PoliHub è il quinto incubatore universitario al mondo

La struttura gestita dalla Fondazione Politecnico di Milano, seconda in Europa, conquista l’importante posizione nel ranking mondiale di UBI Global. Il ceo Mainetti: «È la prova che abbiamo lavorato bene: creare imprese innovative è una via per far riconquistare all’Italia posizioni di eccellenza a livello globale»

Pubblicato il 27 Nov 2015

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PoliHub, l’incubatore universitario del Politecnico di Milano gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano, è stato premiato come quinto incubatore universitario al mondo secondo il ranking di UBI Index. Si tratta della principale classifica mondiale per i migliori incubatori universitari e arriva dopo la pubblicazione dei sei ranking regionali: in quello europeo, Polihub è arrivato al secondo posto.

Il processo di valutazione, gestito dall’ente di ricerca svedese UBI Global (University Business Incubator), è partito da una base di 1.200 incubatori nel mondo, da cui ne sono stati selezionati 340, provenienti da 64 paesi. L’analisi si concentra su tre aree principali: il valore generato (numero di startup incubate, fatturato delle startup, posti di lavoro, finanziamenti ottenuti), il valore per le startup incubate (quantità e qualità dei servizi offerti alle startup, numero di relazioni con imprese, università, finanziatori) e l’attrattività per l’ecosistema (numero di idee valutate, tasso di sopravvivenza delle startup una volta uscite).

Per ognuno dei parametri, PoliHub ha potuto fornire dei numeri significativi. Come ha spiegato a EconomyUp Stefano Mainetti, ceo e consigliere delegato dell’incubatore, “in due anni, siamo arrivati a circa 70 iniziative incubate (51 startup più 20 progetti di impresa), più di 11 milioni di finanziamenti, un fatturato aggregato di 17 milioni di euro e 350 posti di lavoro full time equivalent. Per quanto riguarda il valore generato per i clienti, in questo caso le startup, abbiamo dato prova di aver fornito un buon numero numero di ore di coaching e di mentoring per ogni startup e abbiamo coinvolto numerosi partner industriali – 11 call pubbliche – che permettono alle nuove imprese di avere un sostegno nell’industrializzazione delle loro idee. Quanto all’attrattività per l’ecosistema, abbiamo ricevuto 850 idee nel 2014 e 1.200 nel 2015. E ancora, l’indice di sopravvivenza sul mercato delle startup uscite dall’incubatore: nel nostro caso, è l’83%. Infine, hanno valutato il numero e il valore delle “exit”. Di per sé questo valore non è male, anche se purtroppo non siamo ancora riusciti ad avere la soddisfazione di vedere una startup incubata in Polihub raggiungere la quotazione in borsa“.

Un riconoscimento come questo, importante anche per tutto l’ecosistema italiano, è ancora più significativo se si considera un dato della ricerca condotta da UBI Global nel 2015: i migliori 25 incubatori universitari mondiali generano quasi la metà dell’impatto economico totale all’interno del mercato degli incubatori. Si stima che gli incubatori presenti nella top 25, in media, siano stati in grado di generare circa 1.200 posti di lavoro negli ultimi 5 anni, risultando 3 volte più performanti rispetto agli altri nel contribuire alla crescita economica del proprio ecosistema.

Il posizionamento di PoliHub nel ranking mondiale degli incubatori universitari – aggiunge Mainetti – è la conferma che la capacità di creare impresa tecnologica innovativa da parte degli studenti, dei ricercatori e dei docenti del Politecnico di Milano, messa in relazione con l’ecosistema esterno all’Ateneo è una via che permette all’Italia di riconquistare posizioni di eccellenza a livello globale. Questo traguardo è stato raggiunto grazie all’indirizzo e agli investimenti operati dal Politecnico di Milano e dalla sua Fondazione, grazie alla qualità degli imprenditori e ai risultati ottenuti dalle startup incubate”.

Il riconoscimento è il frutto di un percorso cominciato nel 2000 e che negli ultimi due anni è stato caratterizzato da un cambio di modello – da incubatore rivolto solo alle iniziative interne al Politecnico a “hub” in grado di coinvolgere anche realtà esterne: imprese, istituzioni, investitori – in cui il ruolo dell’università è stato rafforzato attraverso connessioni più dirette con le strutture di ateneo, è stata fondata una nuova sede nel Campus Bovisa e il numero di eventi, programmi di scambio, business idea competition e occasioni di networking è cresciuto significativamente.

È un ottimo risultato che premia la politica di valorizzazione dei nostri allievi: dal 2000 al 2009, 2.984 dei 42.000 laureati al Politecnico hanno fondato una nuova impresa”, ha commentato Ferruccio Resta, delegato del Rettore per la Valorizzazione della Ricerca e il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Milano. “Il Politecnico di Milano è la prima università italiana per numero di brevetti depositati e il nostro impegno per valorizzare questo patrimonio di innovazione trova un fondamentale alleato in PoliHub. In nostro incubatore lavora in stretta collaborazione con l’Ufficio di Trasferimento Tecnologico: crediamo che un modello di networked incubator possa giocare un ruolo strategico nel favorire e migliorare lo sviluppo dell’innovazione tecnologica e la creazione di una nuova classe di imprenditori. Credo che la nostra esperienza possa essere messa a disposizione del Paese. L’Ateneo è pronto a dare il proprio contributo”. (m.d.l.)














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