Matteo Renzi comincerà la sua prima visita negli Stati Uniti da presidente del Consiglio dalla Silicon Valley, con una esclusiva cena nel campus della Stanford University, la sera di domenica 21 settembre. Il soggiorno nella valle dell’innovazione non dovrebbe durare più di 24 ore: il premier proseguirà verso est la missione americana che avrà il suo clou il 25 con l’intervento all’Assemblea generale dell’ONU.
A fine luglio Renzi aveva annunciato nella sua e-news: “Il nostro obiettivo è diventare uno dei Paesi leader mondiali attraverso la rivoluzione digitale e presenteremo il dettaglio dei programmi in Silicon Valley, cuore mondiale dell’Ict, a settembre”. Il programma non è ancora completamente definito e dall’entourage di Renzi non trapela nulla. Ma EconomyUp è in grado di anticipare alcuni dettagli.
Dalla Stanford University sono già partiti gli inviti per la cena del 21. A firmarli il potente dean della prestigiosa università, John Hennessy. Destinatari: 25 selezionati ospiti, la crema della crema della comunità locale. L’università di Stanford, 60 chilometri a sud di San Francisco, nella contea di Santa Clara, è tra le più prestigiose degli Stati Uniti, ma soprattutto è nota per essere uno dei centri d’eccellenza nella formazione sulle tecnologie digitali. Tra gli studenti più famosi, solo per fare qualche esempio, ci sono stati i co-founder di Google, Larry Page e Sergey Brin, e l’amministratore delegato di Yahoo! Marissa Mayer.
Una volta accolto nel regno della formazione hi-tech, Renzi avrà l’opportunità di confrontarsi con imprenditori che non conoscono la parola crisi. I nomi sono ancora top secret. Ma ci saranno certo figure di spicco della Silicon Valley. Moltro probabile la presenza di Larry Page, uno dei due fondatori di Google; meno probabile quella del patron di Facebook Mark Zuckerberg, che di solito delega la vicepresidente Sheryl Sandberg per occasioni del genere. Potrebbe sembrare routine per un capo di governo ma una cena residente, a Stanford, è considerata un’occasione straordinaria e di grande rilevanza. A renderla possibile certamente sono stati anche i buoni uffici di Ronald Spogli, già ambasciatore Usa in Italia, adesso influente uomo d’affari, ex studente di Stanford, che siede nel consiglio di amministrazione della prestigiosa università, oltre che in quello del Guggenheim.
Lunedì 22 dovrebbe essere il giorno dei bagni di folla. In base all’agenda, Renzi dovrebbe incontrare la comunità italiana di San Francisco, per poi fare visita alla Singularity University, realtà forse meno nota in Italia della Stanford University ma altrettanto prestigiosa e focalizzata sulle nuove tecnologie. Nata da un progetto di Ray Kurzweil e Peter Diamandis con il supporto di organizzazioni come Nasa e Google, Singularity University, seleziona ogni anno i migliori studenti da tutto il mondo con l’obiettivo di individuare i progetti e le idee “in grado di cambiare il mondo”. A fine giornata il premier, molto attento ai social network, visiterà la sede di Twitter: una scelta che non sorprende, sapendo quanto il premier usi i “cinguettii” per le sue comunicazioni politiche più rilevanti. Non è ancora definito quale sarà l’altra corporation che dovrebbe visitare nel pomeriggio: Google o Facebook? Ma potrebbe essere anche una sorpresa… Ci sta lavorando il console italiano a San Francisco Mauro Battocchi, diplomatico approdato negli Usa a settembre 2012 dopo essere stato capo del servizio promozione del commercio della Farnesina e manager in Enel dal 2008 al 2012.
Lasciata San Francisco, il tour di Renzi diventerà decisamente più politico. Stando alle notizie anticipate dai giornali nei giorni scorsi, è atteso a New York il 23 settembre per partecipare al vertice sul clima convocato dal segretario generale dell’Onu Ban Ki moon, mentre per il 25 settembre è prevista la sua partecipazione, con un intervento in mattinata, all’assemblea generale dell’Onu al Palazzo di Vetro. Sarebbe stata proprio questa assemblea a dare l’occasione al premier per anticipare il viaggio in Usa di qualche giorno e recarsi in Silicon Valley.
Renzi non è il primo presidente del Consiglio italiano a voler incontrare i numeri uno del capitalismo tecnologico. Già a luglio 2012 l’allora premier Mario Monti volò in Idaho per partecipare alla Sun Valley Conference, un evento annuale a cui è sempre presente l’establishment dell’hi-tech americano, da Gates a Zuckerberg. L’obiettivo era convincerli a investire in Italia. Non ci fu quindi l’incontro con la Silicon Valley Community e Monti partecipava semplicemente a una conferenza internazionale.
Matteo Renzi nella sua prima uscita pubblica da premier era andato in H-Farm, l’incubatore creato in provincia di Treviso da Riccardo Donadon. Adesso anticipa il viaggio negli Usa per andare a raccontare come vuole cambiare l’Italia ai tycoon della Silicon Valley, da cui certamente riceverà suggerimenti e richieste. L’attenzione per le startup e l’innovazione tecnologica sembra, quindi, confermata. Un’occasione importante non solo per attirare capitali ma anche per sostenere e consolidare quel “ponte” virtuale che già esiste fra la Valle californiana e i migliori talenti italiani. In questo senso si attendono nuove iniziative di sostegno per le startup dalla visita a San Francisco. Certamente un modo per avvicinare le capacità tricolori con le opportunità della West Coast potrebbe essere l’istituzione di un volo diretto Roma-San Francisco, come è stato chiesto nei giorni scorsi con una petizione firmata dalle più importanti associazioni di italiani in Silicon Valley.