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Scaleup, tutto quello che c’è da sapere sulle ex startup diventate imprese in crescita



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Le scaleup sono startup innovative che attraversano una fase di crescita per dimensioni, fatturato e investimenti, e che si stanno internazionalizzando. Qui dati ed esempi

Aggiornato il 20 mar 2025



Scaleup
Scaleup

Le scaleup sono realtà imprenditoriali che hanno raggiunto la maturità per poter chiudere round importanti di finanziamento, espandersi oltre i confini del proprio Paese e diventare imprese consolidate.

Scaleup: una definizione

Una scaleup può essere definita come una startup ad alto valore innovativo che attraversa una fase di crescita in termini di dimensioni, fatturato e investimenti e che si sta espandendo all’estero tramite partnership strategiche con grandi aziende. Sono imprese che hanno dimostrato di essere scalabili e che hanno già raccolto significative validazioni di mercato, passando dal delineamento del proprio modello di business all’execution, ovvero alla realizzazione concreta.

Per convenzione, una scaleup ha già superato la fase di seed/early stage (in cui l’importo dei finanziamenti va da poche centinaia di migliaia di euro a un massimo di 5 milioni) e ha già una maturità tale da poter chiudere un round Series A.

Tuttavia la definizione di scaleup varia da organizzazione a organizzazione: secondo Deloitte le scaleup sono fast growing startup, ovvero società che nei primi 5 anni di vita raggiungono almeno 10 milioni di dollari di fatturato.

SEP (Startup Europe Partnership) descrive le scaleup come società che hanno raccolto negli ultimi tre anni da uno fino a 100 milioni di dollari di investimenti o si sono autofinanziate e hanno un fatturato compreso nello stesso range.

ScaleIT ha stabilito dei propri parametri quali una forte market traction (cioè evidente, quantificabile domanda del mercato per quel prodotto o servizio), da 1 a 10 milioni di euro di fatturato, almeno 1 milione di utilizzatori (nel b2c), un forte trend di crescita e un 20% del fatturato dal mercato estero.

Secondo l’OECD (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), una scaleup è un’impresa che ha registrato un tasso di crescita annuo del 20% per almeno tre anni consecutivi, in termini di fatturato o numero di dipendenti, partendo da una base minima di 10 dipendenti.

Differenza tra Startup e Scaleup

CaratteristicaStartupScaleup
FaseIniziale (ricerca del PMF)Crescita ed espansione
ObiettivoValidare il modello di businessScalare il business
FatturatoLimitato o instabileIn forte crescita
TeamPiccolo, flessibileStrutturato, in espansione
InvestimentiPre-seed, Seed, Serie ASerie B, C, IPO

Le scaleup nel mondo

Sono difficili da reperire dati completi sul numero di scaleup nel mondo e sui finanziamenti complessivamente raccolti da queste realtà imprenditoriali, perché non sono ancora disponibili dati globali comprensivi di tutte le aree geografiche del pianeta. 

Inoltre, sulla raccolta di informazioni di questo tipo, influisce la stessa visione e definizione di scaleup che, come abbiamo visto, è diversa a seconda della organizzazione che se ne occupa, e che cambia anche da Paese a Paese.

Tuttavia, secondo gli ultimi dati disponibili, il Nord America ospita il 60% delle scaleup mondiali, con 7.500 aziende. Gli Stati Uniti, in particolare, contano 7.100 scaleup, superando di 4,8 volte la Cina e di 11,5 volte il Regno Unito. ​

L’Unione Europea conta 990 scaleup, rappresentando l’8% del totale globale. ​Nei Paesi OCSE si concentra il 79% delle scaleup mondiali, con 9.900 aziende.

Scaleup in Europa

Negli ultimi anni, l’ecosistema delle scaleup in Europa ha mostrato una crescita significativa, ma permangono sfide importanti per competere a livello globale.

Nel 2024, le scaleup europee hanno raccolto circa 45 miliardi di dollari in investimenti di venture capital, in leggero calo rispetto ai 47 miliardi del 2023 e significativamente inferiori al picco di 101 miliardi nel 2021.

Scaleup in Italia nel 2025

Nel 2025, l’ecosistema delle scaleup in Italia ha mostrato segnali positivi, con diverse aziende emergenti che si stanno affermando in vari settori. Ecco una panoramica aggiornata:

Investimenti e Crescita del Settore

  • Investimenti in Venture Capital: Nel 2024, gli investimenti in venture capital in Italia hanno raggiunto 1.127 milioni di euro, segnando una crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente. Questo incremento riflette un ecosistema in evoluzione, con un aumento dell’11% nel numero di operazioni, raggiungendo 292 round di finanziamento.
  • Ticket Medio: Il valore medio degli investimenti si è mantenuto stabile a circa 3,9 milioni di euro, indicando una continuità nel supporto finanziario alle imprese innovative.

Esempi di Scaleup Italiane nel 2025

Diverse aziende italiane hanno mostrato un notevole potenziale di crescita e innovazione. Ecco alcune delle scaleup da tenere d’occhio nel 2025:

  1. ALGOR EDUCATION: Utilizza l’intelligenza artificiale per trasformare testi, registrazioni e immagini in materiali didattici visivi, come presentazioni dinamiche e mappe mentali intuitive.
  2. Cubbit: Propone un cloud storage geo-distribuito, consentendo a service provider e imprese di implementare reti di storage mantenendo la piena sovranità sui dati.
  3. Jet HR: Automatizza la gestione delle risorse umane, semplificando processi come payroll, contratti e collaborazioni, puntando a maggiore trasparenza ed efficienza.
  4. Aiko: Specializzata in intelligenza artificiale per applicazioni spaziali, sviluppa soluzioni che garantiscono l’autonomia dei veicoli spaziali.
  5. Caracol AM: Utilizza la stampa 3D per superare i limiti della produzione tradizionale, applicando la sua tecnologia in settori come l’aerospazio e l’automotive.
  6. Finapp: Grazie ai raggi cosmici, ha sviluppato una tecnologia per monitorare l’umidità del suolo e il contenuto d’acqua nella neve, utile in agricoltura e nella gestione delle risorse idriche.
  7. Kurs Orbital: Rende più accessibile l’ingresso nel mercato spaziale, offrendo moduli standardizzati per manovre di attracco e gestione dei detriti spaziali.
  8. Subbyx: Promuove un consumo più sostenibile attraverso un modello basato sull’economia degli abbonamenti, permettendo l’accesso a prodotti fisici senza l’acquisto.
  9. Volta: Rivoluziona il B2B con una piattaforma SaaS che semplifica le vendite all’ingrosso, migliorando i processi di gestione degli ordini e dei magazzini.
  10. W-SENSE: Specializzata in sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquei, ha inaugurato l’era dell’Internet of Underwater Things (IoUT), abilitando comunicazioni wireless sicure tra piattaforme sommerse e di superficie.

Iniziative e Supporto alle Scaleup

Nel 2025, sono state introdotte diverse misure per sostenere le scaleup italiane:

  • Scaleup Act: Questa nuova legge, entrata in vigore nel dicembre 2024, mira a rivoluzionare il panorama delle startup innovative italiane, offrendo agevolazioni amministrative e fiscali sia per la creazione di nuove imprese innovative sia per i fondi di venture capital che le finanziano.
  • Incentivi Fiscali: A partire dal 2025, sono previsti contributi per acceleratori e incubatori che investono in startup innovative, con agevolazioni fiscali pari all’8% della somma investita, fino a un massimo di 500.000 euro annui.

Quali erano le scaleup in Italia nel 2019

Può essere interessante vedere quali erano le scaleup italiane alcuni anni fa, tra il 2019 e il 2020. Eccole:

Moneyfarm: la raccolta record da 70 milioni nel fintech

Moneyfarm ha aperto la strada alla consulenza indipendente via Internet nel mercato finanziario italiano. È una società internazionale di gestione del risparmio specializzata negli investimenti a medio-lungo termine ed è considerata la startup italiana del fintech – ormai, appunto, scaleup – più finanziata al mondo. È stata fondata nel 2011 da Paolo Galvani, ex amministratore delegato della Sgr di Banca Sella, poi trasferitosi a Londra per Deutsche Bank, e da Giovanni Daprà, bocconiano con un master a Londra e successivamente in Deutsche Bank. Ad oggi Daprà è CEO della scaleup e Galvani presidente. Tramite la sua piattaforma online, Moneyfarm offre a oltre 30mila clienti in Italia e nel Regno Unito una consulenza finanziaria accessibile, indipendente e trasparente. Grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali, Moneyfarm ha sviluppato un modello innovativo che le permette di fornire un servizio di gestione finanziaria semplice, trasparente e a costi inferiori a quelli offerti dai gestori tradizionali. È regolata dalla Financial Conduct Authority (FCA) e vigilata in Italia da Consob.

Nel 2015 la società ha ricevuto un investimento di 16 milioni di euro dal fondo inglese Cabot Square Capital e da United Ventures. Un cifra record per l’Italia. Ma successivamente il record è stato doppiato: a fine maggio 2018 Moneyfarm ha annunciato di aver concluso un round di finanziamento da 46 milioni di euro . A guidare l’operazione è stata Allianz (che già aveva investito nella società a settembre 2016), insieme con un gruppo di investitori. Grazie a questa operazione, Moneyfarm ha portato il totale dei fondi raccolti a oltre 70 milioni di euro.

MotorK: la scaleup dell’automotive in espansione all’estero

MotorK è nata nel 2010 in Italia per sviluppare una piattaforma digitale per la vendita e il marketing di automobili. La società, co-fondata e guidata da Marco Marlia, vuole essere il punto di riferimento per le case automobilistiche e i concessionari che intendono superare le vecchie strategie di marketing e incontrare la domanda degli acquirenti online. Tutto questo avviene attraverso una serie di piattaforme tecnologiche che permettono agli automobilisti di confrontare auto di marche e modelli differenti (DriveK) e ai concessionari di gestire in completa autonomia la loro presenza digitale (DealerK). Inoltre MotorK, tramite il brand Internet Motors, è da tempo impegnata nella formazione digitale per i concessionari e nella certificazione della nuova figura dell’Automotive Digital Manager. Le diverse piattaforme fanno capo alla holding MotorK, che rappresenta quindi un gruppo con differenti piattaforme tecnologiche e servizi focalizzati sul settore auto. Avviata in Italia, MotorK ha rapidamente esteso il proprio business a Spagna, Francia, UK e Germania, e sta entrando in altri mercati europei ed extraeuropei.

Nel 2015 MotorK era tra le scaleup che hanno partecipato all’edizione 2015 di ScaleIT. A marzo 2017 ha ricevuto un finanziamento da 10 milioni di euro guidato da due società di venture capital internazionali. A dicembre 2018 ha ricevuto un prestito di 30 milioni di euro dalla Bei, Banca europea per gli investimenti.

A maggio 2019 ha acquisito la società francese 3W NET, specializzata in soluzioni digitali per le case automobilistiche e le concessionarie.

Sulle scaleup Marlia ha detto a EconomyUp: “Va individuato un modo per supportare le scaleup e le pmi innovative in questa fase sempre delicata. Troppo spesso le banche guardano alle aziende come la nostra come figure anomale difficili da ‘mappare’ e quindi comprendere in base ai loro modelli”.

Enerbrain: la scaleup dell’energy pluripremiata

Enerbrain è una società che aiuta chi possiede edifici a monitorare la qualità dell’aria in modo da poter intervenire per ridurre emissioni e risparmiare energia. È stata fondata nel 2015 a Torino da quattro cervelli in fuga (poi rimpatriati): Giuseppe Giordano, oggi Ceo, un background in architettura e un Master in Design Sostenibile, già product manager in Curb Energy; Filippo Ferraris, una laurea in architettura al Politecnico di Torino, esperienze professionali a Londra e New York, la partecipazione alla realizzazione del Future Food District all’Expo di Milano; Marco Martellacci, fisico esperto di cibernetica; Francesca Freyra, ingegnere per l’ambiente e il territorio con esperienze a Londra. Al gruppo si è poi unito Alexis Susset, esperto di network architecture e cloud computing con dieci anni di esperienza in Vodafone. Enerbrain è una società B2B che ha brevettato un sistema di regolazione dinamica di riscaldamento, raffreddamento e ventilazione per migliorare il confort degli ambienti chiusi e ridurre i consumi di aria condizionata. In pratica fornisce alle aziende un kit IoT, con un sensore che monitora confort e qualità dell’aria degli edifici. Nei suoi 4 anni di vita Enerbrain ha conquistato diversi premi: tra questi, nel 2018, l’EIT Digital Challenge, contest europeo per scaleup, e ad aprile 2019 il riconoscimento di B Heroes, contest ideato da Fabio Cannavale in onda su Sky Uno per raccontare il mondo dell’innovazione e delle startup in Italia. A febbraio 2019 ha siglato un accordo con Iren, multiutility per l’energia. “Come abbiamo fatto a diventare una scaleup italiana? Abbiamo guardato subito fuori dall’Italia” ha dichiarato Giuseppe Giordano.

brumbrum: l’e-commerce delle auto usate

Sempre nel mondo dell’auto opera brumbrum, rivenditore diretto di auto online in Italia che nel 2019 ha ottenuto un nuovo round Serie B da 20 milioni di euro guidato da Accel insieme a Bonsai Venture Capital. Attualmente la piattaforma online offre due diverse proposte di mobilità: l’acquisto di usato o auto a km 0 e il noleggio a lungo termine per privati. Per le auto in vendita, brumbrum seleziona e acquista le proprie vetture, le controlla e ripara presso i propri centri operativi, prima di renderle disponibili nella vetrina virtuale. Ai futuri acquirenti viene offerta trasparenza, qualità a servizi extra, come il finanziamento online e la consegna in tutta Italia. Per quanto riguarda in particolare il noleggio a lungo termine, i clienti hanno la possibilità di sottoscrivere un contratto flessibile che consente loro di personalizzare anticipo e canone mensile, e di usufruire i servizi come manutenzione, spese amministrative e assicurazione inclusi nel prezzo.

Talent Garden, il coworking che attira capitali

Il coworking di Talent Garden è piaciuto agli investitori al punto da ottenere 44 milioni di euro nell’ultimo round di finanziamento. Co-fondata nel 2011 a Brescia da Davide Dattoli, che ne è presidente e CEO, Talent Garden è diventata in pochi anni una realtà in grado di aggregare i diversi attori del mondo dell’innovazione e costruire una vasta community online e offline. La sua missione è favorire la crescita di imprenditori, professionisti e aziende di tutte le dimensioni, dalle piccole e medie realtà alle grandi corporate,attraverso la condivisione di spazi, realizzazione di attività di formazione e programmi di networking. Ad oggi è presente in 8 Paesi, in 19 città e conta 23 campus attivi. La sua Innovation School opera in 5 nazioni e collabora con grandi aziende, protagoniste nel panorama imprenditoriale italiano, nonché con numerose università attente allo sviluppo dell’innovazione e del digitale.

L’ultimo round di finanziamento, uno dei più elevati mai raccolto da una società innovativa italiana, è stato condotto da StarTIP, Tamburi Investments Partners Spa, partner strategico dell’azienda e già da anni tra i maggiori investitori. L’operazione ha poi visto la partecipazione di molti prestigiosi family office e investitori italiani, fra cui le famiglie Angelini, D’Amico, Dompè, Drago, Foglia, Ginatta, Holland, Luti, Monti, Pittini, Rovati, il Fondo Indaco Ventures, Club degli Investitori e BeConsulting. Ha investito nel round anche Social Capital del famoso VC della Silicon Valley Chamath Palihapitiya, già a capo della crescita di Facebook. La cifra raccolta consentirà a Talent Garden di dare ulteriore impulso alla internazionalizzazione già in corso. Sono infatti previsti 20 nuovi campus nei prossimi 5 anni ed una forte espansione della Innovation School sulla formazione digitale e nel mondo degli eventi digitali.

(Articolo aggiornato al 20/03/2025)

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