Se il 2018 è stato un anno intenso, il 2019 non lo sarà di meno per il Polihub, l’incubatore di imprese gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano, perché vedrà attuarsi e svilupparsi molti dei progetti avviati, in Italia e a livello internazionale. Ne abbiamo parlato con Stefano Mainetti, CEO del Polihub.
PoliHub, il bilancio 2018
Il 2018 si è appena chiuso. Come è stato quello di PoliHub?
È stato un ottimo anno. Nel 2018 siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati: un importante miglioramento nel ranking internazionale UBI Index; un significativo rafforzamento della nostra piattaforma Switch2Product realizzata in collaborazione con l’Ufficio di Trasferimento Tecnologico del Politecnico, il programma che valorizza soluzioni innovative, nuove tecnologie e idee di business proposte da studenti, ricercatori e docenti del Politecnico di Milano; il lancio del percorso specifico per la selezione, la formazione e l’accreditamento di Mentor; un ampliamento delle iniziative ospitate con conseguente ampliamento degli spazi dedicati alla struttura che oggi ha raggiunto i 6.500 mq; il lancio della piattaforma BeReady2Fly, in seguito all’alleanza fra Politecnico di Milano e Università Bocconi e, per ultimo ma non di certo per rilevanza, il lancio dello specifico fondo di venture capital Poli360 della dotazione di 60M€, in collaborazione con 360 Capital Partners.
2019, primo anno di operatività del fondo Poli360
L’avvio del fondo Poli360 è un’importante novità nata sul finire dell’anno appena trascorso. Il primo anno pieno di operatività sarà il 2019. Che cosa c’è da aspettarsi in proposito?
A maggior ragione proseguiremo nell’investire nella nostra piattaforma di trasferimento tecnologico ampliando le collaborazioni con altri atenei e centri di ricerca. Ci concentreremo nel supportare gli spin-off accademici che rappresentano un elemento fondamentale di crescita in termini quantitativi e qualitativi, supportando proprio grazie al fondo Poli360 la delicata fase di prototipazione e validazione di mercato delle idee imprenditoriali. Parallelamente continueremo ad investire per attrarre presso PoliHub le iniziative imprenditoriali high-tech con il più alto potenziale che intendano unirsi al nostro ecosistema. Già oggi partiamo da un deal flow importante (lo scorso anno abbiamo valutato circa 1.200 idee/team) e stiamo mettendo a punto un ulteriore insieme di servizi ad alto valore in grado di mettere i team nelle migliori condizioni per crescere. L’indicatore misurabile sarà quello di avere più scaleup nel nostro distretto, condizione importante anche per garantire migliori opportunità di rendimento del fondo Poli360.
Polihub 2018, “da incubatore di startup a hub di innovazione imprenditoriale”
2019, i nuovi servizi di PoliHub per le startup
A proposito di nuovi servizi, che cosa farà nel 2019 PoliHub per le proprie startup?
Partiamo da una base già consolidata di servizi a valore aggiunto: oggi presso la nostra struttura le startup possono accedere a più di 30 servizi. Fra tutti, ne esiste uno apposito, il Compass, specificamente creato per supportare gli imprenditori ad attingere, nella giusta sequenza, ai servizi necessari con l’obiettivo di spingere la startup a rimanere il più possibile focalizzata sulle priorità del business. Detto questo, nel 2019 intendiamo potenziare i servizi rivolti alle scaleup, vale a dire i servizi per le startup più mature. Pur proseguendo nell’ampliamento e accreditamento della nostra community di mentor qualificati, e in quest’ambito va citato il Percorso Executive per Mentor realizzato in collaborazione con il MIP, la Business School del Politecnico di Milano, nel 2019 daremo vita al nuovo servizio di Entrepreneur in Residence, figure ancora poco conosciute in Italia ma di cui si avvalgono i migliori fondi internazionali di Venture Capital. Si tratta di mettere a disposizione delle startup figure professionali con attitudine ed esperienza imprenditoriale, pronte a supportare e ad unirsi a team solidi dal punto di vista tecnologico, ma che necessitano di maggiore forza dal punto di vista imprenditoriale.
Open innovation, gli obiettivi 2019 di PoliHub
Parliamo di open innovation. Quali obiettivi ha il PoliHub per favorire l’incontro virtuoso fra grandi imprese e startup?
È vero, il tema dell’open innovation è oggi nell’agenda degli amministratori delegati delle aziende che vogliono innovare. È un tema complesso, in auge da tempo, e le startup costituiscono oggi un ulteriore importante risorsa da tenere in considerazione. Per le aziende che intendono approcciare l’open innovation in modo serio e sistematico, il Politecnico di Milano sta attuando una strategia in grado di favorire ancor più le collaborazioni fra imprese e università. Come ha recentemente sostenuto il Rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, sulle pagine de Il Sole 24 Ore, il nostro ateneo sta costruendo presso il nostro campus di Bovisa un vero e proprio Distretto di Innovazione in cui già oggi operano, collaborando fra loro, attori chiave per l’innovazione come Università, unità di Ricerca e Sviluppo di aziende, fondi di Venture Capital e attori abilitanti quali il PoliHub e i centri di trasferimento tecnologico. L’arrivo nel 2018 di alcune importanti grandi aziende conferma la bontà dell’intuizione che 20 anni fa ha spinto l’ateneo ad investire in Bovisa. Il 2019 sarà un anno di ulteriore espansione, con l’attivazione del Competence Center Made, specializzato sui temi dell’Industria 4.0 e di nuove iniziative oggi in fase di finalizzazione.
In questo scenario, compito di PoliHub sarà quello di favorire le collaborazioni virtuose fra imprese e startup, a partire dall’importante iniziativa Startup Intelligence, realizzata in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milan, che riunisce oggi gli Innovation Manager di 42 imprese, al supportare le attività di formazione del MIP su Corportate Entrepreneurship mediante laboratori di imprenditorialità, fino ad arrivare a creare progettualità concrete come i Corporate Incubator, per permettere alle aziende consolidate di sperimentare l’innovazione ed agire con l’agilità di una startup.
PoliHub 2019, gli sviluppi internazionali
In questo percorso di crescita non si può fare a meno di guardare all’estero…
Assolutamente. Crescere significa necessariamente ampliare anche le nostre collaborazioni internazionali, già avviate con la Tsinghua University e in corso di ampliamento con le iniziative per l’imprenditorialità di tutti gli Atenei afferenti a Idea League e Alliance4Tech. Essere un nodo internazionale significa anche lavorare per l’attrattività del territorio e del nostro Paese. Per farlo è necessario stare al fianco delle principali università europee con alleanze strategiche, che continueremo a rafforzare, continuando ad investire energie nei tanti accordi internazionali affinché scalino di livello e si trasformino in veri e propri progetti strategici. È quanto è avvenuto per esempio con la Tsinghua University e le iniziative a Xi’an, in Cina. Continueremo quindi a muoverci secondo la rotta tracciata, ma non solo. Intendiamo proseguire nel piano di alleanze fra incubatori universitari: oggi per le startup incubate in PoliHub è possibile muoversi fra più di 30 incubatori accademici dislocati in tutti i continenti.
Sfide complesse attendono quindi il Polihub nel 2019…
Sfide complesse ma entusiasmanti. PoliHub può essere oggi considerato il posto in Italia in cui sono concentrate e continuano ad arricchirsi le migliori condizioni in grado di favorire lo sviluppo di un’iniziativa imprenditoriale high-tech. E così pure può essere considerato, dalle aziende consolidate che vogliono innovare, il Distretto in cui opera.
Vogliamo quindi continuare nel solco di quanto fatto finora, in particolare nel nostro compito di rinnovamento della classe imprenditoriale italiana e di creazione dei posti di lavoro del futuro, non aggredibili dall’innovazione in atto ma addirittura capaci di determinarlo.