Startup innovativa, cos’è? Le startup innovative sono giovani imprese che hanno un modello di business basato sull’innovazione. Possono operare in qualsiasi settore, ma devono possedere una forte componente innovativa per poter essere considerate tali. La loro presenza sul territorio rappresenta un’importante opportunità per lo sviluppo economico di un Paese, in quanto favoriscono l’imprenditorialità, l’ingresso di nuovi investimenti, lo sviluppo di talenti e competenze e, in definitiva, offrono possibilità di miglioramento ad aziende e individui.
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ToggleChe cosa si intende per startup innovativa?
Esistono diverse possibili definizioni di startup innovativa. La più generica e divulgativa è quella di nuova impresa che presenta una forte dose di innovazione e che è configurata per crescere in modo rapido secondo un business model scalabile e ripetibile. Con l’aggettivo “scalabile” si intende un business che può aumentare le sue dimensioni, e quindi i suoi clienti e il suo volume d’affari, in modo anche esponenziale senza un impiego di risorse proporzionali. La startup, per essere tale, deve essere quindi in grado di sfruttare le economie di scala.
I requisiti di una startup innovativa
In termini più strettamente giuridici, la startup innovativa è una categoria di imprese introdotta dalla legge 221/2012, conversione del “decreto Crescita 2.0” (dl 179/2012). Si tratta di una società di capitali che risponde a questi requisiti:
►è stata costituita da meno di 60 mesi (5 anni)
►ha la sede principale dei propri affari in Italia, o in altro Paese Ue, ma con almeno una filiale o sede produttiva in Italia
►ha un fatturato annuo che, a partire dal secondo anno di attività, non supera i 5 milioni
►non distribuisce e non ha distribuito utili
►ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi a elevato valore tecnologico
►non è costituita da fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda
►possiede almeno una di queste tre caratteristiche: a) almeno il 15% del dato maggiore tra fatturato e costi annui è destinato a ricerca e sviluppo; b) la manodopera complessiva è costituita per almeno un terzo da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori, oppure per almeno due terzi da soci o collaboratori in possesso di laurea magistrale; c) l’impresa è titolare di un brevetto registrato o di un software originario registrato.
Tuttavia, per quanto riguarda il primo punto sopra citato – la costituzione da meno di 5 anni – in piena pandemia il governo ha deciso di supportare l’ecosistema con l’art. 38 del Decreto Legge 19 Maggio 2020 n. 34 (c.d. Decreto Rilancio), convertito in Legge il 17 Luglio 2020 n. 17 che al comma 5 recita: “Il termine di permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese delle start-up innovative di cui all’articolo 25 del decreto-legge n. 179 del 2012, è prorogato di 12 mesi. Eventuali termini previsti a pena di decadenza dall’accesso a incentivi pubblici e per la revoca del medesimi sono prorogati di 12 mesi”. La misura è stata oggetto di dibattito giuridico. (QUI i dettagli e la spiegazione)
Quali sono i vantaggi nell’avvio di una startup innovativa?
Le startup innovative iscritte all’apposita sezione speciale del Registro delle imprese beneficiano di una serie di agevolazioni. Ecco le principali
►possono essere costituite in forma agevolata
►tutte le operazioni legate al registro delle imprese sono rese più semplici dal punto di vista burocratico e fiscale. I diritti camerali e le imposte di bollo non vanno pagati
►la gestione societaria può essere flessibile. È prevista una moratoria di un anno per ripianare perdite superiori a un terzo
►possono sfruttare una disciplina del lavoro fatta su misura per le startup innovative
►startup e dipendenti possono concordare liberamente quale parte del compenso è fissa e quale variabile in base a parametri come efficienza, produttività, redditività dell’azienda.
►possono remunerare i propri collaboratori con stock option e i fornitori di servizi esterni – avvocati, commercialisti, consulenti e così via – con il work for equity.
►possono raccogliere fondi attraverso l’equity crowfunding, purché svolto su portali online autorizzati
►hanno facilitazioni per ottenere il credito bancario. L’accesso al Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi è semplificato, gratuito e diretto: l’istruttoria beneficia di canale prioritario e la garanzia del credito concesso da parte delle banche e fino all’80% (ma non oltre i 2,5 milioni)
►godono di incentivi fiscali per il triennio 2013-2016 per le assunzioni. Sulle assunzioni a tempo indeterminato, anche con contratto di apprendistato, nel primo anno si applica un credito di imposta del 35% del costo aziendale totale sostenuto per l’assunzione.
►godono di incentivi fiscali all’investimento da parte di terzi.
Come si crea una startup innovativa?
Quanto costa aprire una startup innovativa?
Indicativamente, per costituire una startup si possono spendere 999 euro + Iva, comprensivi di tassa di concessione governativa, vidimazione libri contabili e notaio, oltre a 200 euro di imposta di registro. Il totale è di 1.418,78 euro. Ma i costi possono variare, anche sensibilmente, da Regione a Regione.
Inoltre si può dar vita a una startup innovativa con soli 202 euro se la si costituisce come SRL semplificata (Società a responsabilità limitata semplificata), un tipo di società introdotta nel 2012. La s.r.l.s. è una classica s.r.l. dove per le obbligazioni sociali risponde solo l’azienda con il suo patrimonio, ovvero non é aggredibile il patrimonio personale dei soci, e, a differenza di una normale srl, non occorre un capitale minimo di 10.000 euro. Esistono tuttavia delle controindicazioni. QUI tutti i dettagli.
Startup innovative: esempi
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