Investment Compact

Startup innovative, cosa cambia con la nuova legge

L’età si innalza a 5 anni, potranno essere costituite senza notaio e avranno un mega-portale con tutti i bandi: sono le principali novità del decreto Investment Compact convertito dal Senato, che introduce la categoria delle pmi innovative. Dove potranno confluire un giorno anche le startup “cresciute”

Pubblicato il 25 Mar 2015

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Startup innovative, si cambia. Da oggi vivranno 5 anni, potranno evitare i costi del notaio e potranno essere partecipate, tra gli altri, anche dal prestigioso Istituto Italiano di Tecnologia, mentre gli startupper o aspiranti tali avranno a disposizione un portale unico in cui reperire tutti i bandi in corso. Senza contare che, dopo i fatidici 5 anni, la startup innovativa avrebbe in teoria anche l’opportunità di evolvere il proprio percorso in pmi innovativa, usufruendo di gran parte delle agevolazioni di cui aveva goduto fino a quel momento.

Sono le novità introdotte per l’ecosistema delle startup dall’Investment Compact, il decreto “recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti A. C. 2844” diventato legge ieri sera con voto di fiducia al Senato.

Un decreto di cui si è parlato soprattutto per la parte riguardante la riforma delle banche popolari, ma che all’articolo 4 contiene elementi pensati per portare un vento nuovo nel mondo imprenditoriale italiano. Introduce innanzitutto la categoria delle piccole e medie imprese innovative, alle quali sono estese agevolazioni previste per le startup innovative. Ma prevede anche cambiamenti per quanto riguarda queste ultime. Vediamo quali.

Piccole startup innovative crescono (di età) – Si allarga la platea delle startup innovative. Se finora potevano considerarsi tali solo quelle costituite da non più di 48 mesi, con la legge il limite sale a 60 mesi. Viene inoltre esteso fino al quinto anno (prima era il quarto) l’esonero dal pagamento dell’imposta di bollo, dei diritti di segreteria e del diritto annuale dovuto alle Camere di commercio in conseguenza dell’iscrizione nella sezione speciale del registro delle imprese. L’innalzamento dell’età delle startup da 4 a 5 anni contribuirà ad agevolare queste realtà imprenditoriali che, come ben sanno gli addetti ai lavori, hanno necessariamente bisogno di alcuni anni di tempo per cominciare a incassare i primi utili e posizionarsi adeguatamente sul mercato.

Il notaio? Non è più indispensabile – L’atto costitutivo e le successive modifiche societarie riguardanti la startup innovativa potranno continuare ad essere redatti per atto pubblico, ma anche per atto sottoscritto con firma digitale. Questo significa che tali procedure potranno avvenire anche senza la firma del notaio, ma con una firma elettronica attraverso un modello standardizzato messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo economico. Contestata da molti notai, che hanno paventato il rischio di “crescita esponenziale di furti d’identità”, la norma è invece piaciuta agli startupper. Si tratta, hanno argomentato, di un’opportunità in più sulla strada del contenimento dei costi e della semplificazione burocratica.

Via al super-portale dei bandi – Il Ministero dello sviluppo economico istituirà nel proprio sito internet istituzionale un portale nel quale saranno indicati tutti i documenti e le informazioni necessari per accedere ai bandi di finanziamento pubblici e privati, diretti e indiretti, in favore delle startup, oltre che delle piccole e medie imprese innovative. È prevista anche, entro il 30 luglio 2015, l’istituzione, sempre presso il Mise, di un portale informatico che raccoglie tutti gli interventi normativi relativi al settore delle startup innovative: dovrà fornire chiare informazioni rispetto alle modalità di accesso ai bandi, ai finanziamenti e a tutte le forme di sostegno offerte al settore dalle strutture governative, indicando anche gli enti di riferimento interlocutori dei vari utilizzatori. Due “bussole” utili per gli startupper che sono spesso impegnati a ricercare nuovi bandi di finanziamento e che devono sapersi districare tra le norme del settore.

La Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia nel capitale delle startup – La Fondazione Iit, centro di ricerca di eccellenza con sede a Genova, può costituire o partecipare a startup innovative anche con soggetti pubblici e privati, italiani o stranieri, previa autorizzazione del Ministero dell’istruzione e della ricerca scientifica di concerto col Ministero dell’economia. Inizialmente l’articolo 5 dell’“Investment Compact”, ai commi 2 e 3, prevedeva sostanzialmente che l’Iit diventasse il perno dell’attività di brevettazione in Italia. L’Istituto però si è opposto, ritenendo l’attribuzione non gestibile né congrua. Così il testo è cambiato. In base alla versione definitiva ora l’Istituto può entrare nel capitale delle startup.

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