Soundreef cala l’asso, Gigi D’Alessio preferisce la startup alla Siae

Il cantante napoletano sceglie la giovane società fondata da Davide D’Atri per riscuotere i diritti d’autore a partire dal 2017: “Mi ha convinto la trasparenza e la rendicontazione che, al contrario della Siae, chiarisce con esattezza da dove vengono i proventi. Sono certo che altri mi seguiranno”

Pubblicato il 28 Mag 2016

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È Gigi D’Alessio l’asso che ora si gioca la startup Soundreef. Il cantante lascia la Siae e si affida alla giovane società nata a Londra ma costituita da italiani per la raccolta dei suoi diritti d’autore. L’accordo è stato firmato oggi con l’ad di Soundreef, Davide D’Atri. D’Alessio, 20 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e un repertorio di circa 750 brani, ha dato mandato a Soundreef di riscuotere i suoi proventi dal 1 gennaio 2017. “Mi ha convinto la trasparenza della rendicontazione al contrario di quella Siae che non è analitica”, spiega D’Alessio. “Sono certo che tanti altri mi seguiranno”.

Diritti d’autore, la Siae scrive e Soudreef risponde con un’altra star

“Sono sempre attento alle novità e mi sono accostato con curiosità a Soundreef”, premette D’Alessio “Ho cercato di capire meglio e mi ha convinto la trasparenza della rendicontazione al contrario di quella Siae che non è analitica e non chiarisce con esattezza da dove arrivano i proventi. Non era per me una scelta facile, ma ho creduto nel progetto di questi giovani e credo nel libero mercato. Laddove c’è il monopolio il mercato non cresce”. Soddisfatto Davide D’Atri: “L’arrivo di Gigi ci testimonia che siamo sulla strada giusta dell’innovazione, e della necessità di cambiare garantendo meglio tutti, soprattutto i più deboli” commenta l’ad di Soundreef. Che aggiunge: “Con la direttiva Barnier l’Unione Europea ha preso atto della rivoluzione digitale in corso e della conseguente fine dell’era dei pochi monopoli che ancora resistono come quello italiano della Siae. Credo che presto assisteremo a un effetto domino. Abbiamo tanti contatti in fase avanzata di artisti che hanno espresso la loro volontà di cambiare, esercitando la libertà che la Direttiva riconosce loro”.

Soundreef, io cantante iscritto dal 2015 vi spiego come funziona e a chi conviene

Lo scorso 29 aprile il primo ad annunciare il passaggio da Siae a Soundreef era stato Fedez: “E’ alternativa fresca”, aveva commentato il rapper.

Davide D'Atri, founder di Soundreef

Startup, perché il rapper Fedez lascia la Siae per Soundreef

“Soundreef- ribadisce oggi D’Atri- rendiconta le utilizzazioni entro 7 giorni dal concerto e paga le royalty entro 90 giorni dal concerto, sia per il nazionale che per l’internazionale. La nostra rendicontazione è analitica al 100%. Ciò che viene suonato viene pagato e gli utenti attraverso l’account online possono verificare in tempo reale come e quando hanno guadagnato”.

A novembre 2015 è nata in Italia Soundreef S.p.A, società per migliorare la gestione delle royalty nell’industria musicale, con un investimento da parte di VAM Investments e di LVenture Group per un totale di 3,5 milioni di euro. La società fondata da Davide d’Atri, che ne è amministratore delegato, ha acquisito il 100% della Soundreef Ltd, company fondata sempre da d’Atri insieme a Francesco Danieli nel 2011 e operante nel Regno Unito per l’intermediazione dei diritti d’autore.

3,5 milioni per far nascere in Italia la concorrente della Siae

La direttiva Barnier dell’Unione Europea (n. 26 del 2014), si legge oggi nel comunicato diffuso da Soundreef, riconosce a tutti gli autori ed editori europei la libertà di scegliere a quale società di gestione dei diritti affidarsi per tutti o taluni diritti ed apre così un mercato, quello sulla gestione ed intermediazione dei diritti d’autore che in Europa vale circa 5 miliardi di euro. Mentre, tuttavia, in molti Paesi opera più di una società in concorrenza per la gestione dei diritti,in Italia si continua a difendere l’esclusiva che, da oltre 130 anni, la legge accorda alla SIAE, continuando così a limitare da una parte la libertà di autori ed editori e dall’altra quella di impresa. La Direttiva, infatti, nonostante il termine per il suo recepimento sia scaduto lo scorso 10 aprile, nel nostro Paese, è ancora lontana dall’essere recepita. Ed è proprio per sollecitare il recepimento delle disposizioni europee, che Soundreef e oltre 300 fra imprenditori e investitori, nelle scorse settimane, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nella missiva sono illustrate le ricadute positive (nuovi posti di lavoro e innovazione del settore) della liberalizzazione e della fine del monopolio SIAE, che favorisce solo “vecchi privilegi e rendite di posizione”. Ciascun autore potrebbe affidare la gestione dei propri diritti d’autore a qualsiasi società autorizzata, a prescindere dal Paese di residenza.

(L.M.)

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