SpazioDati, startup che, nata nel 2012, ha sviluppato tecnologie all’avanguardia per migliorare i processi di gestione dati (filtrando, analizzando e contestualizzando quelli provenienti da fonti pubbliche e proprietarie rendendoli facilmente utilizzabili da sviluppatori e aziende), cresce grazie all’ingresso di Cerved Group (leader in Italia nell’analisi delle imprese e sviluppo dei modelli di valutazione del rischio), nella compagine sociale con una quota di minoranza pari a 1.350.000 euro.
L’accordo prevede l’ingresso nel Cda di SpazioDati di Marco Nespolo e Pietro Masera, rispettivamente direttore generale operativo e direttore del corporate development di Cerved Group, che affiancheranno Gabriele Antonelli e Michele Barbera, Presidente e CEO della società, e l’altro socio fondatore Luca Pieraccini.
“Questo investimento – commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group – riveste un forte valore strategico per il nostro Gruppo. L’expertise nell’analisi economico-finanziaria delle imprese e la singolarità del nostro ampio database, unita alle capacità tecnologiche degli strumenti di SpazioDati, aprono la possibilità di sviluppo di prodotti all’avanguardia in grado di effettuare ricerche multidimensionali, abilitando un’osservazione dei fenomeni economici da un punto di vista privilegiato”.
La partnership tra Cerved Group e SpazioDati apre quindi, secondo Michele Barbera, CEO di SpazioDati, “nuovi scenari: finora la gran parte del potenziale innovativo di una miriade di sviluppatori indipendenti e PMI è stato limitato dalla difficoltà di accedere a informazioni economiche di qualità, ma ora possiamo rivoluzionare questo settore”.
Con sede a Trento e Pisa, la start up, che opera con il supporto dello European Institute of Technology, annovera tra i suoi investitori anche la Camera di Commercio di Pisa e Trento Rise, che fin dall’inizio hanno creduto nella lungimiranza di questo progetto di ricerca sui big data che alimentano in Italia e in Europa una filiera in continua espansione.
Un’espansione dovuta principalmente alla crescita esponenziale della mole di dati prodotti dai social network, dalle reti di sensori intelligenti, dell’Internet of things, dispositivi mobili e dalle singole aziende e dai loro addetti, che secondo le previsioni IDC raddoppieranno ogni due anni, accrescendo il valore di un mercato, quello dei big data, che si stima possa raggiungere i 23,8 miliardi di dollari entro il 2016.