Start up

SmartCamp, la prima volta di Ibm in Italia

Mercoledì 3 luglio nell’Innovation Center di Segrate si tiene la finale del progetto lanciato dalla multinazionale americana e all’interno del programma Global Entrepreneur a sostegno dell’innovazione. Quattro le società in gara. A novembre la finale europea a Vienna.

Pubblicato il 02 Lug 2013

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Lo SmarCamp2013  si tiene all'Innovation Center di Segrate dove c'è un corner permanente dedicato alle start up

«Chi partecipa ha già vinto». Giuseppe Ravasi sintetizza così lo spirito con cui le quattro start up finaliste arrivano allo SmartCamp che per la prima volta Ibm tiene in Italia mercoledì 3 luglio in collaborazione con il PoliHub, l’incubatore del Politecnico di Milano. L’evento, già in 14 paesi, fa parte di un programma internazionale lanciato nel 2010 dalla compagnia americana, l’Ibm Global Entrepreneur, per sostenere l’innovazione delle start up. Ravasi, responsabile delle Relazioni con gli sviluppatori e i vendor di software indipendenti guida, è il “rettore” del Camp e dell’Innovation Center che lo ospita, nella sede di Segrate. «Le quattro start up finaliste ottengono subito i vantaggi del network Ibm, sia interno, con gli executive, sia esterno, con i venture capitalist. E’ la cosa che interessa di più». Perché i vantaggi sono concreti. Dal 2010 SmartCamp ha messo in moto investimenti per circa 90milioni di dollari, coinvolgendo nel mondo 140 start up e più di 300 venture capitalist.

Allo SmartCamp non partecipano solo buone idee, ma imprese già avviate. Tra le cinquanta candidature arrivate a Milano è stata fatta una prima selezione sulla base di due requisiti di base: almeno cinque anni di vita e un progetto coerente con la mission Ibm. Tra la ventina rimaste un comitato composto da manager e tecnici Ibm, venture capitalist, docenti universitari e rappresentanti di incubatori la scorsa settimana ha selezionate le quattro finaliste: BigDataGovernance (governance dei processi di integrazione dati e business intelligence); Na.If (sistemi smart di gestione e controllo del territorio ); C2B (web reputation & sentiment analysis per la social intelligence
);Vivocha (on line customer service). «Abbiamo voluto una commissione allargata per avere un giudizio fondato su visioni eterogenee per individuare il valore tecnico e commerciale ma anche il contenuto di innovazione dei candidati», spiega Ravasi, ricordando che il vincitore italiano parteciperà alla finale europea di novembre a Vienna e potrebbe persino arrivare a quella mondiale in programma nella Silicon Valley nel febbraio 2014. Premio di “consolazione” per tutte le quattro finaliste: scaricare e utilizzare gratuitamente i software Ibm a integrazione delle loro applicazioni.

Per avere succeso, sottolinea Ravasi, serve una buona idea (la start up), sono necessari i soldi (venture capitalist) ma ci vuole anche la tecnologia necessaria per poter stare sul mercato. E su questo fronte Ibm vuole e può fare la sua parte. Negli ultimi dieci anni la multinazionale ha acquisito oltre 130 imprese che avevano sviluppato software innovativi. C’è quindi una forte relazione fra il programma Global Entreprenuer e la strategia Ibm sui prodotti, tema sul quale si soffermerà durante il camp Alessandro La Volpe, Director ISV & Developer. «E’ molto importante che anche i grandi vendor globali di Information technology, ricchi di esperienza e competenze di alto livello abbiano capito l’importanza delle start up e abbiano inserito nella loro strategia di sviluppo iniziative dedicate come lo SmartCamp», commenta Andrea Rangone, responsabile del PoliHub che partecipa all’incontro aperto del pomeriggio con Andrea Di Camillo, founder di P101, Luigi Tomasini, senior partner del Fondo dei Fondi, e Giuseppe Ravasi, moderati da Riccardo Luna. La mattina è dedicata al lavoro di valutazione delle start up da parte di un nutrito gruppo di mentor che affideranno il nome del vincitore a Nicola Ciniero, General Manager Ibm Italia, per la premiazione che chiuderà lo SmartCamp2013. (r.eu.)

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