Un futuro nel quale decine di miliardi di oggetti saranno collegati tra di loro e parleranno lo stesso “linguaggio” non è più fantascienza ma potrebbe realizzarsi già fra tre- quattro anni. L’Internet of Things, l’Internet degli Oggetti, definito come la rete fissa o mobile che connette qualunque tipo di dispositivo (ad esempio gli elettrodomestici), è un fenomeno in rapida espansione e con possibilità di sviluppo in tantissimi settori, dalla domotica alla sanità, dallo sport all’industria. Reply, società specializzata nella progettazione e implementazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali, ha investito in un incubatore avanzato, Breed Reply, rivolto proprio alle startup che hanno idee e offrono servizi nell’ambito dell’IoT. Basato a Londra, con sedi operative in Italia e Germania, l’incubatore vuol supportare, economicamente e strategicamente, imprenditori e giovani talenti, provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti, e accompagnarli nella fase di ingresso nel mercato. “Da tempo Reply – spiega Emanuele Angelidis, amministratore delegato di Breed Reply – ha scommesso sull’IoT come proprio business, ma considerando la crescente frammentazione di questo mercato è impossibile seguire gli sviluppi in tutti i settori, allora con Breed Reply abbiamo creato una finestra per avere una vista completa su questo mondo, uno sguardo su tutte le novità. L’obiettivo principale di Reply è di essere sempre alla frontiera dell’innovazione, un passo in avanti su quelli che sono i nuovi trend e le migliori idee nel mercato della IoT”.
Una scelta di sicuro lungimirante, dato che l’Internet degli Oggetti è la “next big thing” dell’ICT, con un fatturato per tecnologie e servizi dedicati che può crescere dai 4,8 trilioni di dollari del 2012 ai 7,3 trilioni nel 2017, secondo le stime dell’International Data Corporation. È soprattutto l’impatto sulla vita quotidiana ad essere rivoluzionario: “Si prevede che l’IoT sarà un fenomeno della stessa portata di quello che gli smartphone sono stati per il settore mobile – spiega Angelidis – che cambierà il nostro modo di navigare, vivere, avere relazioni, con decine di miliardi di oggetti connessi alla rete nei prossimi 3-4 anni. Esempi significativi si trovano in tutti i settori. Nello sport, ad esempio, abbiamo investito in Xmetrics che, tramite sensori, componenti elettroniche e software, basati su dispositivi mobili, consente di gestire gli allenamenti di nuotatori professionisti e dilettanti. In ambito sanitario potranno essere utilizzati i dispositivi e le soluzioni wearable, come quelli forniti dalla società nord-americana Sensoria, partecipata da Reply. E si pensi alle potenzialità derivanti dalle connessioni di elettrodomestici in casa o di tutti i sistemi di controllo nelle industrie. Anche il marketing potrà beneficiare dei sensori di prossimità che consentiranno di inviare offerte e promozioni personalizzate”.
Breed Reply nasce per trasformare idee vincenti in business di successo e “diversamente da altri incubatori – precisa Angelidis -, oltre al funding, viene offerto un tipo di supporto aggiuntivo e personalizzato per consentire alle startup l’affermazione nei mercati di riferimento. Essendo stato dall’altra parte della barricata posso dire che i soldi per finanziare un’idea sono sicuramente importanti, ma quando si tratta di una startup è anche difficile trovare le competenze e i contatti per avere accesso al mercato”. E di startup Angelidis se ne intende, dato che ha partecipato allo sviluppo di Omnitel (poi Vodafone Italia) e, nel 1999, ha co-fondato ed è stato ceo di Fastweb.
Il modello di incubatore prevede: finanziamenti a livello “seed” e “early stage” a fronte di una partecipazione minima nel capitale societario; trasferimento di know how da parte del team di esperti in sales, marketing e vendite, tecnologia, finanza, logistica; supporto nel go-to-market, ovvero un servizio che va oltre i 12 mesi di programma, per facilitare l’accesso al mercato sia in termini geografici, dato che Reply è presente in tutta Europa e negli Usa, sia come contatti con i clienti, sfruttando il suo network.
La selezione sarà effettuata tra startup che presenteranno soluzioni IoT in aree chiave come sport e benessere, sanità, domotica, trasporti, energia e settore manifatturiero. “Non abbiamo un numero prestabilito di posti – specifica Angelidis – perché non ci avvaliamo di un fondo esterno ma utilizziamo risorse di Reply. Le startup che sceglieremo saranno valutate in base alla qualità del team e alle competenze in esso presenti, perché le persone fanno la differenza, e in base all’idea e al mercato di riferimento”. La scelta di Londra è logistica, per le connessioni con il mondo finanziario e industriale, ma l’Internet degli Oggetti è ormai una realtà in tutta Europa e “mentre in passato chi aveva belle idee tendeva a trasferirsi negli Usa – dice il ceo di Breed Reply – negli ultimi 3-4, tende a rimanere nel Paese di origine e svilupparle, grazie a una serie di iniziative positive delle realtà istituzionali”.
Il primo progetto è “IoT Best in Breed” che permette a chi ha delle idee nell’Internet degli Oggetti, a diversi livelli di maturazione, di metterle alla prova e di presentarle al team di Breed Reply, entro il 14 novembre. Le migliori iniziative selezionate potranno accedere al percorso di crescita all’interno dell’incubatore.