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Ricehouse, la startup che trasforma gli scarti del riso in case sostenibili

L’azienda utilizza i residui organici, come paglia di riso, lolla e pula, provenienti dall’industria e dalla coltivazione del riso, e crea materiali da costruzione naturali. Dal 2016 ad oggi sono circa un centinaio gli edifici costruiti da Ricehouse, più vari progetti di riqualificazione. Ecco come è nata

Pubblicato il 01 Giu 2023

Ricehouse

Trasformare gli scarti della coltivazione del riso in materie prime per l’edilizia: è con questo obiettivo che nel 2016 Tiziana Monterisi e Alessio Colombo fondano Ricehouse, startup innovativa e Società Benefit.

Una storia iniziata come una sfida, ben prima della fondazione ufficiale dell’azienda, e nata dall’apprezzamento del territorio, quello biellese (dove si concentra circa il 90% della produzione di riso italiana), dove i due co-fondatori dell’azienda vivono ormai da diversi anni.

L’idea: trasformare gli scarti del riso in materiali per l’edilizia

Una prima fase di sviluppo ha visto impegnata l’azienda nella ricerca e nella creazione delle sinergie necessarie per creare un punto di incontro tra la supply chain agricola e quella edilizia.

L’azienda utilizza i residui organici, come paglia di riso, lolla e pula, provenienti dall’industria e dalla coltivazione del riso e crea materiali da costruzione naturali. Ricehouse introduce questi prodotti grezzi nel ciclo edilizio e, al termine della loro vita utile, li restituisce al ciclo naturale.

La ricerca teorica portata avanti in questi anni ha permesso all’azienda di sviluppare una serie di materiali sostenibili rivolti al settore edilizio, che comprendono: materiali vegetali per l’isolamento, pannelli isolanti, intonaci di fondo, massetti e sottofondi, finiture, sistemi di rivestimento ed elementi di chiusura verticale opaca. Grazie a questi prodotti è possibile realizzare case derivate dagli scarti della produzione del riso, fatta eccezione per la struttura portante.

Dal chicco di riso alla riqualificazione energetica di condomini: l’evoluzione del progetto

Un’idea innovativa e interessante anche per il suo contributo alla trasformazione sostenibile dell’edilizia e alla riduzione dell’impatto ambientale degli edifici, responsabili del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% del consumo energetico dell’UE.

Proprio per il suo potenziale, il progetto ha da subito riscosso un grande interesse, anche grazie alla spinta fornita dal Superbonus 110%, che ha permesso al team dell’azienda di concentrarsi sui progetti di isolamento termico. Nel 2021 Ricehouse ha firmato 22 nuovi progetti di riqualificazione energetica e/o sismica, concentrati tra Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, che hanno interessato 10 condomini, 7 case unifamiliari e 5 case unifamiliari con demolizione e ricostruzione.

Nell’ottobre del 2022 Ricehouse è stata selezionata tra le aziende che hanno ricevuto la menzione speciale “Eni Joule for Entrepreneurship” nell’ambito degli Eni Awards 2022 per favorire il trasferimento delle tecnologie nel campo della transizione energetica e lo sviluppo di un ecosistema dell’innovazione sostenibile.

Dal chicco di riso a case ed elementi di arredo

Dal 2016 ad oggi sono circa un centinaio gli edifici costruiti da Ricehouse. L’azienda è inoltre stata impegnata in diversi progetti di riqualificazione, come il recente progetto di rigenerazione sociale ed urbana delle torri di via Russoli, a Milano.

Obiettivo dell’azienda è quello di sensibilizzare la popolazione sui temi legati alla bio-architettura, anche attraverso attività di formazione, che vedranno impegnata Ricehouse sia nel 2023 che nel 2024.

Oltre al core business, incentrato sullo sviluppo e la commercializzazione di prodotti innovativi per le costruzioni, Ricehouse opera lungo altre due direttive:

  • la progettazione di nuovi organismi di vita abitativa autosufficienti e in equilibrio con i sistemi presenti in natura
  • sviluppo di soluzioni innovative anche in altri settori, dall’arredo alla moda, al design e non solo

Progetti che la startup porta avanti in collaborazione con altre aziende che puntano a sviluppare prodotti sostenibili, seguendo un approccio di Open Innovation che l’ha caratterizzata fin dalla sua fondazione.

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Michelle Crisantemi
Michelle Crisantemi

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