Il caso

Panama Papers, tre startupper che portano a JobRapido

Giulio Valiante in un’intervista ammette l’esistenza di una società off-shore, non a Panama ma alle Seychelles. È servita per finanziare la startup cerca-lavoro sulla quale hanno investito pure Palmieri e Ciallella, che compaiono tra i primi 100 italiani della lista Fonseca

Pubblicato il 12 Apr 2016

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Giulio Valiante, ex co-investitore in Jobrapido e oggi ad di Withfounders

Che cosa hanno in comune Giulio Valiante, Alessandro Palmieri e Giovanni Ciallella, i tre startupper che figurano tra i primi 100 nomi degli italiani coinvolti nei Panama Papers, l’inchiesta internazionale sui conti off-shore? Sono tutti co-founder di Jobrapido, piattaforma per la ricerca di lavoro ideata e fondata nel 2006 a Milano da Vito Lomele e venduta nel 2012 a una società del Gruppo Daily Mail sembra per 30 milioni di euro. Giulio Valiante sostiene di non essere mai stato a Panama, ma di avere una società off-shore alla Seychelles legalmente dichiarata. Valiante ha spiegato in un’intervista rilasciata a Massimo Sideri e pubblicata il 12 aprile sul Corriere della Sera (qui l’intervista) che proprio i fondi necessari per avviare le attività di JobRapido, poco più di 200mila euro, furono collocati nella Mercury House Ltd, una società aperta alle Seychelles 10 anni fa.

Napoletano, 53 anni, già manager in Italia e all’estero in Henkel, Johnson Wax e Barilla, e nel 1999 tra coloro che parteciparono allo startup di Buongiorno Vitaminic, Valiante ha detto al Corriere di essersi dovuto sedere quando ha saputo di essere coinvolto nel caso Panama Papers. “Non ho mai avuto contatti con lo studio Mossack-Fonseca – sostiene – non ricordo di carte su di loro, non sono mai stato a Panama”. Svela però l’esistenza di una società alle Seychelles “costituita per finanziare la startup italiana Jobrapido. Ma è tutto dichiarato dal 2012 – precisa – dall’anno successivo a quello in cui la società ha iniziato a distribuire utili. Ce ne siamo dimenticati dal 2006 al 2012, ma a tutti gli effetti è una società nota al Fisco”.

Anche dopo l’exit di Jobrapido, il cui 49% fu acquisito nel 2012 dalla società Evenbase del gruppo editoriale Daily Mail che la valutò circa 60 milioni di euro, la società alle Seychelles ha continuato ad essere attiva, seppur come una “scatola con solo dei soldi” al suo interno. “Non eravamo riusciti a farla diventare una società d’investimenti”, racconta Valiante, che dalla società è uscito nel 2013 dopo aver sottratto dal guadagno di Jobrapido i soldi chiesti da un fiduciario svizzero al quale faceva riferimento per queste operazioni. L’imprenditore sottolinea di non aver “mai fatto scudi fiscali o voluntary disclosure” e che quell’off-shore “era in chiaro”, ossia conosciuto al Fisco italiano. Oggi, conclude Valiante, la maggior parte dei guadagno ottenuti con Jobrapido è “su dei conti italiani, una parte in un conto Ubs dichiarato”.

Sull’argomento Alessandro Palmieri, altro imprenditore digitale presente nella lista di Panama, già co-founder di Jobrapido e fondatore di DoveConviene, preferisce tagliar corto parlando con Repubblica Bologna: “Non ho nessun commento da fare”. Irraggiungibile dai media il terzo startupper coinvolto nei Panama Papers, Giovanni Ciallella, altro investitore in JobRapido. Ma a questo punto occorre capire qual è la storia di questa startup e quale ruolo avevano con esattezza i tre imprenditori.

Come è nata, che cosa faceva e che cosa fa Jobrapido – La startup è stata fondata da Vito Lomele, originario di Conversano, in Puglia. Trasferitosi a 18 anni a Milano per studiare al Politecnico, al terzo anno di Università Lomele partecipa al programma Erasmus, dopodiché sceglie di restare all’estero per una decina di anni: prima in Svezia, poi a Berlino dove inizia a lavorare in una startup, in seguito a Londra e di nuovo in Germania, dove a Monaco entra nel team di Autoscout24, sito di annunci di auto. Dopo essersi sposato e con l’arrivo del primo figlio, decide di rientrare in Italia all’inizio del 2006 per far crescere il figlio in questo Paese. Ma si scontra con una realtà che non si aspettava: passa inutilmente le sue serate a rispondere agli annunci di lavoro, un’esperienza frustrante e poco produttiva. “Stavo cercando un nuovo impiego – ha raccontato ai media – e mi sono reso conto di come fosse difficile e complicato. Così mi sono detto: nessuno ha mai sviluppato un motore di ricerca per offerte di lavoro? Allora lo faccio io!”. L’idea, consiste nel creare un unico sito sul quale un motore di ricerca dedicato raccolga, unisca e ordini le offerte di lavoro di centinaia di siti specializzati su Internet. Vito si dedica all’elaborazione del progetto la sera dopo l’ufficio e nei fine settimana. Nel frattempo inizia a lavorare a MyTv, la prima web tv italiana che era stata fondata da Salvo Mizzi nel 2000 e che lui aveva lasciato nel 2005. È a MyTv che il destino di Lomele si incrocia con quello di Giulio Valiante, che in quel momento era il Ceo della società. Il traffico su Jobrapido comincia a crescere al punto che Lomele decide di licenziarsi e fondare la sua startup, che nasce quindi ufficialmente nel 2006. L’ex capo Valiante crede nel progetto dell’ex dipendente e decide di scommetterci denaro ed energie. La startup con sede a Milano, con uffici dietro il castello sforzesco, parte infatti grazie al capitale di poco più di 200mila euro messo insieme da Giulio Valiante e dagli amici italiani Alessandro Palmieri, Michele Casucci e Giovanni Ciallella.

“Siamo nel 2006 – ha raccontato Giulio Valiante al Corriere – Vito Lomele mi parla della sua idea. Mi piace moltissimo. Con gli altri due soci, Alessandro Palmieri e Giovanni Cialella, decidiamo di investire 204 mila euro. Uscì fuori l’idea della società offshore perché costava pochissimo ed era plug&play, cioè la aprivi e potevi operare fin dal primo giorno. Voglio dire che quello per me è stato un investimento di ‘incoscienza’, nel senso che Vito mi piaceva ma non ero un uomo ricco, ero un manager di MyTv (in precedenza ero stato a capo del coordinamento della struttura commerciale mondo per la Barilla, dove però avevo resistito solo due anni), 180 mila euro di stipendio. Mettere quei primi 68 mila euro non è stato facile. Avevo una famiglia da sostenere”. Al primo investimento si aggiungono subito dopo 150mila euro investiti da una dellesuperstar di Internet in Europa: Oliver Samwer. “In realtà Jobrapido bruciò cassa per 70mila euro il primo anno” ha raccontato Lomele in un colloquio con Gianluca Dettori – ma il secondo anno andò in pareggio e poi sempre in profitto da allora. Avremmo potuto risparmiarci quei soldi”. Nel 2011 Jobrapido fattura 24 milioni di euro con 3 di utile netto, è visitato da 660 milioni di utenti, con 80 dipendenti provenienti da tutto il mondo. Nel 2012 la società Evenbase del gruppo editoriale Dmgt (Daily Mail and general trust, che pubblica il Daily Mail) acquisisce il 49% del capitale (pare per 30 milioni di euro) dai soci tedeschi e italiani. Alla fine esce anche Lomele.

“Nel 2012 io non volevo vendere” dichiara ora Valiante. “Jobrapido aveva già ricevuto delle offerte dal gruppo norvegese Schibsted che pubblica SecondaMano. C’erano stati degli abboccamenti anche da parte di un fondo inglese. Poi arrivò il gruppo Dmgt, quello del Daily Mail, e si fece tutto in pochissimo: due settimane”. L’imprenditore sostiene: “Soldi finiti alle Seychelles. Io avevo due partecipazioni: una diretta, per la quale ricevetti un bonifico, e l’altra tramite la Mercury, dove fu indirizzato il secondo bonifico. La plusvalenza di quell’operazione è stata dichiarata al Fisco”.

Valiante oggi è fondatore e amministratore delegato di Withfounders, seed accelerator che ha finanziato varie startup.  Palmieri è co-founder con Stefano Portu di DoveConviene, una delle poche startup italiane milionarie che fornisce agli utenti un’edicola digitale geolocalizzata con volantini e cataloghi dei principali retailer e brand di ogni categoria. Ciallella ha co-fondato l’anno scorso MagicPed, società costituita da un team di ingegneri e focalizzata sullo sviluppo di sistemi di trasporto personale a basso impatto ambientale.

Questi i tratti salienti della storia di JobRapido. Resta l’interrogativo: cosa c’entrano Panama e i Panama Papers con una società aperta alle Seychelles? Valiante non fornisce una spiegazione precisa ma afferma: “Ho dei sospetti. Per costituire quell’unica società offshore mi sono appoggiato a un fiduciario svizzero ma sto ancora tentando di capire”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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