L’Europa a sostegno degli startupper. “Le start up europee possono innovare e creare posti di lavoro come nessun altro. Dobbiamo dare loro l’opportunità di competere, di aumentare i finanziamenti e di sfondare il soffitto di vetro per ottenere un il successo mondiale” ha detto Neelie Kroes, commissario Ue per l’Agenda Digitale, presentando ieri a Bruxelles due progetti chiave per lo sviluppo del digitale, di cui uno è Startup Europe Partnership (Sep), piattaforma per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese innovative (l’altro è lo European Digital Forum). E Alberto Onetti, chairman di Mind the Bridge ha sottolineato che sono oltre un migliaio le startup che hanno raccolto più di un milione di dollari negli ultimi tre anni in Europa.
È stato un giorno importante per le neo imprese che stanno nascendo nel Vecchio Continente. Lo Startup Europe Partnership è infatti la prima realtà dedicata alla crescita delle startup a livello Ue, nata sulla scia degli obiettivi evidenziati dallo Start Up Manifesto elaborato dallo Startup Europe Leaders Club (di cui fanno parte tra gli altri Daniel Ek di Spotify, Kaj Hed di Rovio e Reshma Sohoni di Seedcamp).
Lo coordinano l’italo-americana Mind the Bridge (organizzazione non profit nata nel 2007 ed operativa fra l’Italia e San Francisco) e la fondazione per l’innovazione inglese Nesta. Fra i suoi sostenitori istituzionali ci sono tra gli altri l’European Investment Bank Group, la Cambridge University, la IE Business School e l’università tedesca HIIG Berlin.
La sua missione è aiutare in modo concreto le imprese nascenti a farsi spazio sui palcoscenici globali, sostenendo e facendo scalare verso l’alto (sia in termini di dimensioni sia economici) quelle startup sorte nel campo delle nuove tecnologie e in grado di competere a livello internazionale.
L’iniziativa, annunciata ufficialmente a Davos il 23 gennaio in occasione del World Economic Forum, ruota principalmente su 3 linee di azione: il Matching, una serie di eventi internazionali che si terranno nelle principali città europee, seguendo lo stesso format; lo Sharing, archivio di best practice in uso presso le migliori aziende europee e non; il Mapping: mappatura delle startup più promettenti e la celebrazione delle storie di successo di startup o spin-off che sono stati capaci di crescere.
A Napoli, lo scorso 13 maggio, è andato in scena il primo evento di “matching” tra grandi multinazionali interessate ad azioni di scouting, procurement e seed investment e una prima selezione di nove startup provenienti da tutta Europa (Italia compresa). Va sottolineato che Telecom Italia, come annunciato proprio a Napoli, è stata la prima azienda in Europa a supportare come Corporate Member la Startup Europe Partnership (Sep).
Contestualmente al lancio di Sep, sono arrivati anche i dati del primo Sep Report sul fenomeno startup in Europa, presentati da Alberto Onetti, Chairman di Mind the Bridge. “C’è ancora un profondo divario tra l’ecosistema delle startup statunitense e quello europeo – ha detto – e la principale differenza è il numero di startup che sono in grado di fare ‘scale up’ e ottenere un’exit e/o diventare leader internazionali. La buona notizia – ha proseguito – è che, secondo la nostra ricerca, oltre 1000 startup europee hanno raccolto più di un milione di dollari negli ultimi tre anni. Perciò abbiamo un bacino piuttosto ampio di startup che possiedono i prerequisiti per diventare i prossimi leader internazionali delle nuove tecnologie. La Startup Europe Partnership è pensata per aiutare queste società a scalare verso l’alto incontrandosi con le grandi aziende. Noi crediamo fermamente che possano nascere concrete opportunità di sostegno, investimenti e acquisizioni e che nuovi leader europei dell’hi-tech possano emergere dai nostri ecosistemi”.
Nel report sono citate realtà d’eccellenza a livello europeo ormai diventate globali come il portale, attivo nel settore food, Delivery Hero, fondato nel 2010, che ha raccolto circa 306 milioni di dollari in otto round di finanziamento. O come la svedede iZettle, capace di attrarre in tre diverse fasi investimenti per 102 milioni di dollari. Il Paese più prolifico per le startup con oltre un milione di dollari di founding all’attivo è però il Regno Unito, in cui sono nate un quarto delle nuove realtà censite dal Sep, seguito dalla Germania con una quota del 15%. L’Italia si ferma invece al 5% del totale.
Anche a livello di investor i mercati più attivi sono quello inglese e tedesco, con venture capital di un certo spessore quali Balderton Capital, Index Ventures, DFJ Esprit ed Earlybird. Altro dato rilevante: il 57% delle startup di successo sono state fondate dopo il 2010. Tendenza che suggerisce una positiva evoluzione dell’ecosistema europeo, in cui è già significativo il numero delle new company trasferitesi negli Usa. Eccezioni in queso senso sono per esempio l’ungherese Prezi e l’italiana Funambol, che hanno mantenuto i loro centri di ricerca e sviluppo in Europa.