi e le collaborazioni fra questi due ecosistemi potrebbe creare sinergie e opportunità interessanti di sviluppo per l’intero settore”.
Dal confronto fra le startup svizzere e quelle italiane emergono similitudini e divergenze. Fra i due Paesi c’è uno scambio intenso, con il 46% delle startup svizzere che opera in Italia e il 29% delle italiane che è attivo in Svizzera.
Le startup Insurtech elvetiche hanno una maggior proiezione internazionale: il 49% opera nel resto dell’Europa (contro il 37% delle italiane), il 37% in Asia (solo il 7% fra le italiane), un altro 37% in Africa (nessuna italiana), il 34% nelle Americhe (il 7% delle italiane) e il 45% in Oceania (contro il 4% delle italiane).
In entrambi gli ecosistemi si osserva una marcata concentrazione in un’area del Paese, a Milano per startup italiane (il 40%) e a Zurigo per quelle svizzere (il 54%).
Le tecnologie più utilizzate, infine, sono le stesse: API (rispettivamente il 71% per le italiane e il 46% per le svizzere), Big Data Analytics (63% e 54%) e AI (56% e 54%).
Il target: in Italia gli individui, in Svizzera le istituzioni finanziarie
Ad oggi, una importante differenza tra le startup italiane e quelle svizzere è il target a cui si rivolgono. Le Insurtech italiane propongono le proprie soluzioni soprattutto ai singoli individui (85%) e agli attori non finanziari (76%), che sono entrambi serviti solo dal 43% delle startup elvetiche, più orientate invece verso gli attori finanziari (71%, contro il 63% delle italiane).
In Italia il quadro insurtech è più variegato, in Svizzera più verticale
In Italia, poi, il ramo assicurativo di riferimento è molto variegato, con una startup su due con orientamento trasversale a molti comparti (49%) e un sostanziale equilibrio fra i singoli settori (29% salute, 27% casa, 27% vita e 27% professionale). In Svizzera, invece, ci si concentra sui settori auto (40%) e casa (20%) o su soluzioni trasversali (37%). Se si guarda alle attività della value chain, le startup di entrambi i Paesi sono attive soprattutto nella vendita, gestione e sottoscrizione dei contratti (86% le svizzere, 76% le italiane).
Oltre una Insurtech elvetica su due si occupa anche di product development (54%) e gestione sinistri (54%), più di un terzo di attività di back-office (37%), mentre In Italia le altre attività sono secondarie: il 41% si focalizza sulla gestione sinistri, un quinto lavora a product development (20%), back office (22%) e asset management (20%).
Ancora poca attenzione alla sostenibilità (ma l’Italia va meglio)
Sia le startup italiane sia quelle svizzere appaiono poco attente alla sostenibilità, con il 66% delle prime e l’83% delle seconde che non sta lavorando a nessun obiettivo di sviluppo sostenibile.
Fra quelle interessate le italiane sono più attive: il 27% si impegna per una maggiore sostenibilità socio-economica (contro il 15% delle svizzere) e il 15% per quella ambientale (appena il 9% fra le elvetiche). Le Insurtech italiane sono anche più aperte rispetto alle svizzere alla collaborazione con altri attori come istituti finanziari (rispettivamente 49% e 37%), istituti non finanziari (37% e 31%), associazioni (15% e 9%), centri di ricerca (27% e 6%) e altre startup (10% e 3%).