Ce l’hanno fatta in 82, per ora. A oggi sono questi i progetti ammessi a Smart & Start Italia per un totale di 41,8 milioni di euro di agevolazioni assegnate: è quanto emerge dai dati aggiornati al 17 giugno 2015 riguardanti il programma di incentivi alle startup lanciato a febbraio da Invitalia, che lo gestisce per conto del Ministero dello Sviluppo economico.
I progetti presentati sono stati 794: 274 nelle regioni del Sud, 25 dai Comuni del Cratere Sismico Aquilano, 495 da tutte le altre Regioni d’Italia. In totale sono state richieste agevolazioni per 436.325.577 euro. Al momento 82 hanno ricevuto l’ok, 102 non sono stati ammessi. Le agevolazioni che verranno assegnate ammontano a 41.899.157 di euro.
Restano dunque 610 progetti che sono attualmente in fase di valutazione da parte di Invitalia.
In ogni caso Smart & Start non finisce qui. È possibile presentare progetti fino a quando i fondi disponibili in ciascuna area non saranno stati totalmente assegnati.
In tutto il programma metteva a disposizione oltre 200 milioni di euro per le startup innovative. Resta quindi ancora un’ampia fetta di agevolazioni da assegnare.
Le novità di questa seconda edizione di Smart & Start erano sostanzialmente due: l’estensione del bando a tutta Italia (nel primo bando i destinatari erano solo le Regioni del cossi detto Obiettivo Convergenza, cioè del Sud) e l’erogazione di agevolazioni in forma di possibilità di contrarre un mutuo senza interessi, mentre nella precedente edizione si trattava di finanziamenti a fondo perduto.
Smart&Start è rivolto a startup innovative di piccola dimensione già iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese. Una possibilità, inoltre, è concessa anche a chi ancora non ha costituito una società ma ha un’idea brillante ed è fortemente intenzionato a portarla avanti. Possono quindi concorrere al bando anche team di persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa in Italia, anche se residenti all’estero o di nazionalità straniera.
I vincitori di questa edizione avranno la possibilità di contrarre un mutuo senza interessi, il cui valore può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili (massimo 1,2 milioni di euro) nel caso in cui la startup abbia un team costituito da giovani e/o donne o abbia tra i soci un dottore di ricerca che rientra dall’estero; fino al 70% delle spese ammissibili (max 1,050 milioni) negli altri casi. Una quota a fondo perduto viene comunque mantenuta per le startup localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano che dovranno restituire solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.