Tessuti alla vitamina C, droni, robot, smart glasses, un progetto energetico, uno biomedicale e una piattaforma Internet per premiare il talento: sono alcune business ideas tra le 200 che si sono viste assegnare i contributi pubblici a fondo perduto destinati alle startup del Sud. Gli aspiranti imprenditori, che sono riusciti a conquistare le agevolazioni di Smart & Start, programma del Ministero per lo Sviluppo Economico gestito da Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), hanno presentato ieri la propria idea imprenditoriale al convegno “Imprese e innovazione: Smart&Start e il sostegno alle start up” a Roma. Durante l’incontro è stato tracciato un bilancio dei primi mesi di Smart & Start, iniziativa che prevede agevolazioni alle imprese di piccole dimensioni impegnate su innovazione, uso di tecnologie digitali e valorizzazione della ricerca, con sede in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, regioni del cosiddetto Obiettivo Convergenza. A cinque mesi dall’avvio del programma (ma il via ufficiale alla presentazione delle candidature è stato dato il 4 settembre 2013) sono state presentate 890 domande di ammissione alle agevolazioni: oltre 200 hanno già ottenuto un esito positivo, 294 sono in fase di valutazione. In totale lo stanziamento per il progetto è 190 milioni di euro, ai quali si sono aggiunti di recente 13 milioni di euro per i Comuni del Cratere Sismico Aquilano. Finora ne sono stati assegnati 34,7 milioni. Restano quindi a tutt’oggi oltre 168 milioni da assegnare.
La regione più dinamica è risultata la Campania con il 40% delle proposte. La maggior parte delle richieste di finanziamenti ha riguardato l’economia digitale (558 domande), seguita dalla valorizzazione dei risultati della ricerca (154 domande) e dall’innovazione di prodotto/processo. Il cloud computing è in testa agli ambiti produttivi preferiti dai giovani meridionali (17% delle domande presentate), seguito da e-commerce (16%), ambiente ed energia e smart cities e mobilità. Nell’83% dei casi le società sono ancora da costituire.
Ma ecco 7 aspiranti imprenditori che hanno ottenuto i finanziamenti:
Orange Fiber (Catania) – In futuro potremmo vestirci di vitamina C. È l’idea alla base di Orange Fiber, con sede a Catania, che intende lanciare sul mercato un tessuto altamente innovativo prodotto con l’utilizzo di cellulosa estratta dagli scarti degli agrumi e dai sottoprodotti dell’industria di trasformazione agrumicola. “Il 25% della produzione di aranci non viene raccolta e, per ogni arancia, il 60% è da smaltire” spiega Enrica Arena, co-founder con Adriana Santonocito. “Partendo dalla nostra tesi di laurea – prosegue – abbiamo condotto uno studio con il Politecnico di Milano e poi depositato la domanda di brevetto in contitolarità con il Polimi. L’innovazione di prodotto consiste nella capacità del tessuto di rilasciare vitamina C sulla pelle tramite oli essenziali di agrumi”. È il settore dei cosmeto-tessili, in fase di crescita, considerando anche che petrolio e cotone, alla base della maggior parte dei tessuti che utilizziamo, sono risorse in forte decrescita e piuttosto onerose. Le due start upper hanno iniziato con Working Capital, acceleratore di Telecom Italia, hanno già vinto alcuni premi e di recente sono state presentate alla Borsa di New York nell’ambito di USACamp, prima missione internazionale, dal 26 febbraio al 4 marzo tra New York e Washington, realizzata dall’associazione Italia Camp con l’obiettivo di valorizzare oltreoceano il “made and brained in Italy”. L’investimento iniziale previsto per Orange Fiber è circa 385mila euro.
Youbiquo (Cava de’ Tirreni) – Google ha un altro competitor italiano. Dopo il recente accordo di BigG con Luxottica per dare agli occhiali hi-tech il tocco di classe italiano, sono emerse alcune realtà imprenditoriali del nostro Paese che stanno già lavorando da tempo alla produzione di simili dispositivi. Youbiquo è una di queste: punta infatti alla realizzazione di smart glasses (occhiali a realtà aumentata) che possano essere assimilati a veri e propri “computer indossabili”. Accessori ad elevato contenuto tecnologico che, indossati, danno la possibilità di essere sempre connessi alla rete. “Abbiamo avviato l’azienda a dicembre 2013, quando già Google aveva annunciato i Google Glasses – spiega Pietro Carratù, ceo di Youbiquo – ma la nostra è una versione per il business, destinata al mercato industriale. È un sistema aperto per designer e produttori. E il prototipo è già funzionante”. Si tratta di accessori, ad elevato contenuto tecnologico, che, indossati, danno la possibilità di essere sempre connessi alla Rete. Sarà quindi possibile interagire con i social network, avere informazioni e anche registrare quello che si ha davanti agli occhi. Il funzionamento degli smart glasses si baserà su due software: uno qualificabile come “assistente personale intelligente” e l’altro di aggregazione e presentazione dei contenuti digitali. I software saranno prodotti in modo da essere utilizzati, oltre che dagli occhiali a realtà aumentata, anche da dispositivi realizzati da terze parti, rispondenti a particolari requisiti. L’investimento iniziale è circa 186.000 euro.
Realizza chi sei (Taranto) – La giornalista Alessandra Arachi debutta come startupper. Milanese, firma del Corriere della Sera e autrice di libri di successo (“Briciole”, “Lunatica”), ha ideato una piattaforma per promuovere artisti emergenti, facilitando la commercializzazione delle loro opere. “L’idea è mia e mi aiutano dei giovani pugliesi” ha detto. In pratica ”Realizza chi sei” permette la registrazione di musicisti, cantanti e scrittori emergenti che potranno costruire la propria pagina personale e caricarvi le proprie opere (canzoni, romanzi, poesie …) insieme ad immagini, descrizioni ed elementi multimediali che hanno a che fare con l’opera, quali ad esempio foto, prime bozze di testo e altro. Le pagine personali diventano pertanto delle vetrine virtuali, dotate di sistemi di misurazione di gradimento da parte dei visitatori del portale: le opere degli artisti più apprezzate potranno essere editate da case discografiche e/o editrici che avranno stretto partnership con “Realizza chi sei”. La società non è ancora costituita: si tratterà di una srl unipersonale facente capo alla Arachi.
Drone design (Taranto) – Droni ad ala rotante, dotati di un sistema di navigazione autonoma molto evoluto che permetterà di raccogliere dati e informazioni nel settore agricolo con tempi e costi molto ridotti. Il progetto prevede la realizzazione di droni ad ala rotante, dotati di un sistema di navigazione autonoma molto evoluto che permetterà di raccogliere dati e informazioni con tempi e costi molto ridotti. L’ambito di applicazione è stato inizialmente individuato nel settore agricolo, da sempre quello con pochi dati. Verranno poi valutati ulteriori applicativi tecnologici che garantiranno vantaggi operativi anche in altri ambiti di applicazione. Il core business della società è il noleggio e la vendita dei droni, l’assistenza in caso di problemi di configurazione del software e danneggiamento del drone, l’analisi dei dati in remoto con interpretazione delle informazioni fornite dai sensori. L’investimento iniziale è di circa 190.000 euro.
Italrobot (Marcianise, Caserta) – Il progetto ha l’obiettivo di standardizzare e automatizzare l’assemblaggio di alcune tipologie di quadri elettrici con l’utilizzo di robot. Lo scopo è quello di abbattere i tempi di realizzazione del sistema di assemblaggio, ridurre le inefficienze tipiche dei processi artigianali e migliorare gli standard qualitativi del prodotto. È il risultato di una ricerca finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico con il Fondo per l’Innovazione Tecnologica. L’investimento iniziale è di circa 300.000 euro. L’innovatività consiste nella realizzazione di un sistema di assemblaggio robotizzato che consentirà l’abbattimento dei tempi di assemblaggio, l’incremento dei livelli qualitativi del prodotto e l’ottimizzazione della prassi gestionale dell’intera commessa. La società non è stata ancora costituita; i futuri soci sono 2 persone fisiche: un ingegnere elettronico, attualmente amministratore unico di una società produttrice e una laureata in Economia Aziendale, con esperienza in controllo di gestione.
Smart Energy Doctor (Salerno) – Piattaforma per il monitoraggio, l’analisi e l’ottimizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica (prevalentemente fotovoltaici) di qualsiasi dimensione. La società è uno spin off accademico dell’Università di Salerno, Facoltà di Ingegneria. Il progetto ha appunto l’obiettivo di realizzare la piattaforma HW&SW che permetterà il monitoraggio, l’analisi e l’ottimizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica (prevalentemente fotovoltaici) di qualsiasi dimensione. La piattaforma sarà integrata con un sistema a controllo elettronico a distanza per la previsione della produzione a breve di energia elettrica, consentendo di ottimizzare il vantaggio economico per la corretta analisi. L’investimento iniziale è di circa 330.000 euro.
Genomix4life (Baronissi, Salerno) – Sviluppo di strumenti diagnostici innovativi nell’ambito delle neoplasie. La società è già impegnata nella messa a punto di un Kit multiparametrico per il controllo del dosaggio di biomarcatori, che sappia distinguere i vari gradi di alterazione istologica di tumori della sfera genitale femminile. La società è uno spin-off del LaboratorGio di Medicina Molecolare e Genomica dell’Università di Salerno (Facoltà di Medicina e Chirurgia), fondata e gestita da giovani ricercatori esperti in genomica e bioinformatica. Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare strumenti diagnostici innovativi nell’ambito delle neoplasie. Genomix4life è già impegnata nella messa a punto di un Kit multiparametrico per il controllo del dosaggio di biomarcatori, che sappia distinguere i vari gradi di alterazione istologica di tumori della sfera genitale femminile. La società offrirà anche servizi di genomica e bioinformatica rivolti al pubblico, basati sull’applicazione delle più recenti tecnologie di sequenziamento di nuova generazione ed integrati da un servizio di analisi bioinformatiche e “data storage”. L’investimento iniziale è di circa 87.000 euro.