Il dato è in crescita: nel 2017 gli investimenti in startup hi-tech in Italia ammontano a 261 milioni di euro. Rispetto al 2016, quando furono investiti 182 milioni di euro, c’è stato un incremento di oltre il 20%. A scattare la fotografia dell’ecosistema delle startup tecnologiche italiane è stato l’Osservatorio Startup hi-tech del Politecnico di Milano, secondo cui il carburante per il motore delle nostre startup arriva principalmente dai serbatoi degli investitori stranieri, i quali hanno incrementato del 163% rispetto all’anno precedente il loro impegno finanziario nell’imprenditoria innovativa italiana.
Secondo l’analisi dell’Osservatorio, poi, è diminuito il contributo degli investitori formali italiani, passati da 101 milioni nel 2016 a 80 milioni nel 2017 (-21%). Tale calo è però stato in qualche modo compensato dall’aumento del 10% dei finanziamenti da parte di attori informali (network di business angel e piattaforme di crowdfunding).
Tuttavia, nonostante l’incremento complessivo degli investimenti in Italia nel 2017, il confronto con ecosistemi europei simili al nostro è ancora insostenibile. Come ha spiegato Antonio Ghezzi – direttore dell’Osservatorio Startup Hi-tech – in occasione del convegno “Corporate Entrepreneurship e Open Innovation”: «Un paragone con altri ecosistemi più maturi e con dotazioni e risorse finanziarie estremamente più alte (vedi Usa e Uk, ma anche Israele, Francia e Germania) non è ancora ipotizzabile. L’ecosistema startup hi-tech italiano continua purtroppo a soffrire di un cash shortage a monte, e dovrebbe essere sostenuto da opportuni strumenti ed operazioni ad esso interamente destinati e dedicati».
Detto ciò, il 2017 ha comunque messo a segno qualche punto importante per le startup italiane. Su tutti l’investimento ottenuto da Nouscom, la startup biotech italiana (ma con sede in Svizzera) che ha raccolto 42 milioni di euro a novembre 2017. Ma soprattutto, è stato l’anno di Satispay, startup attiva nel campo dei pagamenti digitali, che ha chiuso un round da 18,5 milioni a settembre 2017. Senza dimenticare i 7,2 milioni per BiovelocITA e i 7 per Genenta Science. Per questo, sulla scia dei dati prodotti dalla ricerca dell’Osservatorio (che però prendono in considerazione il periodo che va da ottobre 2016 a novembre 2017) abbiamo messo in fila tutte le startup italiane più finanziate del 2017. Ecco quali sono e cosa fanno.
Infogram
NousCom: 42 milioni
Fondata da un team di italiani, sta sviluppando un innovativo vaccino per il cancro, basato sui nuovi sviluppi nelle tecnologie di sequenziamento del DNA e RNA che consentono la determinazione a prezzi più accessibili, velocemente e in modo affidabile l’esatta sequenza del genoma dei tumori.
Satispay : 18,5 milioni
Startup piemontese fondata da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta. Si tratta di un’applicazione gratuita per pagare nei negozi convenzionati fisici e online, per effettuare ricariche telefoniche e inviare denaro ai contatti della propria rubrica telefonica. In questa puntata di EconomnyUp la storia di Satispay raccontata dai tre fondatori.
GreenBone: 8,4 milioni
È una startup emiliana che ha sviluppato soluzioni innovative per curare gravi malattie ossee.
BiovelocITA: 7,2 milioni
Primo acceleratore italiano dedicato alle aziende biotech, riunisce scienziati, imprenditori e investitori, i migliori nel proprio settore, per promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove aziende biotecnologiche innovative.
Genenta Science: 7 milioni
Società biotech che sta sviluppando una terapia genica basata sull’ingegnerizzazione delle cellule staminali ematiche per il trattamento dei tumori.
Sfera: 7 milioni
Società italiana, attiva nel settore dell’agritech, che ha ideato una serra tecnologica per la produzione di ortaggi all’insegna della sostenibilità ambientale.
Wise: 6,5 milioni
Attiva nel campo biomedicale sta sviluppando un’innovativa generazione di elettrodi impiantabili per neuromodulazione.
Pharma Integration: 6 milioni
La startup di Siena è specializzata nello sviluppo di sistemi e linee di produzione completamente robotizzate.
Empatica: 5 milioni
È una società che ha sviluppato uno smartwatch che monitora battito cardiaco, stress, attività fisica ed è impiegabile per prevenire diversi disturbi tra cui soprattutto quelli epilettici.
Fazland: 4,5 milioni
Startup emiliana che ha sviluppato un marketplace dei servizi professionali per la casa, per il business, per la persona, per gli eventi.
Mainstreaming: 4 milioni
Nasce per innovare il settore del “Content Delivery Network”, e si specializza nella distribuzione di contenuti video in real time, come il live streaming, basata su una tecnologia proprietaria ed una architettura tecnologica messa a punto nel centro R&D di Milano.
HomePal: 2,6 milioni
Startup che ha sviluppato una piattaforma che consente di gestire le transazioni immobiliari online
Zehus: 2,4 milioni
Startup milanese che ha messo a punto Bike+, una rivoluzionaria tecnologia che permette la produzione di biciclette elettriche senza bisogno di ricarica.
Greenrail: 2,3 milioni
L’innovazione di Greenrail è una traversa ferroviaria (la sottostruttura del binario a cui sono fissate le rotaie) green, cioè realizzata in parte con plastica riciclata e gomma ottenuta da pneumatici fuori uso.
CheckBonus: 2 milioni
Ha sviluppato un’app di marketing di prossimità che fa guadagnare buoni sconto e gift card entrando nei punti vendita convenzionati.
Clairy: 2 milioni
È un vaso tecnologico che fonde natura, tecnologia e design ricercato. Si tratta di un sistema di purificazione naturale per ambienti indoor capace di connettersi attraverso wi-fi a tutti i device e gestibile attraverso una app dedicata.
ValueBiotech: 2 milioni
Ha sviluppato un dispositivo in grado di evitare la formazione di cicatrici a seguito di un’operazione. “MILANO” (acronimo di Minimal invasive light automatic natural orifice) è il nome della tecnologia messa a punto dalla startup fondata dal chirurgo Antonello Forgione.