Come si può conciliare la dimensione di donna con quella di mamma e di imprenditrice? Osando. E portando avanti idee e progetti lavorando sodo. Perché la grande forza delle donne è saper esprimere creatività sia in ambito lavorativo e affettivo. È questa la ricetta di Paola Marzario, founder di Brandon Ferrari, che così si è rivolta alle donne che hanno partecipato a Nuvola Rosa, l’evento in corso a Milano per aiutare le ragazze a intraprendere percorsi tecnico-scientifici, che garantiscono un più rapido accesso al mondo del lavoro e un’equa presenza di genere nell’industria, nell’economia, nella politica e nella vita sociale attiva.
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L’iniziativa si svilupperà lungo l’intero semestre di EXPO, coinvolgendo giovani donne provenienti non solo da tutta Italia, ma dai Paesi di tutto il mondo.
In particolare, dal 19 al 21 maggio, 1.500 ragazze italiane e straniere dai 17 ai 24 anni avranno la possibilità di approfondire il valore della formazione tecnico-scientifica e di conoscere le opportunità offerte dal digitale in una tre giorni di corsi, seminari, workshop, visite in EXPO, eventi, momenti di networking e incontri con le aziende, in cui saranno ispirate dalle esperienze di donne straordinarie.
Paola Marzario è a capo della piattaforma che fa da distributore nei negozi online per i marchi del made in Italy, azienda che è nella top 10 delle 35 startup milionarie d’Italia.
Startupper seriale, imprenditrice e mamma, racconta come è riuscita a conciliare queste tre dimensioni con successo.
Ecco il discorso che ha tenuto il 19 maggio al teatro Carcano.
A 20 anni, studentessa in Bocconi con tanta voglia di mantenermi e fare esperienze nuove, ho fondato la mia prima start up digitale. ItaliaCasting. Nel 1999. Si occupava di ticketing online. 9 anni dopo ho avuto la fortuna di trovare un colosso internazionale cui interessava acquisirci. Gliel’ho venduta e ho iniziato a lavorare con loro. È stata sicuramente un’esperienza stimolate, che mi ha permesso di crescere e imparare molto sull’e-commerce e i mercati digitali, ma nel giro di pochi anni mi sono resa conto che il lavoro da dipendente non faceva per me.
Ho lasciato tutto e mi sono dedicata a Brandon Ferrari, la seconda start up che ho fondato nel 2012, sola. Brandon è il distributore online che accompagna le aziende italiane del fashion, del design e del food nel mercato e-commerce. Selezioniamo brand noti o ad alto potenziale e gestiamo per loro le campagne di vendita sui siti di e-commerce di tutto il mondo. In due parole aiutiamo le imprese italiane che non ne hanno le “forze” a internazionalizzarsi sfruttando i benefici del mercato digitale. Un’idea semplice, ma che ha creato opportunità per le imprese in un mercato ancora poco esplorato in Italia. Non solo, quello che facciamo è anche cercare di diffondere la “cultura digitale” nelle imprese cha ancora oggi guardano con diffidenza Internet.
Nel 2014 , a Napoli, la mia terza “start up”, ma solo in ordine cronologico, non di importanza. È nato mio figlio Massimo, uno splendido bambino di circa un anno. Si, perché nel frattempo da Milano abbiamo aperto anche Napoli. Per rilanciare le eccellenze del Made in Italy, o meglio dovrei dire Made in Southern Italy ancora troppo inespresse e poco valorizzate proprio perché “sconosciute” al mondo.
Oggi, a 36 anni, sono imprenditrice, manager e madre.
Non vi ho raccontato la mia esperienza perché credo di essere un modello da emulare. Non sono qui per dirvi che è tutto semplice. Che sono wonderwoman, e che sono capace di conciliare tutto, lavoro e famiglia ed andare anche in palestra per mantenermi in forma.
Costa fatica e sacrifici ma non è impossibile portare avanti il proprio progetto professionale e crescere un figlio, basta organizzarsi. Io sono stata fortunata perché nel mio percorso ho sempre incontrato persone che hanno creduto in me a iniziare da i miei genitori. Non solo, un ringraziamento anche al mio compagno e al mio team di lavoro che mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto nelle mie scelte.
Non voglio sembrare presuntuosa ma mi permetto di dirvi: osate!
Andate avanti senza guardare agli stereotipi e alle convenzioni, stravolgete gli schemi. E non fatevi frenare dalle insicurezze e autoconvinzioni, che spesso, proprio noi donne alimentiamo e ci rendono incapaci di procedere. Se avete un progetto, un’idea, coltivatela e lavorateci sodo, buttatevi. La nostra creatività si deve esprimere sia nell’ambito lavorativo sia affettivo. L’affermazione e realizzazione di sé non passano attraverso l’imitazione di modelli maschili, ma attraverso l’espressione e la valorizzazione della propria soggettività e della propria diversità. Sia rispetto agli uomini ma anche rispetto alle altre donne.
In bocca al lupo!