Che fine ha fatto l’incubatore di startup sponsorizzato dal Vaticano? Sono trascorsi quasi tre mesi dal lancio da parte di Papa Francesco di Scholas Labs, acceleratore di progetti non-profit a sostegno dell’educazione e dei giovani. Il Pontefice che, oltre ad avere introdotto un’importante ventata di innovazione nella Chiesa, continua a mostrare grande attenzione all’innovazione tecnologica e alle potenzialità del digitale, ha parlato di Scholas Labs all’inizio di febbraio scorso durante un hangout con studenti disabili in collegamento da Spagna, India, Brasile e Stati Uniti. Un progetto che ha immediatamente destato l’attenzione internazionale. In tanti, anche in Italia, si sono chiesti come candidarsi per essere selezionati e riuscire a far diventare realtà la loro iniziativa in ambito sociale o formativo. Ma, almeno fino a questo momento, è sembrata regnare un po’ di confusione sulle modalità di accesso, al punto che alcuni lettori di EconomyUp si sono rivolti a noi per avere ulteriori chiarimenti.
Abbiamo fatto le nostre ricerche e abbiamo verificato che la procedura è in realtà molto semplice. Per presentare la propria candidatura è sufficiente collegarsi a http://scholaslabs.org/#/: in pochi click è possibile presentare il proprio progetto, da scrivere rigorosamente in inglese. Sul sito, sempre in inglese, è spiegato cos’è Scholas Occurrentes: un’“entità formativa, lanciata da Papa Francesco, dove tecnologia, arte e sport sono usati per incoraggiare l’integrazione sociale e la cultura dell’incontro”. E poi si chiarisce cos’è Scholas Labs: un “programma per accelerare progetti e supportare imprenditori impegnati a innovate nel campo della formazione e della tecnologia”. A coloro che saranno selezionati, è spiegato più sotto, saranno forniti visibilità, connessioni a un network imprenditoriale, mentorship, supporto e feedback per il miglioramento del progetto. L’iniziativa è sostenuta, si legge sempre sul sito, da Globant, Google, Grupo Telecom e Microsoft. Giganti dell’innovazione in aiuto delle startup sociali benedette dal Papa. Fin qui tutto bene. A noi però si sono rivolti giovani italiani che all’inizio di marzo hanno presentato il progetto attraverso la piattaforma e non hanno ancora ricevuto risposta. Neppure la risposta di cortesia in automatico in cui si segnala che il progetto è stato ricevuto e che sarà valutato nei tempi necessari. Il mistero è presto spiegato: tra le faq del sito è specificato che l’organizzazione riceverà le candidature fino al 30 giugno 2015.
Dopo questa scadenza la squadra di esperti (non è specificato chi siano) valuterà tutti i progetti presentati e selezionerà i primi destinati ad essere accelerati. È anche precisato che per quest’anno i progetti prescelti saranno dieci, mentre nella prossima edizione ci si aspetta di arrivare a una ventina.
Certamente sarebbe stata opportuna una comunicazione via email di feedback a coloro che – e immaginiamo siano davvero tanti – hanno presentato la candidatura online, giusto per sapere se il materiale è arrivato a destinazione o se è necessario un ulteriore invio. Evidentemente, forse proprio a causa della mole di richieste pervenute, l’ente ha preferito sospendere momentaneamente le comunicazioni via posta elettronica. A quanto ci risulta, chi ha provato a inviare un’email alla casella “info” per avere ulteriori informazioni non ha avuto risposta. Noi stessi, come giornalisti, ci siamo rivolti alla casella di posta elettronica destinata alla categoria, press@occurrentes, ma il messaggio è tornato indietro con la segnalazione di “delivery notification”.
Non è risultato immediatamente chiaro, perlomeno non agli addetti ai lavori, nemmeno chi fosse l’ente organizzatore, Scholas Occurentes, che invece è di estremo rilievo in quanto organizzazione educativa internazionale nata su ispirazione di Papa Francesco in persona. A marzo del 2000 l’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, convocò in Plaza de Mayo una folla di alunni e docenti di vario ordine e grado e piantò, insieme a un ulivo della pace, il primo seme delle “escuelas de vicinos”, scuole di quartiere e luoghi di incontro in cui studenti di istituti pubblici, privati, cattolici e di altre religioni potessero confrontarsi sui piccoli e grandi temi riguardanti la città, il Paese e il mondo.
Nei successivi 15 anni dalle “escuelas de vecinos” argentine sono nate le “Scholas Occurrentes” o “scuole per il dialogo”, promosse dalla Pontificia Accademia delle scienze e diffuse in quindici Paesi. Visitando il sito http://www.scholasoccurrentes.org/ è possibile avere un’idea delle molteplici attività in cui è impegnata l’organizzazione nelle più varie parti del mondo. Insomma, c’è forse stato un piccolo blackout di comunicazione per un progetto certamente valido e degno della massima promozione. Ma l’importante è che la macchina si sia messa in moto. Potrebbero uscirne startup in grado di fare grandi cose per la società.