«Smart&Start? Con la nuova formula rischia di contribuire alla creazione di società indebitate prima ancora di essere nate». Non sono poche le perplessità di Emil Abirascid, fondatore di Startupbusiness, sul nuovo bando pubblico nazionale da oltre 200 milioni di euro gestito da Invitalia (attivo dal 16 febbraio).
La nuova modalità – mutui a tasso agevolato, anziché contributi a fondo perduto come nella prima edizione – è secondo Abirascid rischiosa perché potrebbe dar vita a troppe situazioni di indebitamento, anche a carico di società che non esistono ancora in quanto Smart&Start è rivolto, oltre che alle startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro imprese, a team che non sono ancora una startup e che vogliono costituirla.
«Inoltre – aggiunge il fondatore di Startupbusiness fa a EconomyUp TV – è difficile che degli investitori pronti a entrare nel capitale di una startup siano disposti a investire su chi ha tanti debiti già partenza». Insomma, prestare soldi anziché darli come contributo a fondo perduto, potrebbe non rivelarsi una strategia azzeccata.
Ma che strada dovrebbe seguire lo Stato per finanziare l’innovazione e le nuove imprese? «Un modello c’è ed è già stato sperimentato con successo», risponde Abirascid intervistato da Giovanni Iozzia. «Bisognerebbe ripetere esperienze come i fondi HT in cui i capitali investiti erano sia pubblici che privati ma la linea di intervento era decisa da investitori professionisti, che avevano tutto l’interesse a non perdere i loro soldi: in questo modo, la selezione delle iniziative su cui puntare era più accurata e lo Stato aveva anche un suo ritorno economico, che a sua volta poteva essere reinvestito per sostenere altri progetti innovativi».
CLICCA QUI PER GUARDARE L’INTERVISTA AD EMIL ABIRASCID SUL TEMA “SMART&START”
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