Fisco

Startup, Europa al lavoro per ridurre l’Iva

La Commissione europea vuole introdurre una soglia minima comune “a sostegno delle piccole startup che operano nel commercio elettronico” per tagliare i costi derivanti dai diversi regimi. La misura rientra nella più ampia strategia del Digital Single Market. Il 2016 potrebbe essere l’anno dell’approvazione

Pubblicato il 08 Mar 2016

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La Commissione europea sta studiando il modo di far pagare meno lva a tutte le startup europee attive nell’e-commerce. E il 2016 potrebbe essere l’anno della svolta.

La misura rientra nella ben più ampia e articolata strategia del Digital Single Market (Dsm), o Mercato unico digitale, alla quale sta lavorando dall’anno scorso l’Unione europea. Il Dsm punta ad aprire opportunità in campo digitale a persone e aziende e a rafforzare la posizione dell’Europa come leader mondiale dell’economia digitale. Per raggiungere questi obiettivi sono previste 16 iniziative che devono diventare effettive entro la fine del 2016. La strategia poggerà su tre pilastri: migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e le imprese; creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi; massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale.

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La misura relativa all’Iva per le startup rientra nel primo pilastro: migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e le imprese.

La Commissione europea intende semplificare i sistemi di pagamento dell’Iva per le operazioni transfrontaliere di e-commerce che avvengono all’interno del mercato europeo. Il provvedimento riguarderà in generale tutte le imprese europee, non solo le startup. Ma per queste ultime, come vedremo, intende introdurre una corsia privilegiata.

Attualmente ogni Stato dell’Unione europea ha un diverso regime Iva. L’imposta sul valore aggiunto, applicata sul valore aggiunto di ogni fase della produzione e dello scambio di beni e servizi, varia dal 25% della Croazia al 20% della Francia fino al 15% del Lussemburgo. Questo naturalmente non favorisce la compravendita di beni e servizi in Europa. La Commissione è cosciente del fatto che sarebbe impensabile applicare un’Iva uguale per tutti, ma sta lavorando per creare una soglia minima di Iva comune a livello europeo.

Nella Comunicazione della Commissione europea sulla strategia per il mercato unico digitale in Europa (COM(2015) 192) si legge: “Nel 2016 la Commissione elaborerà proposte legislative per ridurre l’onere amministrativo gravante sulle imprese a causa dei diversi regimi dell’Iva mediante: i) l’estensione dell’attuale meccanismo di registrazione elettronica e pagamento unici alle vendite online di beni materiali all’interno dell’Ue e con paesi terzi; ii) l’introduzione di una misura semplificativa comune a dimensione Ue (soglia dell’Iva) a sostegno delle piccole startup che operano nel commercio elettronico; iii) la previsione di controlli del paese d’origine, compreso un audit unico delle imprese transfrontaliere ai fini dell’Iva; iv) la soppressione dell’esenzione dall’Iva per l’importazione di piccole spedizioni provenienti da fornitori di paesi terzi”.

Come si vede il punto 2 riguarda le startup attive nell’e-commerce e prevede per loro “una misura semplificativa comune a dimensione Ue (soglia dell’Iva)”. Ovvero la possibilità di semplificare le procedure ed eventualmente di ridurre i costi.

A quando un’Iva europea per le startup? Sulla tempistica la Commissione ancora non si pronuncia. Interpellati da EconomyUp, i rappresentanti in Italia si limitano a specificare che, nel suo programma di lavoro 2016, la Commissione ha inserito la voce “proposte legislative […] sull’applicazione dell’Iva al commercio elettronico” a pagina 3.

Insomma, i legislatori continueranno a lavorare alle proposte legislative nel corso di quest’anno, basandosi anche sul lavoro pregresso. Sulla semplificazione dei sistemi di pagamento dell’Iva, infatti, l’anno scorso la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica di 12 settimane che si è conclusa il 18 dicembre. La consultazione ha dato modo alle aziende e alle altre parti interessate di inviare a Bruxelles le loro osservazioni, prima che la Ue possa appunto elaborare le proprie proposte in materia nell’ambito del quadro di riforme previsto per la realizzazione del Mercato Unico Digitale.

In quell’occasione Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione Ue e responsabile del Mercato Unico Digitale, ha dichiarato: “Abbiamo promesso di aiutare le imprese, in particolare le pmi, a ridurre i costi derivanti dai diversi regimi Iva. Oggi stiamo chiedendo alle aziende e alle parti interessate di aiutarci a trovare i mezzi più efficaci e più giusti per mantenere questa promessa. Nella strategia per il Digital Single Market – ha detto ancora Ansip – abbiamo già introdotto alcune misure che intendiamo adottare, come quella che riguarda la soglia Iva a favore delle startup”.

Anche Pierre Moscovici, Commissario Ue agli Affari economici, è intervenuto sull’argomento, affermando: “Questa consultazione è una reale opportunità per fare in modo che le future entrate dell’Iva provenienti dall’economia digitale siano ripartite in modo equo ed efficace. Parallelamente vogliamo facilitare il più possibile il rispetto delle regole”.

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