Il caso

SkySafe, la startup che ha ricevuto 3 milioni di dollari per abbattere i droni

Grant Jordan ha ricevuto un finanziamento dalla società di venture capital Andreessen Horowitz per creare una tecnologia in grado di disabilitare i droni che violano spazi in cui possono essere fastidiosi (come gli stadi sportivi o le ville dei vip di Hollywood) o pericolosi (come gli aeroporti). IL VIDEO

Pubblicato il 27 Apr 2016

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Ci sono startup che investono sui droni, e ci sono startup che su quei droni investono per abbatterli: è il caso di SkySafe, che ha raccolto 3 milioni di dollari di finanziamenti in seed (attraverso la nota società statunitense di venture capital Andreessen Horowitz) per creare una tecnologia in grado di disabilitare i droni che violano spazi riservati.

ECCO COME FUNZIONA:

Sky Safe Anti Drone System

Sky Safe Anti Drone System

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L’obiettivo, ha spiegato il fondatore e Ceo di SkySafe, Grant Jordan, dopo aver annunciato il lancio della sua startup solo la scorsa settimana, è quello di tenere i velivoli senza pilota lontani da aree nelle quali possono essere fastidiosi (come gli stadi sportivi o le megaville dei vip di Hollywood) o addirittura pericolosi (come gli aeroporti). Negli Stati Uniti non si tratta di una questione di poco conto, se si pensa che secondo la Federal Aviation Administration (l’ente Usa che sovrintende all’aviazione civile e alla sicurezza dei voli) solo nel 2016 saranno venduti in America ben 2 milioni e mezzo di droni, e che nel 2020 il loro numero salirà fino a 7 milioni di nuove unità l’anno.

Così, ecco l’idea di Jordan: sviluppare una tecnologia che, utilizzando onde radio, sia in grado di localizzare droni non autorizzati nell’area di interesse, triangolare la posizione dell’operatore e, se necessario, strappargli il controllo del drone per farlo atterrare (o, nel caso, anche precipitare per distruggerlo).

Una volta sviluppata, questa tecnologia sarà un’innovazione assoluta: esistono infatti già diversi mezzi per la difesa anti-drone, ma si tratta di vere e proprie armi (come laser o cannoni che lanciano reti di cattura) che inevitabilmente distruggono l’oggetto volante. Quello proposto da SkySafe è invece un approccio più “morbido” e gestibile al problema. “Ci sono laser, ci sono soluzioni come le reti di cattura sparate da cannoni – ha spiegato Jordan a TechCrunch – ma in entrambi i casi centrare un oggetto piccolo e veloce come un drone non è facile. Senza contare che si tratta di strumenti che assomigliano molto ad armi, e non penso che nessuno voglia vedere gli aeroporti dotarsi, sulle piste, di cannoni giganti che sparano raggi della morte”.

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