Innovazione & politica

Pmi innovative, presto l’esame del decreto a Commissioni riunite

Le Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera stanno per mettere mano al Dl che attribuisce alle piccole e medie imprese portatrici di innovazione gran parte delle agevolazioni riservate alle startup. Riferiranno poi in parlamento, dove si potranno presentare emendamenti. L’iter dovrà concludersi in 60 giorni

Pubblicato il 09 Feb 2015

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È questione di giorni, forse di ore, e inizierà nelle Commissioni competenti l’esame del decreto legge “recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti A. C. 2844″. Si tratta del cosiddetto “Investment Compact”, decreto datato 24 gennaio 2015 (qui il testo) che in sostanza introduce la nuova categoria aziendale delle Pmi innovative e attribuisce loro gran parte delle agevolazioni finora riservate alle startup innovative in base al decreto del 2012, cosiddetto Decreto Crescita 2.0.

L’Investment Compact è stato assegnato in sede referente a due Commissioni riunite: la VI, ovvero la Commissione Finanze, presieduta da Daniele Capezzone (Forza Italia), e la Commissione X, Attività Produttive, guidata da Guglielmo Epifani (Pd). Si attende dunque che i membri di queste commissioni comincino a studiare il decreto, cosa che dovrebbe accadere entro breve.

Dalla loro attività scaturirà un testo da portare all’esame dell’aula di Montecitorio. Le Commissioni, in sede referente, dovranno appunto riferire in parlamento quanto elaborato. Seguirà il dibattito parlamentare e l’eventuale proposta di emendamenti. Come è noto, ci sono 60 giorni di tempo per convertire il decreto legge in legge.

In base al decreto legge 24 gennaio 2015, le Pmi che sono riconosciute come “innovative” in base a precisi requisiti possono ottenere agevolazioni al pari delle startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese.

Qui un’analisi elaborata per EconomyUp da Mattia Corbetta, membro della Segreteria tecnica del Mise

Per esempio le Pmi innovative possono remunerare il personale con stock option e i fornitori con il modello del work for equity (cioè fornitori di beni e servizi possono accettare di ricevere come pagamento per le proprie prestazioni alcune quote della società). Possono anche 
raccogliere capitali su portali online di equity crowdfunding. In più alle Pmi innovative sono estese le agevolazioni fiscali previste per i privati e per le società che investono in startup innovative, anche se in questo caso possono godere di questo beneficio solo le aziende che sono in attività da meno di sette anni.

In base al Decreto sono da considerarsi Pmi innovative quelle non quotate, che hanno l’ultimo bilancio certificato e che possiedono almeno due su tre requisiti che certificano la capacità di innovazione, ovvero: 


le spese in ricerca e sviluppo devono essere pari al 3% del maggiore importo tra costo del lavoro e valore totale della produzione; almenoun quinto dei dipendenti o collaboratori deve essere personale altamente qualificato;
devono avere la titolarità di un brevetto o marchio relativi ai campi industriali o biotecnologico.

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