Tra un mese debutta Smart&Start Italia, l’incentivo che intende favorire la diffusione di nuova imprenditorialità legata all’economia digitale. Parte con una dotazione di 200 milioni di euro ed è esteso a tutta Italia (la precedente versione era dedicata solo al Sud). Lo sportello online sul sito smartstart.invitalia.it aprirà alle 12 del 16 febbraio 2015: via web sarà possibile presentare le domande e i piani di impresa in forma completamente paperless, ma non si tratterà di un click day, in quanto la misura verrà gestita dall’Agenzia fino a esaurimento delle risorse disponibili e l’istruttoria delle domande presentate seguirà l’ordine cronologico di arrivo.
Tutti coloro che sono interessati a usufruire di questi incentivi erogati dal Mise (Ministero per lo Sviluppo Economico) e gestiti da Invitalia possono dunque cominciare ad attrezzarsi per l’appuntamento. La documentazione utile per la presentazione della domanda sarà resa disponibile sul sito entro il 6 febbraio 2015.
Intanto facciamo il punto su quali sono i potenziali destinatari dell’iniziativa, quante e quali sono le agevolazioni messe a disposizione e come si ottengono.
A CHI SI RIVOLGE SMART & START?
– A startup innovative di piccola dimensione già iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese.Per startup innovative si intendono le imprese che rispondono a precisi requisiti di legge tra cui:società di capitali costituite da non più di 48 mesi; che offrono prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico; con valore della produzione fino a 5 milioni di euro.(per i dettagli sui requisiti vedi Art. 25 del DL n.179/2012)
– A team di persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa in Italia, anche se residenti all’estero o di nazionalità straniera.
QUALI SONO LE ATTIVITÀ AMMESSE?
Produzione di beni ed erogazione di servizi, che si caratterizzano per il forte contenuto tecnologico e innovativo e/o si qualificano come prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale e/o – si basano sulla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca). (N.B. Sono escluse le attività di produzione primaria dei prodotti agricoli).
COSA FINANZIA?
Progetti che prevedono programmi di spesa, di importo compreso tra 100 mila e 1,5 milioni di euro, per beni di investimento e/o per costi di gestione. Ecco le principali voci di spesa ammissibili. Per gli investimenti: impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche; componenti HW e SW; brevetti, licenze, knowhow; consulenze specialistiche tecnologiche. Per la gestione: personale dipendente e collaboratori; licenze e diritti per titoli di proprietà industriale; servizi di accelerazione; canoni di leasing; interessi su finanziamenti esterni. Le spese devono essere sostenute dopo la presentazione della domanda ed entro i 2 anni successivi alla stipula del contratto di finanziamento.
QUALI SONO LE AGEVOLAZIONI FINANZIARIE?
Un mutuo senza interessi, il cui valore può arrivare: fino all’80% delle spese ammissibili (max € 1.200.000), nel caso in cui la startup abbia una compagine costituita da giovani e/o donne o abbia tra i soci un dottore di ricerca che rientra dall’estero; fino al 70% delle spese ammissibili (max € 1.050.000) negli altri casi. Una quota a fondo perduto per le start-up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano che restituiscono solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.
QUALI SONO LE AGEVOLAZIONI REALI?
Le startup costituite da meno di 12 mesi beneficiano di servizi di tutoring tecnico-gestionale. I servizi di tutoring, individuati in base alle caratteristiche delle startup, sono finalizzati a sostenere la fase di avvio. Si tratta di servizi specialistici (pianificazione finanziaria, marketing, organizzazione, gestione dell’innovazione, altro) che possono includere anche scambi con realtà di rilievo internazionale. (L.M.)