L’equity crowdfunding diventa una gara: la startup che raccoglie più soldi più in fretta vince la possibilità di non pagare la fee alla piattaforma che la ospita. L’idea è venuta a StarsUp, la prima piattaforma italiana di equity crowdfunding autorizzata da Consob, che ha deciso di provare a rivitalizzare il settore inaugurando All Start Game, singolare competizione tra startup.
La raccolta fondi online che prevede il finanziamento di neo-imprese in cambio di quote societarie, disciplinata in Italia a partire dal 26 giugno 2013, peraltro con anticipo rispetto a molti altri Paesi del mondo, stenta a decollare per vari motivi, dal regolamento Consob ritenuto macchinoso e con obblighi limitanti per gli investitori, alla mancanza di cultura sull’investimento di rischio. Anche per questi motivi potrebbero rivelarsi utili nuove forme di comunicazione e coinvolgimento.
“Abbiamo voluto introdurre meccaniche di gioco in un contesto come l’investimento, che può apparire solo un’arida operazione speculativa, per far avvicinare sempre più persone a questa realtà” dice Matteo Piras, imprenditore basato a Livorno, presidente e co-fondatore di StarsUp insieme a Carlo Piras, suo cugino che invece sta in Sardegna, e ad Alessandro Scutti, localizzato a Roma. StarsUp ha ospitato l’anno scorso sul suo portale Cantiere Savona, startup innovativa che progetta e realizza yacht di lusso a propulsione solare in grado di razionalizzare consumi ed emissioni e che è riuscita a portare a termine la raccolta fondi, conquistando 380mila euro e prendendo a bordo 44 nuovi soci.
Ora StarsUp lancia la prima competition italiana per startup dedite all’equity crowdfunding. “È innovativa sotto molti aspetti, pioneristica a livello internazionale – sostiene Piras – e pone l’Italia all’avanguardia, oltre che nella legislazione specifica di settore, anche nei processi di supporto all’innovazione”.
Come funziona? Il progetto, partito a dicembre 2014, vede StarsUp in partnership con il network di PNICube, associazione che riunisce gli incubatori e le business plan competition accademiche italiane, e con Apsti (Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani). In tutto stiamo parlando di una sessantina di poli tecnologici che fanno capo alle due entità. Ogni polo poteva candidare fino a tre startup, scegliendo tra i soggetti incubati o gli spin-off universitari. A fine gennaio sono state chiuse le candidature. Fino al 3 aprile i concorrenti hanno avuto tempo per completare la predisposizione di tutta la documentazione necessaria per la loro campagna on line di equity crowdfunding. Alla fine le startup selezionate per partecipare alla gara sono risultate quattro. Dal 3 aprile si è aperta la fase di raccolta, che terminerà il 13 luglio.
Le startup in gara tra loro spaziano in vari ambiti tecnologici. Insono Srl produce dispositivi biomedicali per una migliore qualità della vita, è promossa da Iuf (Incubatore universitario fiorentino) dell’Università degli Studi di Firenze e punta a raccogliere 448mila euro. Nanosilical Srl, impegnata nella terapia mirata in ambito oncologico attraverso l’utilizzo di nano strutture, è sostenuta da TechNest, incubatore dell’Università della Calabria, e chiede agli investitori 120mila euro. Inoxsail, progetto promosso da Polihub della Fondazione Politecnico di Milano, è impegnata nella realizzazione di progetti e tecnologie innovative per migliorare e diffondere l’esperienza di vela: punta a raccogliere 710mila euro. Solosale Srl, incentrata su ricerca ed innovazione per il benessere e per la cura del diabete, è appoggiata da Tls (Toscana Life Sciences) e chiede 138mila euro.
La classifica finale della competizione è stabilita sulla base del punteggio ottenuto da ciascuno dei concorrenti. Punteggio che viene calcolato in base a una serie di fattori: l’ammontare complessivo della raccolta effettuata (massimo 20 punti); il numero di investitori (massimo 20 punti); la durata effettiva del periodo di raccolta (massimo 15 punti); la diffusione territoriale degli investitori (massimo 15 punti); le indicazioni fornite dalla giuria della competizione, appositamente costituita (massimo 15 punti); i voti forniti dagli utenti del portale www.allstartgame.it (massimo 15 punti). Conteranno anche i nuovi occupati generati nel periodo di raccolta (massimo 4 punti), l’attrazione di investitori esteri (massimo 3 punti) e i premi ottenuti in altre competizioni (massimo 3 punti).
Il primo classificato avrà come premio una campagna senza commissioni, cioè non dovrà pagare il 7% della cifra raccolta a StarsUp (questa la fee che chiede il portale). Nel caso di InoxSail, per esempio, si traterebbe di un risparmio di 50mila euro. Il secondo classificato avrà uno sconto del 50% sulla commissione e il terzo del 25%.
Tutto questo non influisce in alcun modo sulla raccolta fondi, che andrà avanti – e si concluderà in modo positivo oppure no – indipendentemente dalla competition.
“Noi pensiamo che il passaggio principale per far radicare l’equity crowdfunding nel nostro Paese sia lavorare sul fattore ‘cultura’, sia dal lato investitori sia dal lato startup” conclude Matteo Piras. “C’è bisogno di buone pratiche. Dal lato imprese serve prepararsi alla trasparenza, imparare ad accogliere un largo numero di nuovi soci, aprire il Cda agli investitori: non sono passaggi facili. Dal lato investitori, gli italiani non sono preparati a investire sulle startup. Per questo abbiamo voluto introdurre meccaniche di gioco in un contesto come l’investimento: per contribuire alla diffusione della cultura dell’equity crowdfunding”.