Adesso manca solo la firma dei ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia e Finanze e gli incentivi fiscali per chi investe in startup innovative saranno realtà. Venerdì 6 dicembre è arrivato il via libera della Commissione Europea che si era fatto tanto attendere per una decisione presa dal governo Monti e finita nei labirinti della burocrazia, italiana ed europea. E’ stato necessario più di un anno per passare dalle buone intenzioni del Decreto Crescita 2.0 (ottobre 2012) alla delibera finale che potrebbe arrivare già settimana prossima, se non ci saranno sorprese.
Adesso siamo nelle mani di Flavio Zanonato e Fabrizio Saccomanni, ma vista la passione mostrata in questi mesi dagli staff dei due dicasteri le cose dovrebbero filare lisce a questo punto. Il decreto attuativo dovrà dopo essere registrato dalla Cortete dei Conti e solo al quel punto potrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Come prevede il capo della segreteria tecnica del Ministero dello Sviluppo, “all’inizio del 2014 la misura sarà pienamente operativa”. Coprirà anche il 2015 e dovrebbe valere anche gli investimenti effettuati nel corso del 2013.
Con lo sblocco degli incentivi dovrebbero cessare tante lamentele e cadere tanti alibi. Chi investe in start up, ma solo quelle con i requisiti richiesti dalla legge voluta dall’ex ministro Passera e quindi accolte negli appositi registri delle Camere di Commercio, avrà un significativo vantaggio fiscale: il 19% per i privati fino a un massimo di 500mila euro; il 20% per le società fino a un massimo di 1,8 milioni. Il risparmio cresce rispettivamente al 25% e al 27% se la start up ha valore sociale o è attiva nel settore energetico.